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THE TIP OF THE TAP


E' cosa buona e giusta che il Comune si impegni per sostenere lo spettacolo dal vivo devastato dalla pandemia con uno sforzo eccezionale: 500 mila euro nel bilancio 2021 per finanziare il Tap-Torino Arti Performative.
Spero che risorse altrettanto ingenti vengano destinate a forme di spettacolo che non siano prosa, danza e circo contemporaneo. Ma intanto quel mezzo milione soccorrerà le piccole compagnie e associazioni teatrali che già normalmente non se la passano tanto bene: figurarsi adesso che le sale sono vuote per decreto.
Stamattina la giunta comunale ha approvato "le Linee Guida per lo sviluppo e il sostegno delle Arti Performative 2021-2023" e l'ottima Leon non stava nella pelle dalla voglia di annunciare la lieta novella al popolo, sicché ha convocato seduta stante una conferenza stampa, costringendo il Regio a spostare la sua, già fissata alla stessa ora: butta a mare la prima pagina, abbiamo lo scoop. E per la fausta cerimonia la gioiosa Maiunagioia ha arruolato l'intero stato maggiore del teatro torinese: i direttori dello Stabile, del Tpe, del Teatro Ragazzi, e pure Negrin di Piemonte dal Vivo, videoschierati a confermare la piena e spontanea adesione al secondo triennio del glorioso progetto Tap-Torino Arti Performative che già nel 2018-2020 ha perseguito il nobile obiettivo di "attivare nuove modalità di sostegno e interlocuzione a favore e nei confronti dei soggetti del teatro e della danza operanti sul territorio cittadino e di creare le condizioni per un sistema inclusivo e permeabile, capace di premiare qualità, competenze, innovazione e costruire un rapporto più efficace con il pubblico". In parole povere, si tratta distribuire qualche migliaio di euro al maggior numero possibile di piccole compagnie indipendenti: si era cominciato nel 2017 con 22, nel 2020 in 30 si sono spartite il montepremi di 390 mila euro. E sì, non c'è di che scialare. Per concorrere alle provvidenze ci saranno gli appositi bandi, con progetti triennali e annuali che verranno valutati da una commissione, beninteso esperta e pure lei indipendente.
Come sempre, la banale spartizione dei pani e dei pesci, seppur tanto necessaria in un momento così difficile, non viene raccontata banalmente; bensì è nobilitata con gli strumenti della retorica, tramite una narrazione che esalta "le nuove linee guida che propongono di attivare strumenti in grado di offrire una maggiore flessibilità alle compagnie e riconoscere il valore dell'atto creativo e produttivo in sé": tradotto in italiano significa "i soldi ve li diamo anche se non potete andare in scena perché i teatri sono chiusi". 
A dirsela tutta, ciò che ho notato nell'esperienza del passato triennio tappetaro (o si dirà "tappista"?) è stata soprattutto l'inevitabile conflittualità fra sommersi e salvati, fra vincitori (di bando) e vinti; a scanso di polemiche, comunque, quest'anno possono concorrere anche compagnie che operano a Torino pur avendo la sede legale in un altro comune, tipo Grugliasco.
Ma accanto alle scene di lotta per la sopravvivenza abbiamo anche assistito a un edificante esperimento sociale, il patto di mutuo soccorso per il quale - nell'ambito di un coordinamento del settore -alcuni dei vincitori si sono impegnati a destinare parte della somma conquistata a quelli che invece rimanevano a bocca asciutta. All'epoca il meccanismo mi lasciò perplesso, in punto di diritto, ma gli ideatori mi assicurarano che era tutto regolare. Oggi ne ho chiesto conferma alla Leon, e gli ideatori se ne sono assai risentiti; comunque Leon ha detto che anche per lei va bene così. E volevo vedere che gli metteva i bastoni fra le ruote, a pochi mesi dalle elezioni.
Ecco, dico soltanto che sarebbe bello chiamare le cose con il loro nome. E' giusto e necessario sostenere e far crescere il teatro minore: sempre, e oggi più che mai; ed è anche nelle logiche della politica che un'amministrazione in carica abbia - specie a fine mandato - un occhio di riguardo per settori che potenzialmente rappresentano un serbatoio di voti. Ma possiamo dircelo senza tanti giri di parole?
E per capire che cosa intendo, beccatevi l'integrale del comunicato comunale. Vi prego di apprezzare il passaggio in neretto dove si prospetta la discesa in campo della Fondazione Cultura per trovare gli sponsor per le piccole compagnie teatrali: uno spunto perfetto per la prossima puntata di "Mission Impossible". Il brillante calembour del titolo invece non lo spiego, confidando nelle vostre doti di anglisti.

Questa mattina la Giunta Comunale, su proposta dell’assessora alla Cultura Francesca Leon, ha approvato le Linee Guida per lo sviluppo e il sostegno delle Arti Performative 2021-2023.
Nel triennio 2018-2020 la Città di Torino aveva già dato vita al progetto T.A.P. - Torino Arti Performative con l'obiettivo di attivare nuove modalità di sostegno e interlocuzione a favore e nei confronti dei soggetti del teatro e della danza operanti sul territorio cittadino e di creare le condizioni per un sistema inclusivo e permeabile, capace di premiare qualità, competenze, innovazione e costruire un rapporto più efficace con il pubblico.
Si erano così tracciate le modalità generali di azione poi declinate nelle convenzioni stipulate con le Fondazioni teatrali partecipate - Fondazione Teatro Stabile di Torino (soggetto attuatore) e Fondazioni Torino Piemonte Europa e Teatro Ragazzi e Giovani (con compiti complementari ed integrativi) - e nei successivi bandi (triennale ed annuali).
Con la deliberazione di oggi l'esecutivo di Palazzo Civico, sulla base della precedente sperimentazione e alla luce dell'attuale contesto storico contraddistinto da forti incertezze visto il perdurare dell’emergenza sanitaria, ha introdotto soluzioni alternative aggiornate e si è impegnato a promuovere una nuova triennalità per offrire agli operatori del comparto performativo, già duramente provati dalla crisi economica e sociale, una possibilità concreta di ripresa e di salvaguardia della loro stessa esistenza.
Nello specifico le nuove linee guida propongono di attivare strumenti in grado di offrire una maggiore flessibilità alle compagnie e riconoscere il valore dell'atto creativo e produttivo in sé; individuare le specificità delle componenti del sistema dello spettacolo dal vivo del nostro territorio; favorire la collaborazione e l'incontro tra domanda e offerta di spazi e servizi; implementare il lavoro della cabina di regia attraverso l'individuazione di attività utili a sostenere le arti performative nel territorio cittadino e lo sviluppo di progetti specifici.
Il modello messo in campo dalla Città ha permesso, nel corso dell'attuale consiliatura, di ampliare la platea dei soggetti che hanno beneficiato di contributi per le loro attività, passando dai 22 gruppi del 2017 ai 30 del 2020, facilitando l'accesso alle risorse pubbliche anche da parte di compagnie che difficilmente avrebbero potuto accedere ai contributi Fus e regionali.
Con questo nuovo atto, inoltre, si accentuano il ruolo e le funzioni della Cabina di Regia oltre che delle Fondazioni teatrali alle quali vengono assegnati nuovi strumenti attuativi sia per garantire un sostegno economico attraverso i bandi, sia per offrire opportunità di crescita professionale attraverso la progettazione di un programma di Alta Formazione da sviluppare nel triennio in collaborazione con il Teatro Stabile, il TPE e il TRG e tramite lo strumento della ‘compagnia associata’
(qui è dove inseriscono le "audizioni" per portare qualche compagnia locale a lavorare per Stabile, TPE e TRG: cosa peraltro che a quelle brave già accade da tempo immemorabile. NdG).
Ulteriori elementi innovativi - rispetto alle Linee guida della scorsa triennalità - sono rappresentati dall’istituzione di un organismo informale di confronto e consultazione che coinvolgerà periodicamente i rappresentanti dei gruppi vincitori dei bandi TAP; dalla stipulazione di un protocollo di intesa con gli altri Enti che costituiscono la Cabina di Regia; dalla collaborazione con la Fondazione per la Cultura Torino, per il supporto alla ricerca di ulteriori fondi a sostegno di progettualità individuate; dalla previsione di una ‘Stagione TAP’ con la valorizzazione delle produzioni e dei progetti realizzati grazie al sostegno economico e alle ulteriori azioni promosse nell'ambito del TAP e, infine, dall’intenzione dell'Amministrazione di attivare un percorso progettuale che conduca alla messa a disposizione di una struttura adeguata nella quale dar vita a uno spazio fisico multidisciplinare che possa attrarre le energie creative di tutto il comparto dello spettacolo dal vivo e del mondo delle arti contemporanee.
“Le nuove linee guida per il triennio prossimo – sottolinea Francesca Leon, Assessora alla Cultura della Città di Torino - sono state profondamente influenzate dall’evento pandemico e sono state riorientate tenendo in debita attenzione le pesanti limitazioni che hanno contraddistinto le attività di spettacolo nel 2020 e che tuttora persistono. Per tutto il 2020 l’Assessorato alla Cultura si è confrontato con le realtà culturali della città per raccogliere, direttamente dalla voce delle imprese culturali, problemi e indicazioni di soluzioni perseguibili. Il progetto TAP 21-23 è, dunque, il risultato di un processo che ha fatto tesoro dei suggerimenti raccolti in questo lungo percorso e della fruttuosa e, ormai, consolidata collaborazione con le principali istituzioni teatrali partecipate dalla Città. L’intento principale del TAP – conclude Francesca Leon - è, dunque, quello di supportare la ripartenza delle attività performative sostenendo le compagnie nel percorso di rilancio del loro progetto artistico.”
Con deliberazioni successive saranno approvati gli atti di attuazione delle linee guida e assegnate le risorse necessarie alle Fondazioni teatrali per la triennalità di riferimento, per un importo annuo presunto di 500.000 euro.

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