Frastornato dal turbinoso giro di società effimere, nomi ricorrenti, curiose coincidenze, passaggi di proprietà, amministratori invisibili, all'epoca avevo posto alcune domande ai responsabili politici dei baraccamenti torinesi, ovvero Chiarabella e l'Assessore Triste. Senza ricevere - manco a dirlo - risposte dall'enigmatica sindaca, e incassando spiegazioni a parer mio zoppicanti dal vago assessore.
Le stesse curiosità mie avevano però indotto i consiglieri d'opposizione Lo Russo e Foglietta a chiedere già in novembre l'audizione davanti alle Commissioni 3 e 5 dei rappresentanti della Mercatini srl, società che ha l'appalto delle bancarelle in piazza Castello e altre piazze cittadine: magari l'amministratrice unica, tale signora De Mango che finora è rimasta null'altro che un nome su una visura camerale. Così, tanto per il piacere di conoscerla.
Il 10 dicembre l'audizione viene fissata per due settimane dopo, il 23: giusto giusto all'antivigilia di Natale, come sorpresa sotto l'albero. E io non vi nascondo che ero davvero ansioso di assistervi. Purtroppo proprio in queste ore - mentre seguo con attenzione le tribolazioni di Roberto Rosso, l'uomo che doveva diventare assessore alla Cultura e che adesso dovrà difendersi dall'accusa di voto di scambio mafioso - quatta quatta arriva la sconvocazione: per motivi l'avviso non specifica, l'audizione a Commissioni riunite della signora De Mango o chi per essa è rinviata "a data da destinarsi". E si noti bene: le commissioni si riuniranno comunque, per discutere le "azioni per favorire la crescita del lavoro nel distretto cinematografico" sollecitate dal consigliere Giovara.
L'amministratrice non si presenta: non lo ritiene necessario
In seguito apprendo che la sullodata signora Maura De Mango all'ultimo momento ha inviato al Comune una lettera (evidentemente scritta da un avvocato) con la quale rifiuta di presentarsi davanti alle Commissioni riunite per i seguenti motivi:
1) ha altri impegni, e anche i suoi collabotori hanno troppo da fare;
2) ritiene (lei ritiene) che la riunione "non abbia reale motivo di essere tenuta" dato che a fine manifestazione loro presenteranno una "relazione qualitativa";
3) ha ricordato inoltre, la signora De Mango, che come vincente di un appalto pubblico la società "è già sottoposta a controlli sull'esecuzione";
4) e infine, dulcis in fundo, si è premurata di sottolineare che "tale riunione non è prevista" tra gli obblighi del capitolato d'appalto.
Ciapa su. Così, a occhio, direi che siamo di fronte alla più solenne palata di merda in faccia che una Commissione consiliare abbia mai ricevuto nell'intera storia del Comune di Torino.
Va da sé che l'amministratrice di Mercatini srl ha il pieno diritto di non presentarsi, ci mancherebbe.
Ma a memoria mia nessuno - né i vertici delle Fondazioni bancarie, né i direttori di musei, teatri, festival, né i presidenti delle massime istituzioni cittadine, neppure personaggi pubblici di grande prestigio - nessuno ha mai rifiutato tanto rudemente di incontrare i rappresentanti del Consiglio comunale, ovvero i rappresentanti dei torinesi tutti. Questo a prescindere da obblighi contrattuali, ma unicamente per ragioni di elementare rispetto istituzionale.
Mi domando se sia rimasto qualcuno, in Comune, che si preoccupi di difendere la dignità dell'Istituzione. In caso contrario, desidero comunicare a lorsignori che io non mi sento rappresentato da quaquaraquà che, se non esigono rispetto da un fornitore, men che meno ne possono pretendere da un loro datore di lavoro, che non li paga certo per sentirsi trattare a pesci in faccia dal primo che passa.
E basta, ormai non mi stupisco più di niente, e non perdo neanche tempo - il mio e il vostro - ad esporre i miei mali pensieri: ciascuno è dotato di un cervello, almeno si presume, e dunque può arrivare da solo alle considerazioni che ritiene corrette.
E' quasi Natale, e si ode un tintinnìo. Sarà la slitta del ciccione in rosso.
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