E' venuto, ci ha rifilato i calci nel culo che tanto ampiamente meritiamo, ed è ripartito lasciandoci a piangere sulla nostra idiozia.
Mi pare questa una discreta sintesi del viaggio a Torino del presidente del Coni Giovanni Malagò, che ieri con accorti giri di parole ha illustrato alle autorità come e perché il tafazzismo sabaudo sia punizione di se stesso. Riporto paro paro il virgolettato delle pragmatiche spiegazioni fornite dal Malagò ai nostri zuavi per archiviare definitivamente le loro velleità di riportare Torino dentro le Olimpiadi 2026 di Milano e Cortina: "Il masterplan con cui ci siamo aggiudicati l’Olimpiade è chiuso e per essere modificato richiede l’unanimità dei soci. Onestamente siamo fuori tempo massimo, questo è sicuro".
Mi pare questa una discreta sintesi del viaggio a Torino del presidente del Coni Giovanni Malagò, che ieri con accorti giri di parole ha illustrato alle autorità come e perché il tafazzismo sabaudo sia punizione di se stesso. Riporto paro paro il virgolettato delle pragmatiche spiegazioni fornite dal Malagò ai nostri zuavi per archiviare definitivamente le loro velleità di riportare Torino dentro le Olimpiadi 2026 di Milano e Cortina: "Il masterplan con cui ci siamo aggiudicati l’Olimpiade è chiuso e per essere modificato richiede l’unanimità dei soci. Onestamente siamo fuori tempo massimo, questo è sicuro".
Chi va all'osto perde il posto, e chi è coglione perde la manifestazione. E pensate che alcuni begli spiriti, i duri & puri e i loro manovratori, vanno ancora orgogliosi del risultato conseguito, si vantano di averla messa nel fracco all'Appendino pro-olimpica e pazienza se, come danno collaterale delle loro faide, la prende nel fracco anche la città. Geniale. Nel vecchio West certa gente la cacciavano dopo averla incatramata e impiumata: ma nel vecchio West la democrazia la interpretavano diversamente da noi.
Almeno metaforicamente, però, una buona dose di piume e catrame il presidente del Coni l'ha somministrata anche ad Appendino, sputtanandola sul presunto merito di "aver portato le Atp a Torino". Ecco il virgolettato dello sbarazzino Malagò: "L’ex sindaca ha dichiarato di non ricordarsi come sono arrivate le Atp Finals a Torino. Mi dispiace. Fui io a chiamarla e a consigliarle di candidarsi per ospitare le Atp, vista la decisione di rimanere fuori dalle Olimpiadi. Lei mi disse: 'Spiegami bene cosa sono, di che cosa stiamo parlando'. Io glielo spiegai e lei mi disse: 'Allora te ne vengo a parlare'. Dopo una settimana prese un treno, doveva arrivare alle 18, ma quel giorno ci fu una forte nevicata e lei arrivò alle dieci di sera. Io rimasi in ufficio ad aspettarla e parlammo. Poi lei e la Fit sono stati molto bravi, ma dispiace che dimentichi che l’idea è stata mia". Prendi su e porta a casa. D'altronde, fare gli splendidi con i meriti altrui è stato per cinque anni lo stile di governo a Torino.
Che poi Malagò è fin troppo generoso quando dichiara che "lei e la Fit sono stati molto bravi": considerati gli exploit organizzativi e le porcate di piazza sciorinati per queste disgraziate Atp Finals, mi sorge il sospetto che per Malagò l'asticella della "bravura" sia bassissima. A meno che il presidente del Coni sia d'animo generoso e non ami infierire sugli sfigati. Tale ipotesi giustificherebbe peraltro la speranziella in chiave olimpica che ha concesso agli sfigati piemontesi, lasciando intendere che potrebbero venire ripescati semmai ci fossero ritardi nell'organizzazione dei Giochi tali da imporre il ricorso agli impianti sportivi disponibili dalle nostre parti: insomma, da veri sfigati ci tocca sperare nelle sfighe altrui. Fantastico.
Beh... a me sembra che dica siano stati bravi a "vincere" l'assegnazione, non mi pare si riferisca alla riuscita dell'evento in corso.
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