Chi fa e chi lesina: la direttrice di View Gutierrez (a sinistra)e l'assessore Leon |
Ieri, ad esempio. Conferenza stampa di presentazione della ventesimo edizione di View, alle Ogr. Come ogni anno, puntuale, la direttrice Maria Elena Gutierrez sciorina un programma galattico, roba che altrimenti a Torino manco ce la sognamo. E puntualmente ci sono gli assessori che dicono brava, bene. continua così, e intanto non scuciono un soldo, o peggio si fanno belli delle elemosine che largiscono di malavoglia tanto per tacitare 'sta rompicoglioni. Per fortuna ci sono le fondazioni bancarie che mettono seriamente mano al portafogli, sennò anche View ce lo saremmo giocati già da un pezzo.
E sant'iddio, ogni anno io lo scrivo, e so che non serve un cazzo. Se non ci credete. date un'occhiata ai link che seguono:
http://gabosutorino.blogspot.com/2018/10/senza-parole-view-e-enorme-ma-i-banfoni.html
http://gabosutorino.blogspot.com/2017/10/view-il-successo-cresce-i-contributi.html
http://gabosutorino.blogspot.com/2016/10/bravi-avete-scoperto-view-ora-cercate.html
http://gabosutorino.blogspot.com/2015/10/la-protervia-degli-insipienti-lhanno.html
http://gabosutorino.blogspot.com/2015/10/la-solita-elemosina-per-il-festival-piu.html
http://gabosutorino.blogspot.com/2014/10/la-protervia-degli-insipienti-parte-uno.html
Così stavolta l'articolo l'ho pubblicato venerdì sul Corriere. Adesso, sabato, ve lo ricopio anche qui:
Io francamente ho perso il conto di quanti premi Oscar e Golden Globe e maestri degli effetti speciali e del gaming e costruttori dell'immaginario contemporaneo e produttori cinematografici e altissimi papaveri dell'animazione anche quest'anno come tutti gli anni partiranno da Hollywood e Silicon Valley e voleranno a Torino per partecipare a ViewConference con incontri e masterclass preziosi per le speranze torinesi di imporsi come polo dell'innovazione.
So però che quei giganti planetari dell'innovazione a Torino ci vengono a spese loro, perché View, con la miseria che gli passano i nostri lungimiranti geni comunali e regionali, mai più potrebbe pagargli la business, al massimo l'economy, e loro - comprensivi verso le nostre miserie - declinano con eleganza; e so che manco pretendono i loro consueti compensi; e so che lo fanno perché conoscono e apprezzano e rispettano View e la sua direttrice Maria Elena Gutierrez, la piccola donna di ferro che da vent'anni insiste a fare View a Torino, benché Torino - o almeno i suoi lungimiranti amministratori - da vent'anni insista a sbattersene allegramente gli zebedei di View, e a umiliare Maria Elena con elemosine che lorsignori si piccano di definire contributi.
Quest'anno la Regione concede la sardanapalesca somma di 40 mila euro, ma alla conferenza stampa l'assessore fantasma Vittoria Poggio manco s'è fatta vedere. La Leon sì, invece: figurati se si perde l'occasione di fare la ruota, assai orgogliosa dei diecimila euro che sgancia il Comune. Diconsi diecimila: all'incirca quanto elargisce alle inevitabili e bisognose "associazioni radicate sul territorio" per certi tristissimi concertini di quartiere.
Ma mica sono sussidi clientelari, quelli, per carità! A ciascuno secondo il proprio merito, e proporzionalmente all'interesse della città. O almeno della Città con la maiuscola, intesa come il Comune medesimo e chi lo governa.
La Fondazione Crt e Compagnia di San Paolo sostengono ben più generosamente View: Crt dà la location alle Ogr e 95 mila euro cash, e altri duecentomila li dà la Compagnia. Nonostante questo, a View restano 90 mila euro di scoperto, e Maria Elena Gutierrez è sempre più tentata di smetterla, con View, o trasferirla altrove, in lande meno intasate di minchioni.
Lapucci, segretario generale di Fondazione Crt, sottolinea il prestigio e i benefici che View frutta al tessuto produttivo-tecnologico di Torino, e lancia un appello ai giornalisti: "Fate capire alla città il valore e la capacità attrattiva di un così imponente numero di personalità". Forse Lapucci intende "città" con la minuscola, nel senso di Torino, ma io cado nell'equivoco e sbotto non del tutto sottovoce: "Sono vent'anni che cerco di farglielo capire, a 'ste testacce dure!". Beh, non dico proprio "testacce dure": però questo è un giornale per famiglie, e l'eufemismo rende comunque l'idea.
L'assessore alla gioventù Giusta a questo punto interviene per dimostrare - fatti, non parole! - quanto la Città (con la maiuscola) comprenda l'importanza di View e dei suoi ospiti. Con vibrante soddisfazione annuncia che uno dei protagonisti di View, Deborah Nadoolman Landis, costumista di Blues Brothers e Predatori dell'Arca Perduta, a Torino visiterà nientemeno che il Mufant, il Museo della Fantascienza, e parteciperà con gli altri illustri ospiti a un simpatico party all'Imbarchino. Immagino che la moglie di John Landis, che sta preparando a Londra una mostra di rilevanza mondiale sui costumi nel cinema, e di solito è costretta a sorbirsi le grigie festicciole degli Academy Awards, sarà estasiata dal Mufant e abbagliata dagli splendori del galà all'Imbarchino. Invitarli almeno a Palazzo Madama no, vero? Sei mica matto a tirar fuori l'argenteria per quattro vagabondi. Però, aggiunge la munifica Leon, "offriamo anche alcuni servizi". Oggià: prestano le macchine per andare a prendere gli ospiti a Caselle. In effetti, potevano limitarsi a pagargli il biglietto dell'autobus.
Voglio tuttavia spendere una parola in difesa di lorsignori. Ogni amministrazione ha una sua politica, e spende i soldi coerentemente. Se la Leon e la sua socia Chiarabella giudicano più strategico per "Torino polo dell'innovazione" baloccarsi con droni e monopattini anziché ospitare tante personalità del grande business hollywoodiano, ciò rientra nei loro diritti. D'altronde, adesso hanno piazzato Mimmo De Gaetano al Museo del Cinema, e vedrete quante star internazionali accorreranno alla Mole: Brad Pitt e Martin Scorsese ci usciranno dagli occhi, e non ne potremo più di incrociare Leo Di Caprio la mattina al bar.
Commenti
Posta un commento