Passa ai contenuti principali

FACCIAMO FINTA CHE FACCIAMO LE OLIMPIADI, PARTE SECONDA: IL DIBBBATTITOAL CIRCO

Piuttosto che nella gabbia dei matti... A Dubai c'è un grazioso comprensorio sciistico indoor. Una tranquillizzante alternativa per il Cio
Trentasei consiglieri comunali e una decina di assessori, senza contare una discreta fornitura di segretari e vigili urbani: più di cinquanta persone ieri pomeriggio hanno sprecato un'ora e mezza del loro tempo, a spese dei contribuenti, per discutere del nulla pneumatico: ovvero se Torino debba o non debba candidarsi alle Olimpiadi. Alla fine i grillini hanno bocciato la mozione pro-Giochi del Pd, con l'unico risultato concreto di lasciare la povera Chiarabella come l'Aretino Pietro, con una mano davanti e l'altra dietro
Quanto alla fattibilità del progetto, tanto valeva che i miei cinquanta prodi dipendenti discutessero se io devo o non devo fidanzarmi con Gwynet Paltrow. Questa banda di sciamannati della Sala Rossa non sarebbe in grado di portare a casa neppure i campionati mondiali di corsa nei sacchi. Magari, impegnandosi tutti insieme, possono puntare agli interregionali di calciobalilla. 
D'altra parte nessun Comitato olimpico internazionale in grado di intendere e di volere affiderebbe l'organizzazione di un'Olimpiade a gente che ha fallito per due anni di seguito nell'improba impresa di mettere in piedi una sagra dei cioccolatai. E poi le Olimpiadi mica le puoi fare tutte dentro al PalaIsozaki: c'è persino rischio di dover combinare qualcosa in piazza. Dio ci scampi e liberi.
Mentre li ascoltavo delirare in Sala Rossa, fremevo dalla voglia di alzarmi e gridargli:
MA DI CHE CAZZO STATE PARLANDO????
Non lo sapevano, ovviamente. Blateravano a raffica di "candidatura alle Olimpiadi", Chiarabella si sgolava ripetendo istericamente che non ci sono ancora candidature ma soltanto "manifestazioni d'interesse", la capagruppo/capogruppa/capagruppa dei grillini si esibiva in spericolati numeri d'equilibrismo lessicale, le opposizioni puntavano il dito contro i traditori della patria olimpica, in strada manifestavano i No-Giochi, in aula la sinistra-sinistra invocava un referendum, i grillini si opponevano al referendum, nugoli di insospettati espertoni discettavano di economia-finanza-impiantistica-bilanci-ricadute-organizzazionedieventi-decoubertinismo-flussituristici-saltoconglisci-visibilità-bobaquattro e distribuivano cifre e ramanzine, volavano gli stracci e gli sdegni e le mozioni degli affetti. Mancavano soltanto i ginnasti bulgari e l'orso in bicicletta.
Uno incalzava Chiarabella, la sollecitava a nobili gesti d'alto profilo, e ripeteva "salga, sindaco, salga!" che sembrava Daniele Silvestri, però senza il ballerino. Un altro, in evidente estasi sciamanica, rivelava che Torino è più bella di Firenze Venezia Roma e deve soltanto farsi vedere (seeee, seeee, facciamoci vedere così, faremo un figurone). C'era quello che rievocava con passione le emozioni che gli aveva suscitato il video dei Giochi di Torino. E c'era quell'altro che elencava gli artefici del 2006 come se passasse in rassegna i padri della patria, Ghigo e Chiamparino e l'Avvocato come Cavour, Garibaldi e Re Vittorio.
Ho visto, sotto il tendone del Circo Palazzo di Città, cose che voi umani non vorreste immaginare: consiglieri di centrosinistra inneggiare alle Olimpiadi di Ghigo, consiglieri di centrodestra inneggiare alle Olimpiadi di Chiamparino, Fassino citare la piscina olimpica tra gli impianti disponibili per i Giochi invernali, Chiarabella ringraziare i suoi sodali che le sono andati allegramente in curling e ringraziare pure Ricca il leghista che (a differenza dei cattivissimi piddini) ha prontamente ritirato la propria mozione pro-Olimpiadi giusto per non andarle in curling, anticipando così (Torino è sempre avanti) i futuri equilibrii nazionali. 
La manifestazione d'interesse di Torino al tandem olimpico con Milano
E nel tripudio di lodi e accuse incrociate ho sentito levarsi il nobile grido di una piddina che si appellava allo "stile sabaudo" (e un accenno all'appetibilità dei giandujotti no?) e concludeva con un severo ammonimento: "Non ci rassegneremo mai a un ruolo ancillare rispetto a Milano: perché-questa-è-Torino!". Tipo Leonida quando butta nel pozzo l'ambasciatore di Serse urlando "Questa è Sparta!". Malagò è avvertito.
Sono rincasato più sereno. E' pacifico che con simili premesse le Olimpiadi non le prenderemmo manco se fossimo gli unici candidati rimasti al mondo. Piuttosto le fanno sulle piste indoor di Dubai. Non sono malaccio. E gli emiri sono gente seria.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la