La direttrice del Circolo dei Lettori Maurizia Rebola mostra la rassegna stampa di Torino Spiritualità |
Vabbé, questo è Pavlov, basta abituarcisi.
Poi la Leon se ne viene fuori con la notizia della convenzione con il Circolo che verrà approvata ("presto") dalla giunta.
Spiego.
Il Comune non fa parte della Fondazione che guida il Circolo dei Lettori. Il Circolo è solo della Regione, che lo ha creato e lo finanzia. Però da anni, già ai tempi di Fassino, il Comune - meschinello - si balocca con ipotesi di ingresso che si arenano regolarmente sul banale ma insuperabile scoglio dei soldi, che il Comune non ha, necessari per entrare nel CdA del Circolo dalla porta principale. Né hanno dato miglior esito i creativi tentativi fassiniani di intrufolarsi mettendo sul piatto il Borgo medioevale: una polpetta avvelenata prontamente restituita al mittente.
Adesso il Comune tenta una via traversa. La convenzione è un sistema a buon mercato per mettere becco al Circolo. Poco poco, magari: quel che basta per segnalare la propria esistenza. Funzionerebbe così: il Comune garantisce per tre anni l'attuale contributo di trentamila euro che già versa al Circolo per Torino Spiritualità. E' poca cosa, in un budget totale della manifestazione che quest'anno pareggia a 320 mila: per capire le proporzioni, la Regione dà 100 mila euro, Fondazione Crt 40 mila, Compagnia di San Paolo 80 mila, e altri 70 mila li raccoglie il Circolo per conto suo, tra sponsor e biglietteria dei pochi eventi a pagamento.
Trentamila euro, però, fanno comunque comodo, e con la convenzione sarebbero garantiti fino al 2020, senza l'impiccio per il Circolo di dover presentare ogni anno la domanda, e soprattutto con la certezza (relativa, vabbé...) di non vederli ancora calare: preoccupazione non banale, se si pensa che nel 2014, regnante Fassino, arrivavano 60 mila euro; nel 2015 lo stesso Filura s'affrettò a ridurli a 48 mila; per non essere da meno Appendino ha esordito nel 2016 ribassando a 35 mila; che sono magicamente diventati 30 mila quest'anno.
E al Comune che gliene viene? Secondo Leon, con la convenzione il Comune vorrebbe "instaurare un rapporto virtuoso fra il Circolo e le biblioteche civiche, per creare un dialogo e lavorare con il mondo che ruota attorno alle biblioteche".
Mi sembra un vasto e ambizioso programma.
Combinazione oggi in Commissione, subito dopo l'audizione di Beatrice&Rebola, hanno discusso un'interpellanza dell'Artesio: e ho sentito parlare di episodi di violenza, situazioni di disagio e aggressioni al personale che animano il tran tran delle biblioteche civiche, frequentate - dicono i politici nel loro gergo - da "tipologie di pubblico molto diversificate". Tradotto, penso significhi che ci entra chiunque, non necessariamente per leggere. E non necessariamente sobrio.
Ma questa, spero, è un'altra storia. E non rientra nel programma.
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