Ferragni su Instragram, in rapida successione: a destra la visita all'Egizio, a sinistra il meritato relax |
Affido all'imparzialità dell'Ansa il resoconto dell'accaduto:
Chiara Ferragni accoglie l'invito degli Eugenio in via di Gioia e adesso il museo Egizio di Torino è "famoso come gli Uffizi".
Qualche settimana fa, dopo l'assegnazione a Torino degli Eurovision Song Contest 2022, la band torinese aveva realizzato, in modo più o meno scherzoso, una canzone con alcune citazioni tipiche piemontesi proponendola come inno della manifestazione canora.
E in una strofa, memore di quanto fatto al museo fiorentino, gli Eugenio cantavano "Please Ferragni come to visit Musei Egizi cause we wanna be famous like Uffizi".
La nota influencer ha accettato l'invito e oggi ha visitato insieme al figlio Leone il museo torinese, pubblicando video e foto sul suo profilo Instagram, con tanto di citazione della canzone e tag della band. E la reazione del gruppo non si è fatta attendere. In una story il cantante esprime la sua gioia. "Non ci posso credere - dice - la Ferragni è venuta al Museo Egizio. Stavo guidando e mi son dovuto fermare perché mi avete mandato un sacco di messaggi. E' ufficiale, Torino, ce l'abbiamo fatta. E' incredibile". Fra i numerosi commenti spunta quello del Museo del Cinema: "Prossima volta, giro in Mole. Sei invitata a vedere il Museo del Cinema più bello di tutti".
Mutatis mutandis, tutto ciò mi ricorda le cronache primo Novecento della visita di Sua Eminenza il Vescovo alla parrocchia rurale. Mancano soltanto i bambini che porgono un mazzolin di fiori di campo all'Augusto Visitatore, e le fanciulle che intonano in coro Noi vogliam Dio o, nello specifico, un motivetto di Fedez.
"La Ferragni è venuta al Museo Egizio, non ci posso credere!". Estikazzi. Sembra di sentire Aldo di AldoGiovanniGiacomo. La-Ferragni-è-venuta-al-Museo-Egizio-non-ci-posso-credere! Machissenefrega, vien fatto di dire. Fosse venuto il Papa, capirei l'entusiasmo e lo stupore. Fosse venuto un Premio Nobel, capirei. Biden, capirei. Mi accontenterei, per entusiasmarmi e stupirmi, pure del Re di Svezia o di Bill Gates.
Ma Chiara Ferragni?
Voglio dire: davvero pensiamo che il Museo Egizio di Torino abbia bisogno della visita di un'influencer italiana per sentirsi onorato, esaltato, illustrato alle genti? Che debba andare in brodo di giuggiole se una giovin signora di una qualche notorietà nazionale si degna di visitarlo? Avesse visitato il Museo delle Contadinerie di Valpisello di Sotto, vabbé, il giubilo dei valpisellesi ci starebbe pure. Saremmo nello stesso universo. Ma il Museo Egizio? I buoni villici torinesi vanno in brodo di giuggiole a vedere in una timeline di Instagram la foto di una mamma in mutande (vedi foto a sinistra, intitolata dall'autrice "a mum in underwear") accosto a quella della stessa mamma in posa accanto a un prezioso reperto del più importante museo egizio d'Occidente (foto a destra). Sai che emozione.
Voglio far notare a merito dell'Egizio l'aver registrato con dignitoso e cronistico aplomb tale "evento" sui suoi social; e a merito della Ferragni il mostrarsi umile precisando su Instagram di aver soltanto risposto al "joke" della canzoncina degli Eugenio, canzoncina che era appunto un "joke" riferito alla visita della sullodata agli Uffizi. Un distinguo forse troppo sottile per un'umanità sofferente che considera esaltante per il Museo Egizio la visita di chiaraferragni, anziché - com'è nella logica delle cose - esaltante per chiaraferragni la visita al Museo Egizio.
Il che conferma ancora una volta una ormai lampante verità: siamo un paesone di provincia che esulta se arriva in visita Sua Eminenza il Vescovo, o anche soltanto un'influencer. All'Egizio Chiara Ferragni guarda quaranta secoli di Storia, e noi guardiamo Chiara Ferragni.
Né manca la comica finale, il commento dell'entusiasta di turno - il malconsigliato Museo del Cinema, porello... - che non ha capito un cazzo e alza frenetico il ditino strillando "anch'io anch'io!": "Prossima volta, giro in Mole. Sei invitata a vedere il Museo del Cinema più bello di tutti". E farsi un po' furbi, no?
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