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PER UN PUGNO DI EURO (DIALOGO SUI MINIMI SISTEMI TEATRALI). QUARTA LETTERA DALLA SCOGLIERA

Nella casa sulla scogliera il tempo si trascina lento, all'ombra della veranda, sotto un sole africano e di fronte a un mare inargentato. Ieri sera davanti alla casa sulla scogliera è sfilata, come una splendida utopia, l'Amerigo Vespucci, e ci siamo persino un po' commossi vedendola scomparire dietro al Capo delle Colonne. E' l'accalmìa agostana, e nella quiete del meriggiare pallido e assorto non ci si immagina che l'arte sia lì, pronta a sprigionarsi da un banale accadimento che ingenera, all'impronta, un piccolo gioiello del teatro dell'assurdo, un dialogo sui minimi sistemi teatrali che mi permetterei d'intitolare, plagiariamente, "Per un pugno di euro".
La premessa è breve: qualche giorno fa lo Stabile comunica i risultati dell'ultimo bando di Torino Arti Performative, lo strumento con cui il Comune, tramite il Tst, foraggia con piccole somme le compagnie teatrali più precarie e bisognose. Come sempre, tra i beneficiati del Tap la Fondazione Cirko Vertigo (fiore all'occhiello del "nouveau cirque" italiano, la cui sede è a Grugliasco ma che a Torino gestisce le iniziative del Café Muller) non compare. Al che il deluso direttore di Cirko Vertigo, Paolo Stratta, commenta ironicamente su Fb: "Nihil sub sole novum: è una costante della amministrazione Appendino, siamo in continuità con gli anni precedenti"
Seguono i prevedibili commenti dispiaciuti degli estimatori di Cirko Vertigo. Sembra una normale giornata feisbucchiana, e invece ecco il guizzo, l'elemento imprevisto, quello che in arte si chiama il colpo di genio, o l'ispirazione, e che trasforma la banalità in capolavoro. Come evocato da un arcano richiamo, arriva Damiano Carretto, consigliere comunale cinquestelle dell'ala duri&puri - quel tizio, per intenderci, che aspira a dare "un bel calcio nel sedere" alla Compagnia di San Paolo - pretoriano di mille battaglie dell'ortodossia grillina e in ultimo antiappendiniane: ma nell'occasione avvocato d'ufficio della sua giunta. Carretto interviene nella discussione, e si avvia il brioso dialogo.

Damiano Carretto Domanda... Cosa c'entra l'amministrazione con una decisione di una commissione che dovrebbe essere neutrale e valutare semplicemente i progetti? O qualcuno si aspetta che sindaco e assessori debbano indirizzare l'assegnazione dei fondi? Così, tanto per capire se abbiamo la stessa idea di politica...

Paolo Stratta Damiano Carretto, la politica risponde della politica e le commissioni di esse stesse.

Damiano Carretto Appunto, non capisco perché tirare in mezzo l'amministrazione Appendino, come se ci fosse una volontà politica di escludere qualcuno.


Paolo Stratta La mia è
 una fotografia dello scenario, un dato di fatto. Da che l’amministrazione Appendino si è insediata Fondazione Cirko Vertigo, titolare del Teatro Café Müller, un progetto di spettacolo dal vivo in via Sacchi (progetto privatamente restituito alla cittadinanza, dopo 12 anni di chiusura) non ha avuto un centesimo di contributo dalla Città. Un fatto. Non una opinione. E se non sono il sindaco e gli assessori a fare le politiche culturali, sociali, di recupero del degrado, di sostegno all’occupazione (per citare alcuni aspetti) di una Città chi altro dovrebbe farlo?

Damiano Carretto Ripeto, i bandi sono stati fatti. Delle commissioni hanno valutato i progetti. La politica deve stare fuori da certe dinamiche.
Che non abbiate vinto, mi può dispiacere. Ma non ho motivo di dubitare della serietà e imparzialità della commissione.

Paolo Stratta Damiano Carretto, spiace a lei, a noi, ai nostri 60 dipendenti e ai nostri numerosi spettatori. Noi non dubitiamo. Chiediamo. E come sempre ci verrà risposto. E miglioreremo. Sempre. E comunque, tra le competenze di una classe politica ci sarebbe almeno quella di scrivere delle norme in maniera corretta, non escludendo a priori soggetti che non abbiano la sede legale nel territorio della città. (O lei è della scuola “prima i torinesi”?).

Coup de théâtre: entra in scena, nel ruolo del deuteragonista, un'altra testa d'uovo del team cinquestelle, l'assessore supplente alla Cultura Massimo Giovara, per dar manforte a Stratta e prendere le distanze dalle modalità del bando, in particolare dall'esclusione delle realtà che non hanno sede nel territorio comunale. Insomma, interpreta brillantemente il ruolo del poliziotto buono.

Massimo Giovara Sono d'accordo con Paolo Stratta: avevo mestamente suggerito di non escludere i non residenti per il contributo Tap on Tour. La commissione risponderà. Spero che non sia una scelta politica vecchio stile. Anche se, onestamente, non mi pare che tra i "premiati" ci siano simpatizzanti della giunta. Con rispetto.

In quella, sentendosi tirata per la giacchetta, scende in campo pure Barbara Bertin, la presidente della Commissione che ha deciso l'esito del bando Tap. Bertin ha fatto parte anche delle commissioni che hanno portato alla nomina di Walter Malosti alla direzione del Tpe e di Emiliano Bronzino alla direzione del Trg.

Barbara Bertin Massimo Giovara, leggi il bando prima di esprimere i tuoi autorevoli giudizi. Un saluto cordiale.
Paolo Stratta, cosa c'entra la classe politica? Cosa c'entra? Me lo spieghi? Non colgo la sottile osservazione. Però ti faccio una domanda: hai letto con attenzione il bando?

Paolo Stratta Barbara Bertin, evidentemente non l’ho letto con sufficiente attenzione e verrò edotto dai verbali della commissione. Sono un amante della conoscenza.

Barbara Bertin Paolo Stratta: ottimo. Damiano Carretto, un mesto e umile suggerimento: leggi anche tu il bando. 😊 I Commissari sono TECNICI. Autorevoli tecnici. E ti assicuro che ho avuto il modo di apprezzarli e ammirarli in diverse commissioni.

Damiano Carretto Ma io sono a conoscenza che la commissione sia formata da tecnici. Per quello non capivo i riferimenti alle scelte politiche.

Ma le sorprese dell'appassionante pièce teatrale non sono ancora finite: ecco che, per l'happy end, arriva l'ormai celebre staffista (o assessorino, o portaborse che dir si voglia) della Leon, l'influente Gianni Limone, che suggella la discussione con una profonda e circostanziata analisi socio-economico-culturale ancora sapida di succhi extraparlamentari sessantottini e gravida di severe considerazioni sulle disuguaglianze sociali e l'avidità del capitalismo demoplutocratico-teatrale.

Gianni Limone Il bando Tap è destinato a compagnie di teatro e danza torinesi con una potenzialità economica che impallidisce davanti alle risorse di cui Cirko Vertigo è destinatario. Il bando annuale dovrebbe consentire proprio a queste piccole compagnie di sostenere i propri progetti, visto che non accedono al Fus e non sono, a parte qualcuno, destinatari di fondi regionali. Vogliamo impedire loro di esistere? Lo scopo del Tap annuale è questo. Questa, personalmente, credo sia una delle iniziative politicamente più azzeccate che si potesse mettere in campo in città. Dopo anni di decisioni prese sulla base di simpatie, vicinanze politiche e veline con gli elenchi dei papabili, una commissione di esperti esterni all'amministrazione decide, sulla base di criteri precisi, valutando i progetti e i requisiti (minimi in questo caso). Ma è nel vostro diritto chiedere di vedere gli atti. Dopo di che, trovo poco comprensibile che ci si metta in competizione con realtà che stentano a sopravvivere e che rappresentano una ricchezza sempre in pericolo di scomparsa.

Paolo Stratta Gianni Limone, non immaginavo saremmo arrivati alla patrimoniale. Il fatto è sempre lo stesso. Fondazione Cirko Vertigo ritiene di assolvere a una funzione artistica e culturale importante attraverso la progettazione e le attività del Teatro Café Müller a Torino. Non è dello stesso avviso la Città di Torino il cui sindaco non ha mai ritenuto, essendo invitata, di presenziare ad una singola attività in tre anni.In secondo luogo un diritto è un diritto e da quanto leggo tra le righe il diniego non è su base di censo ma su irregolarità che avremmo commesso in fase di compilazione per non aver interpretato bene i requisiti .
In ogni caso, anche se i cuori si stanno scaldando, propongo di chiudere qui. Noi, come dei diligenti scolaretti ci prepareremo a rispondere meglio ai prossimi bandi, studiando di più e ripassando anche i motti latini. (Ibis redibis non...).

Fabula acta est. Per i curiosi, qui sotto c'è l'elenco dei vincitori del bando Tap. A me resta però una curiosità: che significato danno, questi signori, all'aggettivo "mesto" e all'avverbio "mestamente"? Non mi pare, dal contesto, che sia quello, tradizionale, di "triste", "improntato a sentimenti di contenuto dolore", "malinconico" ("Né da te, dolce amico, udrò più il verso / e la mesta armonia che lo governa", Foscolo, "I sepolcri"; o anche "la mesta cerimonia", trattando di funerali, cremazioni, veglie funebri, messe di trigesima e affini). Qui, direi, le parole "mesto" e "mestamente" sembrano assumere il senso che per noi illetterati hanno "sommesso" e "sommessamente", o anche "modesto" e "modestamente", tipo "un modesto consiglio" o "suggerire sommessamente". Ma le mie meste convinzioni devono inchinarsi all'opinione del fior fiore degli intellettuali del teatro torinese. E dunque mestamente mi taccio.

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