La Compagnia di San Giovanni: da sinistra Salerno, Purchia, Carretta e l'attento Lo Russo |
Tornano i fuochi d'artificio a San Giovanni. E vabbè, questo era scontato. Chiudiamo la straordinaria vicenda dei droni, ma non senza rimpianti: io personalmente rimpiangerò a lungo quella buffa epopea tecnosurrealista. In particolare mi resterà nel cuore l'irripetibile apoteosi del 2018, allorché la sparuta pattuglia di duecento droni - ingaggiati dall'allora assessore (e futuro ministro, pensate un po'...) Paola Pisano a un costo aggirantesi sui 250-300 mila euro - delineò nel cielo su Torino, insieme ad altri pupazzetti da seconda elementare, una sagoma luminosa che, secondo la versione ufficiale, doveva raffigurare uno Shuttle, ma che agli occhi dei più apparve come un presagio degli anni a venire: un enorme cazzo in gloriosa erezione.
Qualcuno rise. Non capiva, lo sventatello, verso quale obiettivo era lanciato il minaccioso pornoshuttle.
L'epopea dei droni di San Giovanni resterà negli annali come uno dei momenti più ridicoli della bimillenaria storia della città. Eppure è durata appena due anni, poi venne la pandemia a bloccare il crescendo di dronate.
Di sicuro quest'anno non godremo dei momenti esilaranti che ci hanno regalato le manifestazioni di San Giovanni fra il 2017 e il 2021 (non soltanto in virtù dei droni: ricordate le molestie a Ema Stockolma?) e che vi invito a rivivere leggendo questo link.
La compunta seriosità del geologo Lo Russo non può competere con la creativa genialità appendiniana, e lo dimostra la conferenza stampa con cui ieri il sindaco e i suoi assessori (Salerno, Purchia, Carretta) hanno presentato il programma sangiovannesco di quest'anno. Lui, il sindaco, ora tenta la strada dell'umorismo alla Buster Keaton (quando assicura che i fuochi saranno "a basso impatto acustico", "ma faranno rumore?" gli domanda un giornalista, e lui, impassibile: "sono fuochi d'artificio"); ora la butta in caciara territoriale attribuendo all'assessore napoletana Purchia un certo disappunto per la prospettiva di pirotecnie poco fracassone. Vabbè, un po' si ride, ma con Appendino era un altro show.
In compenso lo show vero quest'anno è low cost, rispetto ai vertici droniani: i fuochi d'artificio costeranno al Comune 50 mila euro, e altri 100 mila euro saranno investiti nella logistica, specie nella sicurezza. Con Filura e Chiarabella si spendeva ben di più, ma vigeva la vulgata del "pagano gli sponsor", che poi si riducevano alla solita Iren (che invece quest'anno offre i servizi tecnci). Segnalo l'eccezione del 2019 quando, all'apice del dronismo, si arrivò a un budget di 700 mila euro "coperto da ben 19 sponsor".
Anche le manifestazioni di contorno mancano di vis comica. Non nuovi tenutari non hanno fatto ricorso al solito trucchetto (caro anche a Fassino) di incicciottire il programma embeddando qualsiasi evento già fissato per quei giorni a Torino. Dopo il tradizionale farò della vigilia, il 24 ci saranno un po' d'animazione musicale in centro e "Circoscrizioni in mostra" al Borgo Medioevale (e lì paga l'immancabile Intesa San Paolo).
Ma vabbé, tornano i fuochi, torna la normalità, e immagino che torneranno le solite querimonie fra chi i fuochi li vuole e chi non li vuole. A questi ultimi che dire? Lo spettacolo durerà una ventina di minuti: insomma, una ventina di minuti all'anno si possono anche sopportare, se si pretende di vivere in una grande città. A me, personalmente, non fa né caldo né freddo, da tempo immemorabile mi prendo, la sera di San Giovanni, altri impegni più piacevoli che starmene pigiato fra un mare di gente a vedere i botti in cielo. Questione di gusti. Però mi mancano le risate degli anni scorsi. Nostalgia canaglia, e la nostalgia può essere pericolosa, come dimostra il film di Martone. Quindi taciterò il rimpianto vedendomi un vecchio film di Franco e Ciccio: tanto il livello comico è lo stesso.
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