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TURISMO: PASSATA E' LA TEMPESTA, SENTI SACCO FAR FESTA

L'assessore Sacco: uno sforzo di trasparenza, onore al merito
Una menzione d'onore se la merita l'assessore triste Alberto Sacco; che oggi sorride, e pour cause.
Sacco non ha fatto nulla di straordinario: semplicemente, si è comportato come vorrei che sempre si comportassero lorsignori; e come dovrebbero, per rispetto (e gratitudine) verso chi li paga, oltre che verso se stessi. 
Oggi Sacco ha rivendicato i successi con moderato orgoglio; con dovuta onestà ha ammesso gli insuccessi; e soprattutto ha fornito dati precisi sull'andamento del turismo a Torino. Fatti, non pugnette.
Sacco ha preso la parola al termine di una chilometrica audizione, davanti alle Commissioni lavoro e cultura, dei rappresentati di albergatori, Airbnb e affittacamere. Audizione per il resto superflua, perché gli operatori dell'accoglienza turistica hanno presentato i dati sull'andamento del 2017, che ormai conoscono anche i bambini. 
Io ero lì perché speravo di ottenere notizie fresche su come se la passa il turismo a Torino in questo 2018. E il benemerito Sacco mi ha dato le notizie che cercavo. 
Le cifre fornite da Sacco riguardano principalmente il dato dell'occupazione delle camere d'albergo: un dato significativo, anche se non fotografa completamente lo stato di salute del turismo. Tuttavia consente, pur con le inevitabili semplificazioni, di farsi un'idea attendibile della situazione.

Gli Airbnb non sono ancora massa critica

Quando il dato dell'occupazione delle camere va male, gli irriducibili del tutto la va ben signora la marchesa rintuzzano le preoccupazioni sostenendo che "ormai la gente va negli airbnb". Anche Sacco s'aggrappa a quell'aiutino. Ma con onestà, appunto: snocciolando i dati. I dati percentuali della crescita degli Airbnb sono ottimi: in un anno, dall'aprile 2017 all'aprile 2018, gli arrivi in quel tipo di strutture sono aumentati del 26%. Ma sono modeste le cifre assolute: su un totale di oltre tre milioni e mezzo di presenze annue a Torino (dato del 2015), i 147 mila arrivi negli Airbnb torinesi nell'arco dei dodici mesi fanno ancora la figura del topolino tra gli elefanti. A questo proposito Andrea Russi (M5S), presidente della Commissione lavoro, mi fa però notare quanto segue: "Il dato degli arrivi di Airbnb (147.000) andrebbe raffrontato con quello degli arrivi negli alberghi (che superano quota 1 milione e 200 mila) e non con quello delle presenze (3 milioni e 700 mila pernottamenti) per avere una corretta dimensione del fenomeno. La presenza media nelle locazioni prenotate sulla piattaforma Airbnb è 3,1 notti (potrebbe dunque corrispondere a circa 450000 presenze)"
Mi sembra un ragionamento valido, quello di Russi, che ringrazio per l'accuratezza.  Mi mancava il dato degli arrivi negli alberghi. Peraltro, da un rapido check noto che a suo tempo il Report regionale sul turismo piemontese per il 2014 dichiarò "oltre 1,6 milioni di arrivi" a Torino "e la sua area metropolitana". Ci sarebbe un apparente calo rispetto agli attuali 1,2 milioni certificati dal presidente Russi, che peraltro non so se riguardino la sola Torino o anche l'area metropolitana. Ma di sicuro il dato del 2014 riguardava la totalità degli arrivi, non solo quelli in albergo. Per cui, sommando al dato attuale gentilmente fornitomi da Russi a quello degli arrivi negli Airbnb, e  altre forme di ricettività, direi che i conti all'incirca tornano. A tal proposito il cortese Russi ha fatto un ulteriore eccellente lavoro di documentazione, che mi ha postato a mo' di commento su Fb: lo potete leggere nella bonus track che trovate in fondo a questo post.
Resta a mio avviso il fatto che - pur con confrontando, senz'altro più correttamente, arrivi con arrivi - gli Airbnb al momento rappresentano comunque una quota molto minoritaria (attorno al 10%) dell'intero business ricettivo. Fra qualche anno sarà diverso, ma oggi da soli non salvano il nostro comparto turistico. E questo Sacco lo ammette. Onore a lui.
Quindi parliamo di stanze d'albergo occupate, che è meglio.

La stagnazione delle camere

Riguardo all'anno passato Sacco conferma quanto già si sapeva, e cioé che nel 2017 la percentuale di occupazione delle camere è stata del 65,3% con una crescita di appena lo 0,7% rispetto al 64,6% del 2016. Segnale di stagnazione, certo. Però Sacco presenta con diligenza lo storico degli andamenti a partire dal 2012, quando l'occupazione fu del 58% per salire al 59% nel 2013 e balzare al 63,5% nel 2015, anno dell'Ostensione, della visita del Papa e dell'Expo. Appare quindi chiaro che a Torino il turismo cresce sì: ma lentamente (e l'anno scorso più lentamente del solito) salvo eventi eccezionali. 
Sacco ha riconosciuto che gli eventi attirano turisti. Il concetto è lapalissiano, lo so, ma qualcuno in città certi concetti lapalissiani deve sentirseli ripetere più volte, prima di assimilarli. 
A proposito di eventi, l'assessore-oggi-un-po'-meno-triste ha confermato il suo piano triennale: quest'anno punta sulle manifestazioni mangiatorie, essendo l'anno del cibo; nel 2019 sarà l'anno di Leonardo, e Sacco punterà sulla grande mostra ai Musei Reali - e se poi anche i Musei Civici combinassero qualcosa non sarebbe mai troppo tardi; nel 2020 sarà l'anno del cinema, e presumo che punterà su qualcosa di cinematografico. E poi c'è sempre la Champions, che significa hotel pieni se la Juve va avanti. Gli albergatori granata vivono ogni anno un devastante dramma interiore.

Aprile e maggio: la tendenza s'inverte, torna la crescita

La tabella di Sacco: glory days dal 15 aprile al 12 maggio
Ma veniamo alle cifre finora più controverse. Sacco in Commissione fa qualcosa di rivoluzionario: ammette la sconfitta, seppure per annunciare la riscossa. I mesi di aprile e maggio, dichiara Sacco, hanno finalmente segnato un'inversione di tendenza nell'andamento dell'occupazione delle camere.
I dati che Sacco rivela in Commissione riguardano il periodo dal 15 aprile al 12 maggio: in quei 28 giorni la percentuale d'occupazione delle camere è salita del 7,4% rispetto allo stesso periodo del 2017; da inizio maggio, l'aumento rispetto al maggio 2017 è stato del 6,8%; e nell'ultima settimana, dal 9 al 15 maggio, l'incremento è stato addirittura del 12,1%, ovviamente legato al Salone del Libro (10-14 maggio) che nel 2017 si tenne una settimana dopo.

L'inverno del nostro scontento: sei mesi in negativo

Queste sono notizie che fanno piacere: chiare, documentate, oneste.
Ma fa anche piacere la sincerità con cui Sacco ammette senza equilibrismi lessicali l'inverno appena trascorso è stato pessimo per il turismo torinese. 
Lui usa termini più sfumati, però conferma che è vero, per sei mesi filati, da ottobre 2017 a marzo 2018, la percentuale di camere occupate è sempre stata inferiore rispetto agli stessi mesi del 2016/2017. Quindi non soltanto a ottobre, novembre e dicembre, i cui dati in rosso furono ufficialmente comunicati lo scorso febbraio mascherando un po' puerilmente quella netta flessione dietro al paravento del +0,7% nell'arco dell'intero 2017.
Sacco oggi ha confermato che anche gennaio, febbraio e marzo 2018 hanno registrato un calo significativo rispetto agli stessi mesi del 2017. Giusto ciò che scrivevo sul Corriere della Sera del 22 marzo commentando i dati sull'occupazione delle camere nel periodo 11 febbraio-10 marzo: dati dell'Osservatorio alberghiero, come tutti gli altri esaminati, che però in quel momento prudentemente non venivano diffusi.

Le matematiche evidenze - soprattutto il famigerato -20% nella settimana dal 4 al 10 marzo - segnalate nell'articolo fecero incazzare assai alcuni pasdaran della mutua: e dunque colgo l'occasione per fare il precisino, dato che ne ho i coglioni pieni di farmi dare del bugiardo dal primo badola chi parla perché ha un buco in faccia. A beneficio di quanti fra costoro sanno leggere, abbiamo la tabella dell'Osservatorio alberghiero per quel periodo 11 febbraio-10 marzo: così verificano e la piantano di sparare minchiate e sfrangere i cocomeri.
Sopra, la tabella del periodo 11 febbraio-10 marzo e, sotto, un ingrandimento a prova d'idiota dei dati sull'occupazione delle camere

Ancora l'8 aprile, alla presentazione dei dati (positivi) sull'andamento turistico in Piemonte, il presidente di Federalberghi Comoletti mi confermò il pessimo andamento di marzo a Torino città.
Tutto questo Sacco lo ha riconosciuto, ora che la tempesta sembra alle spalle. E mi conforta il suo impegno a spendersi affinché la tendenza trovi conferma nei prossimi mesi. La ripresa c'è, ma restano le criticità: anche nel ponte del 25 aprile, ad esempio, ancora una volta i Musei Civici non si sono coperti di gloria
Resta la domanda delle cento pistole.L'Osservatorio alberghiero, gestito dalla Camera di Commercio, comunica settimanalmente i sue rilevazioni all'assessore al Turismo. Che però li comunica al popolo soltanto quando gli aggrada. Per quale motivo i dati non vengono immediatamente resi pubblici? Che cosa sono, i piani segreti dell'Operazione Barbarossa? E il Comune che cos'è? La casa di vetro di tutti i torinesi, o la Spectre?

L'importanza degli eventi e i droni di San Giovanni

Ad ogni modo. La coincidenza temporale fra il ritorno in campo positivo dell'occupazione delle camere e il Salone del Libro (nonché, forse, e comunque in misura infinitamente minore, anche il Torino Jazz Festival) conferma ancora una volta che l'evento genera movimento: se poco o tanto, dipende da infiniti fattori. Ma incominciamo a farli, gli eventi, e farli all'onor del mondo. Capodanni sfigati e Natali cenciosi non fanno classifica e non richiamano gente da fuori. Adesso aspetto lo spettacolo di San Giovanni. Quello dei 200 droni luminosi in volo per 15 minuti al costo di 400 mila euro (i fuochi tradizionali ne costavano 41 mila). Oggi ne hanno parlato in Consiglio comunale. Non è chiaro chi pagherà il conto. Dicono "gli sponsor". Mi sa che alla fin fine, come al solito, i soldi li caccerà la sventurata Iren. Quanto alla sicurezza, l'assessore Pisano tranquillizza tutti: semmai dovesse capitare qualche malestro (tipo il vento a più di 4 nodi, quello che noi velisti chiamiano "una bava") la sicurezza sarà comunque garantita: il sistema di controllo dei droni consente di farli atterrare tutti e 200 contemporaneamente. Portatevi degli ombrelli. Meglio belli robusti.

Bonus track: gli arrivi a Torino (courtesy Andrea Russi)

Andrea Russi (M5S)
Ancora sul tema degli arrivi a Torino, riporto qui un approfondimento inviatomi dal presidente della Commissione lavoro Andrea Russi, che per tanta accuratezza merita la nomina sul campo a collaboratore di GabosuTorino:
Dal sito della Regione Piemonte: "Facendo riferimento ai territori, secondo le statistiche ufficiali, Torino e cintura hanno registrato un incremento negli arrivi (+8,84%) e un saldo positivo nelle presenze (+3,07%), raggiungendo quasi 1.880.000 arrivi e 5 milioni di pernottamenti. La città di Torino, invece, vede una crescita dell’8,41% negli arrivi, che superano quota 1.200.000, e dell’1,51% nelle presenze, pari a oltre 3.700.000 pernottamenti"
Il dato da me citato (1.200.000) riguarda dunque solo la Città di Torino. L'area metropolitana, con 1.880.000 arrivi, ha invece ricevuto 280.000 turisti in più rispetto al 2014 (1.600.000).
Il dato che manca è quello degli arrivi sulla Città di Torino nel 2014 (l'unico che potrebbe quantificare l'aumento di arrivi tra il 2014 e il 2017), ma esiste lo storico del dato percentuale di occupazione alberghiera, che nel 2014 corrispondeva al 59% e nel 2017 al 65,3%. Se la variazione percentuale (+6,3%) fosse valida anche per gli arrivi, oltre che per le presenze, si potrebbe presumere che nel 2014 il dato ammontasse a 1.084.000. 

Ipotesi non fantasiosa.
Solo un commento: se altri politici fossero come Russi e dessero una mano, anziché gabolare e occultare e snocciolare cazzate, la mia vita sarebbe più semplice, e io non li tratterei da furfaldini. O vi credete che ci provi gusto, a sfanculare la gente?

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