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OGGI LE COMICHE: LA GRANDE CRISI DELLE OLIMPIADI

L'arco costituzionale meno meno giura fedeltà ai valori olimpici. I quattro sulla sinistra sorvegliano la porta per prevenire colpi di mano grillini
Il Movimento 5 Stelle si spacca sulle Olimpiadi e salta il Consiglio comunale che oggi pomeriggio avrebbe dovuto discutere una mozione del Pd sulla candidatura di Torino. Per la prima volta da inizio amministrazione, in Sala Rossa è mancato il numero legale. Assenti, tra i banchi della maggioranza, i consiglieri Damiano Carretto, Daniela Albano, Marina Pollicino e Viviana Ferrero. Assenze che le minoranze hanno rimarcato non rispondendo all'appello e mandando 'sotto' la maggioranza. L'ipotesi della candidatura olimpica di Torino, su cui Beppe Grillo ha espresso parere positivo, non sembra avere superato le perplessità dei consiglieri grillini che oggi pomeriggio non si sono presentati in Consiglio comunale. Il Consiglio è stato aggiornato, ma non è ancora noto se riprenderà in serata o in un altro giorno (Ansa Piemonte, 12 marzo, ore 18,06)
Un delizioso balletto, un'esilarante pantomima con i consiglieri che entravano e uscivano al momento dell'appello, con tutte le gag del repertorio dell'Ambra Jovinelli compreso lo stordito che arriva in ritardo urlacchiando "ci sono! ci sono!". 
Il Consiglio comunale non tradisce mai le aspettative: ci ho rimesso piede oggi pomeriggio, dopo lunga assenza, e non credo avessero preparato uno show speciale per festeggiare il mio ritorno. E' la teatralità naturale che vive e brucia in quegli stupendi animali (da palcoscenico, s'intende):  maestri della recita a soggetto, oggi avevano un canovaccio fortissimo, la mozione del Pd che auspica la candidatura olimpica di Torino. Sapete, quella storia del bis delle Olimpiadi Invernali, però low cost, ambientaliste, autoridotte e fuori dell'ottica del sistema. Un soggetto che nelle mani di un autore comico garantisce sprazzi di grande teatro boulevardier: non a caso l'altro giorno ci aveva messo mano pure Grillo, che se ne intende, spiazzando i suoi fedeli con il colpo di scena che adesso le Olimpiadi non sono cattive, bensì buone. 
Il contrordine compagni non ha convito però tutti i fedeli, sicché oggi in Consiglio quattro grillini duri e puri non si sono presentati, giusto per non mandare platealmente affanculo il capo opponendosi alla mozione sulle Olimpiadi proprio adesso che il capo dice che non sono cattive ma buone.
Apriti cielo, in Sala Rossa s'è scatenato il caravanserraglio, con tutti 'sti consiglieri d'opposizione, del Pd e di Forza Italia e tutto il resto, che contavano chi c'era e chi non c'era e se mancava o non mancava il numero legale, e francamente non ci ho capito un tubo, c'era un dentro e fuori che neanche John Holmes, e un tourbillon di consiglieri d'opposizione e maggioranza che entravano e uscivano come il cucù dell'orologio; mentre i grillini presenti se ne stavano arcigni sui loro spalti sguarniti, e la Chiarabella un po' smanettava sull'Iphone e un po' parlottava con il vicesindaca Montanari e un po' con una tipa con un profilo che mi ricorda la Susy dei quesiti della Settimana Enigmistica e penso sia la capagruppo, o la capogruppa, o la capagruppa, dei cinquestelle.
Quelli del Pd e quelli del centrodestra facevano gran conciliaboli e sembravano di buonumore. Mi colpisce sempre  questa cosa: i consiglieri, di maggioranza o d'opposizione che siano, non perdono quasi mai il buonumore; magari fanno i seri durante il loro intervento, però poi si vede che non sta succedendo niente di terribile perché hanno tutti l'aria gioviale e rilassata. E il bello del varieté di oggi pomeriggio è che era già tutto previsto, tutti sapevano che i quattro duri e puri non si sarebbero presentati: e qualcuno giura che i duri e puri aspettavano soltanto l'occasione per mandare un rude segnale a Chiarabella e rimetterla sulla giusta strada dell'ortodossia. Faccende interne loro, insomma. Olimpiadi o non Olimpiadi. Infatti in queste ore i media annunciano "A Torino la maggioranza si spacca". Sapessero quanto mi sono spaccato io...
Ad ogni modo. D'un tratto, com'è come non è, il Versaci annuncia che manca il numero legale. Consiglio finito, tutti fuori delle palle. Però in Sala Rossa a occhio direi che gente ce n'era, solo che non rispondevano all'appello, che se l'avessi fatto io al liceo finivo diritto filato dal preside; e non ho manco capito chi volesse far mancare il numero legale e perché, e francamente me ne fotto.
Quando lo spettacolino di varietà è terminato quelli dell'opposizione ci hanno invitati a un after hour, un secret show molto divertente in una stanzina del backstage e ci hanno fatto strada e tutti noi giornalisti dietro che sembravamo i sette nani, solo che eravamo più di sette e non cantavamo "Ehi-oh, andiamo a lavorar". Sarebbe troppo pretendere. 
Nella stanzina, quelli dell'opposizione si sono schierati dietro un tavolo - voi lo sapete già, in Municipio i tavoli sono l'unica cosa che non manca mai - e hanno detto che loro, tutti, sono a favore delle Olimpiadi, a prescindere dalle differenze politiche, perché le Olimpiadi sono un bene per la comunità e loro, a prescindere delle differenze politiche, hanno a cuore il bene della comunità; e tutti annuivano, dal Morano di Fratelli d'Italia a quelli del Pd; e il capogruppo del Pd ha pure detto che lì c'era l'intero arco costituzionale, espressione che mi ha riportato agli anni felici della mia gioventù. A dire il vero io non ho visto quella della sinistra-sinistra, la Artesio, che forse non è tanto a favore delle Olimpiadi; o forse ci aveva altro da fare, o sono io che son cecato. Di sicuro mancava Ricca, della Lega, e tutti a darsi di gomito e a dire che faceva le prove della futura alleanza di governo, e Torino magari non avrà le Olimpiadi (probabilissimo) ma sarà ancora e sempre una città laboratorio. 
Ricca comunque stava fuori dalla porta, e quando siamo usciti gli abbiamo chiesto se è a favore delle Olimpiadi, e lui ha detto sì, che lui non fa le conferenze con il Pd però è a favore delle Olimpiadi. E ancora vorrei vedere che diceva il contrario, dato che Salvini ha detto che le Olimpiadi sono buone e non cattive, e Ricca non è mica un grillino che se ne sbatte di quello che dice il capo.
A farla breve: nella stanzina l'arco costituzionale meno Artesio meno Ricca ha detto ai giornalisti che se Appendino gli chiede i voti per far passare la mozione e dare il via libera alla candidatura di Torino per le Olimpiadi, loro i voti glieli danno. Ma credo che Chiarabella non glieli chiederà. Lei ha già detto che quella di Torino non sarebbe una candidatura, semmai "una manifestazione d'interesse". Tipo appalto.
E' chiaro che stiamo a scherza': non ci crede nessuno, e ciascuno fa ammuina per i cazzi suoi, a seconda di come gli conviene. Io mi domando se questi non hanno una vita, visto che non trovano di meglio che passare le giornate a percularsi reciprocamente.
A ben pensarci il più fesso sono io che sto a raccontarli. Ma almeno io lo riconosco, che sono fesso.
In compenso sono un ragazzo curioso e cerco di capire il mio prossimo. Quindi, quand'eravamo nella stanzina, ho domandato all'arco costituzionale meno meno di che cavolo stessimo parlando in quella stanzina, dato che a questo punto è evidente che le Olimpiadi a Torino non si faranno; ma mica perché siamo "nelle mani di quattro grillini", come si duole il capogruppo del Pd riferendosi ai duri e puri riottosi; bensì per il semplicissimo motivo che non ci sono abbastanza scemi nel mondo.
Voglio dire: per come si sono messe le cose e per come la vedo io, il ritorno delle Olimpiadi a Torino presupporrebbe un numero eccezionale di scemi. Troppi persino per un mondo come il nostro che trabocca di scemi.
Un fatto è scontato: Milano presenterà la sua candidatura, ed è alla candidatura di Milano che pensa Salvini quando dice che le Olimpiadi sono una cosa buona. Mia è scemo, Salvini. E il Coni sosterrà la candidatura di Milano, visto che già una volta hanno fatto la cazzata di candidare una città a giunta cinquestelle ed è finita dimmerda, e non possono essere tanto scemi da ricascarci.
Però poni che Torino trovi l'unità d'intenti (seeee, la settimana dei tre giovedì...) per candidarsi; e metti che il Coni sia talmente scemo da sostenerla. Metti pure che accada ciò che ragionevolmente non può accadere. Ma ve li immaginate quelli del Cio, quando si trovano sotto il naso la candidatura di una città così malconcia, divisa, malaminchiata, con un sindaco che non si capisce da che parte sta e un consiglio comunale che non riesce a mettersi d'accordo e la prospettiva di ritrovarsi un canaio perenne di no-Giochi e proteste magari capeggiate dalle massime autorità cittadine? Possono pure essere alla canna del gas, quelli del Cio. Possono pure non trovare uno straccio di città disposta a organizzarle, le stramaledette Olimpiadi. Ma non credo proprio che siano scemi al punto di cacciarsi scientemente nel ginepraio-Torino.
Ho fatto notare questo non trascurabile problema all'arco costituzionale meno meno e mi hanno risposto che le Olimpiadi sono una grande opportunità e non si può non provarci, quindi ci proveranno comunque per il bene della comunità.
Molto decoubertiniano, in effetti: non conta vincere, conta provarci. Chiedere è lecito e non costa niente. Anzi: se qualcuno mi dà il numero di telefono di Gwyneth Paltrow, le chiedo se viene a cena con me. 
Non posso non provarci.

Commenti

  1. i punti del modello Torino esposti dalla sindaca li poteva scrivere anche mio figlio in seconda media, la primogenita di prima liceo chiamatela per il prossimo giorno della memoria. Ma non è che la sindaca parlando di "Riuso e sostenibilità per l’esistente" sta pensando alle casette di Natale con i Fiocchi?

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  2. Al CIO sono cosi' malmessi sulle candidature che prenderebbero in seria considerazione anche l'offerta di Cesano Boscone. Scherzi a parte, dal punto di vista tecnico Torino ha il vantaggio di avere una buona parte degli impianti esistenti. I due punti di criticità (trampolino e bob) si potrebbero risolvere chiedendo ai francesi di utilizzare i loro impianti in Alta Savoia, costruiti per le Olimpiadi di Albertville e non mandati in malora come abbiamo fatto noi, appena oltre il confine. Non è una mia idea originale. Valentino Castellani, disse, in una conferenza a cui ero presente, che il Toroc 2006 aveva già avanzato questa proposta, paventando l'inutilità del loro utilizzo post giochi ma gli allora ministri Frattini e Pescante si opposero anteponendo l'orgoglio italico ("l'Italia deve avere il suo trampolino al sole"). P.s. capagruppo, o la capogruppa, o la capagruppa, forse per come sta andando, meglio CAPOGRAPPA

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