Mi pare che la mia personale insofferenza per lo streaming sia largamente condivisa. Intendo lo streaming come surrogato, del tutto deficitario e frustrante, dello spettacolo dal vivo. Va bene - come ha osservato qualcuno - se serve a dare una pur sporadica opportunità di lavoro (e guadagno) a tante categorie dello spettacolo ferme in pratica da un anno. Ma non ce la stiamo a raccontare: lo spettacolo in rete non è una risposta sufficiente alla nostra fame di teatri, di concerti, di sale cinematografiche.
In compenso, mi fanno notare, la stessa tecnologia trova un suo perché in altri ambiti del lavoro culturale. Le conferenze, ad esempio, con lo streaming possono funzionare. O quantomeno non vengono troppo snaturate. Ad esempio, Gabriele Vacis mi segnala un incontro che ha avuto di recente con il "Tavolo giovani" di Settimo Torinese, la sua città. Incontro in presenza, s'intende con numeri limitati, distanziamento, mascherine e quant'altro. Ma anche su Youtube la lecture, dedicata al rumore indistinto dell'oggi interpretato attraverso l'eterna attualità di Euripide, funziona molto bene. Provare per credere: questo è il link
https://www.youtube.com/watch?v=OZK3phDhhjA
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