Enzo Ghigo |
Nel primo weekend del Torino Film Festival gli spettatori sono diminuiti di "circa il 25 per cento" (parole del presidente del Museo del Cinema Enzo Ghigo) rispetto all'ultima edizione in presenza, nel 2019. Il calo saltava agli occhi già sabato pomeriggio: le sale erano quasi sempre ben lontane dal sold out. Ieri le redazioni attendevano il consueto report dell'ufficio stampa sull'andamento del weekend: report che non è arrivato. Ancora domenica pomeriggio una responsabile della comunicazione mi assicurava che l'avrebbero diffuso "lunedì pomeriggio, dopo una riunione col direttore": riunione che, mi dice il direttore Francia di Celle, non c'è stata, così come non c'è stato l'atteso comunicato.
A metà pomeriggio, però, mi chiama il cortese presidente Ghigo e mi spiega che hanno deciso di annunciare soltanto i dati definitivi, una volta terminato il Tff. Gli faccio notare che un tale atteggiamento potrebbe apparire reticente e che, se l'affluenza è in calo, tanto vale dirlo subito: la verità rende liberi. Ghigo ne conviene, e a quel punto mi dice che sì, nei primi tre giorni di proiezioni il Festival ha perso circa un quarto degli spettatori rispetto allo stesso periodo del 2019. Ghigo mi fa però notare che il dato rispecchia quello delle sale cinematografiche in generale, che dalla riapertura registrano per l'appunto un calo del 25 per cento delle presenze. Argomentazione logica, così come sono logiche altre considerazioni che potrete leggere nell'articolo di stamattina sul Corriere. In particolare, Ghigo riconosce che risparmiare sulla promozione del Festival "è stato un errore". Beh, meglio tardi che mai. Più in generale, nel corso della nostra conversazione telefonica constato con piacere che le valutazioni di Ghigo sul calo di presenze sono identiche a quelle che già avevo elencato nell'articolo pronto per andare in stampa. Oltre alla pubblicità praticamente assente, ha giocato un ruolo negativissimo la scomparsa delle biglietterie: l'acquisto dei biglietti on line scoraggia gli spettatori "casuali": quelli, per capirci, che decidono all'ultimo momento di andarsi a vedere un film al Festival, per curiosità e per riempire il pomeriggio festivo. E ci si mette pure la malasorte: il Tff in presenza è cominciato in perfetta sincronia con la ripresa dei contagi e l'allarme per la "variante omicron". Sono notizie che possono indurre i più apprensivi a tenersi alla larga dai luoghi affollati.
Nel 2019, ultima edizione in presenza, nell'arco dell'ìntero Festival ci furono 61.000 presenze totali, 2.090 accreditati (stampa e professionali/industry), 26.165 biglietti singoli, 674 abbonamenti e 234.000 euro di incasso. Non dispongo purtroppo dei dati del primo weekend, che però si possono dedurre guardando a quelli del 2018, quando le presenze totali furono 62.500 con 236.000 euro di incasso: nel primo weekend, fra venerdì 23 e domenica 25 novembre, furono venduti 16.174 biglietti per un incasso di 164 mila euro. In base a questi numeri e considerando il calo del 25 per cento, posso ipotizzare che quest'anno, tra venerdì 26 e domenica 28 novembre, il Tff ha avuto all'incirca 12 mila spettatori.
Credo che far pagare i biglietti meno, quando già si è risparmiato eliminando i gazebo non abbia molto senso. Non è stata facile la prenotazione per me alla mia prima esperienza online, ho dovuto procurarmi una carta, ho avuto difficoltà tramite telefono perché si inserivano pubblicità che non si riuscivano a chiudere. Volevo rinunciare, ma già avevo preso ferie e prenotato l'albergo e al TFF sono affezionata, un evento che aspetto con gioia. Detto ciò, nulla da dire sui film visti, buoni film e forse un programma anche troppo vasto. Mi mancavano un po' le file in coda per poter interagire con altri visitatori e scambiare opinioni. Nel complesso esperienza positiva, ma spero che la vendita online venga almeno abbinata alla vendita cassa/gazebo che permette una più veloce aggiunta, grazie!
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