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LA COMMISSARIA CAPATOSTA E LA COMPAGNIA DEI FENOMENI

Commissaria capatosta. Rosanna Purchia non le manda a dire

Ieri la tosta commissaria del Regio Rosanna Purchia s'è sciroppata la torinesissima pantomima dell'audizione in Commissione cultura, convocata dalla pensosa interpellanza "Quale futuro per il Teatro Regio?", presentata lo scorso 12 giugno da alcuni consiglieri d'opposizione. Lo scarto temporale di sei mesi fra presentazione e discussione ha reso l'intera faccenda ancor più surreale, laddove l'interpellanza interpellava su
"quali concrete garanzie vi siano per la qualità della programmazione artistica e il mantenimento della professionalità e della stabilità delle maestranze del Teatro Regio nel caso di nomina di un commissario ministeriale" ma nel frattempo il commissario ministeriale è bell'e arrivato/a e ha cominciato a lavorar di ramazza con una lena che al Regio non si ricordava da millenni.
Poco male: la tosta commissaria, che notoriamente ha tempo da buttar via, s'è pure presa il badò di trascorrere un paio d'orette in collegamento con la Compagnia dei Fenomeni, raccontando quello che sta facendo al Regio (né più né meno le stesse cose che la Compagnia poteva tranquillamente leggere ieri mattina su tutti i giornali) e quindi rispondendo alla tempesta delle domande, se non ficcanti di sicuro verbosissime (eloquentiae satis, parum sapientiae), arrivate dal nobile consesso.
Stralcio - dal mio articoletto uscito oggi sul Corriere - alcune righe che potranno illuminarvi sul tenore di tali perspicue domande: "C'è quello incarognito perché non gli mostrano le “relazioni trimestrali” e ci impiega dieci minuti per esprimere l'alato concetto; quella che spiega il suo punto di vista sul commissariamento del Regio, fosse mai gliene fregasse a qualcuno; chi si lamenta perché la sua richiesta di “accesso ai dati” non ha avuto risposta; chi pretende di vedere il “piano industriale” perché deve “rispondere ai cittadini”; e chi discetta di “intelligenza artificiale” mentre in questa città siamo ancora alla ricerca di qualche barlume di intelligenza naturale..."
Il tournement de palls procuratomi dal vaniloquente cicaleccio delle domande è però ripagato dal godimento per le risposte della tosta commissaria. Potete leggerle per esteso nell'articolo sul Corriere, ma le sintetizzerei così: "Io, in quanto commissario straordinario, rispondo del mio operato ai soci, se non vi va vedetevela con loro. Sono qui con pieni poteri e intendo avvalermene. Quel Teatro andava a ramengo da almeno dieci anni, adesso per favore lasciatemi lavorare". Naturalmente è una semplificazione alla mia maniera delle espressioni ben più cortesi usate dalla tosta commissaria. Che comunque è piuttosto esplicita quando dice, paro paro: “Noi non abbiamo nulla da nascondere, ma appensantirci di interpellanze e richieste di verbali non ci aiuta, mentre lavoriamo giorno e notte”. In effetti, come ben sanno gli operai dei cantieri stradali, lavorare diventa difficile quando si è circondati da umarell che fanno gli esperti e ammaniscomno consigli non richiesti...
Per completezza d'informazione, e con il consueto apprezzamento per lo stile compassato delle relazioni ufficiali, riporto qui la cronaca dell'incontro come ce la fornisce il periodico on line del Consiglio comunale Cittagorà:

Ospiti della Commissione Cultura Rosanna Purchia, commissario del Teatro Regio e Guido Mulè, direttore generale. “La situazione del Regio era degenerata” con le implicazioni portate dalla diffusione del Covid-19 e quindi ai mancati ricavi della biglietteria. Questo l’esordio di Rosanna Purchia. La prima parte del suo lavoro, svolto con il direttore generale Mulè, è stato quello di cominciare a predisporre un preconsuntivo del 2020 e cominciare a delineare il 2021. Entro l’anno (è sul filo di lana) sarà approvato un decreto che consentirà di integrare i bilanci dei teatri lirico-drammatico che dovrebbe consentire l’equilibrio di bilancio del Regio, che al al momento non lo è. IL budget del 2021 sarà di 29 milioni (lo standard del teatro era tra i 33-35 milioni).
La questione più ardua è stata affrontare la situazione occupazionale. I lavoratori (si fa riferimento ai 18 contratti a tempo determinato che non sono stati confermati, NdG) saranno coperti per due anni con l’indennità mensile di disoccupazione (Naspi) e comunque saranno un bacino al quale il teatro potrà sempre attingere. La pianta organica di tutti i dipendenti (ovviamente a tempo indeterminato, NdG) del Regio non è stata toccata.
Il Regio nei mesi tra giugno-settembre allestirà spettacoli esterni dovuti alla chiusura del teatro per lavori di manutenzione. Rosanna Purchia ha espresso il proprio piano di miglioramento organizzativo della struttura. E lo ha detto con tre parole: chiarezza, metodo e ordine ribadendo che era da almeno 10 anni che l’organizzazione restava la stessa mentre fuori il mondo cambiava radicalmente. All’organigramma del Regio è stata aggiunta la direzione marketing e fundraising, un ufficio legale e un ufficio controllo di gestione.
Molti i chiarimenti e le domande espresse dai consiglieri, che vista l’importanza del tema, il presidente Massimo Giovara riconvocherà una seconda audizione in commissione
(quest'ultima frase sintatticamente non sta in piedi, ma il concetto è questo: la Compagnia dei Fenomeni ha ancora tanta voglia di dire la sua sul Regio e quindi faranno perdere un altro paio d'ore alla Purchia, che con tutte le grane che ci ha ogni giorno dovrà pure sorbirsi 'sta penitenza... NdG) .

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