Ricevo e volentieri pubblico:
Oggi, mercoledì 20, la
giornata al Sottodiciotto Festival si apre con un nuovo appuntamento con
l’animazione. In cartellone, Mirai
(ore 18, Cinema Massimo – MNC, Sala Soldati),
l’ultimo capolavoro di Mamoru
Hosoda che ha conquistato la critica all’ultimo Festival di Cannes,
dove è stato proiettato in anteprima mondiale alla Quinzaine
des Réalizateurs, ed è stato tra i film d’animazione candidati
all’Oscar 2019.
Lungometraggio che rende sempre più concreta la tesi di quanti
indicano nel regista di La
ragazza che saltava nel tempo e di
Wolf Children
il vero erede di Miyazaki, Mirai
è un film a misura di bambino e, allo stesso tempo, una riflessione
sull’infanzia e sul trascorrere del tempo e delle generazioni in
grado di emozionare anche i più grandi. Il protagonista della storia
è il piccolo Kun, quattro anni passati in perfetta felicità, tra
coccole e vizi di mamma e papà, finché non arriva la sorellina
Mirai. Geloso, incapace di accettare
l’invadente intrusa che
monopolizza, con i suoi bisogni primari, le attenzioni dei genitori,
Kun trova rifugio nel giardino di casa, dove si erge il magico albero
genealogico e dove ogni giorno accadono miracoli straordinari. Qui
infatti Kun può incontrare tutti i suoi affetti più cari in epoche
diverse da quelle reali: la madre bambina, il nonno giovane, il padre
ragazzino e, persino, una Mirai adolescente, in arrivo dal futuro,
che lo aiuterà a scoprire il lato umano delle persone, a capire le
sue origini e a ritrovare la sua identità e il suo ruolo all’interno
del piccolo universo familiare.
Sempre
nel pomeriggio, il cartellone presenta Lo
specchio immobile: sul senso del selfie
(ore 18,
il Circolo dei lettori), quinto appuntamento di Wikicampus,
il ciclo di incontri dedicato all’approfondimento del tema
dell’autorappresentazione nella società contemporanea che
costituisce il leitmotiv dell’edizione 2019 del Festival. Nel corso
dell’incontro, Massimo Leone,
professore ordinario al Corso di Laurea Magistrale in Comunicazione e
Culture dei Media dell’Università degli studi di Torino,
analizzerà specificamente il fenomeno della diffusione di selfie
come una delle manifestazioni della semiosfera digitale contemporanea
caratterizzata principalmente da una valorizzazione ideologica del
tempo presente, diffusa in particolare tra i millennials e i
giovanissimi della generazione Zeta.
In
serata il Festival propone Cetáceos
(ore 20,
Cinema Massimo – MNC, Sala Soldati), coproduzione italo-argentina e
opera prima della regista bonaerense Florencia Percia. Protagonista
della storia è la giovane Clara, che decide di andare a vivere
insieme ad Alejandro in una casa nuova. Pochi giorni dopo il
trasloco, però, Alejandro è costretto a mettersi in viaggio per
lavoro. La sua assenza, l’aspetto desolato delle stanze cosparse di
casse ancora imballate, il rapporto con i nuovi vicini generano in
Clara uno stato di insofferenza che la induce a frequentare nuove
compagnie e a fare cose mai fatte prima. Tra cene, birre e lezioni di
Tai Chi, Clara si ritrova in un ritiro spirituale, immersa in un
mondo che ha poco a che fare con la sua vita precedente. Anche se, a
distanza, finge con Alejandro una normalità inesistente, Clara si
accorge che le sue priorità non sono più le stesse di prima.
Sospeso in quel limbo misterioso, fatto di emozioni contrastanti e
sentimenti sospesi che conduce al cambiamento, il film è un
invito – come dice la sua autrice – “a non lasciarsi sommergere
da una routine che non mettiamo in discussione, a non rassegnarsi a
un’esistenza determinata dai ruoli sociali che abbiamo in ufficio,
nella coppia, con gli altri”, ma, invece, “a scoprire certe
intensità della vita, conoscere, costruire e pensare altri mondi,
percorrere spazi inaspettati, sentendo stupore e meraviglia,
immaginando se stessi in modi impensati”. Introduce la
proiezione il produttore (per l’Italia) del film Alfredo
Federico.
In
seconda serata il cartellone presenta Tarnation
(ore
22.30, Cinema
Massimo – MNC, Sala Soldati)
di
Jonathan Caouette, sesto titolo della retrospettiva “This Is Not a
Selfie”,
legata
anch’essa al tema dell’autorappresentazione centrale in
quest’edizione del Festival. Il
film autobiografico del regista e attore statunitense, girato
nell'arco di circa 20 anni, risultato dell’assemblaggio di
centinaia di ore di registrazioni di filmini in Super
8, spezzoni di video-diario, fotografie, home movies, è,
come suggerisce il titolo stesso, la storia di una "maledizione".
Fin dall'infanzia e per tutta la giovinezza Caouette ha, infatti,
documentato il suo inferno personale, una vita di dolore e dannazione
accanto a una madre violenta e psicotica, riuscendo poi a dare forma
cinematografica compiuta, nel 2003, ai materiali raccolti grazie alla
produzione esecutiva di John
Cameron Mitchell e di Gus Van Sant. Film
visionario e psichedelico, in grado di innovare profondamente un
genere, Tarnation
è stato definito “uno sconvolgente, perturbante, eccessivo,
estremo modo di fare autobiografia e di rivoluzionare il modello per
raccontare e raccontarsi”. La proiezione è presentata in
collaborazione con Lovers Film Festival. Introduce la proiezione
Irene
Dionisio,
direttrice di Lovers Film Festival.
Tutti gli appuntamenti
e le proiezioni del Festival sono a ingresso gratuito.
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