"Bene, allora speriamo", replico io gentile, stringendole la mano.
"Macché speriamo! - esclama vivace l'assessore - Noi non speriamo mai, noi facciamo! La speranza l'abbiamo abbandonata!". Lo sospettavo. Quindi mi scuso, e mi giustifico spiegandole che sono vecchio, e ormai non mi resta che la speranza.
Di sicuro l'assessore Pisano è molto soddisfatta dei droni di San Giovanni. A quei droni, prodotti dalla Intel, ci teneva tantissimo, la Paola: prima di poterli accasare a San Giovanni, li aveva già suggeriti l'autunno scorso per l'opening delle Ogr, però senza successo.
Adesso la sua gioia è incontenibile. Forse con una lieve propensione all'enfasi. Ieri ha chiuso la sua presentazione del Famoso Spettacolo ricordando al colto e all'inclita che "la Storia ci ha insegnato che i grandi cambiamenti richiedono coraggio. Oggi Torino osa, va contro le abitudini. E noi ci comporteremo sempre così, perché l'innovazione ha bisogno di coraggio". Rispetto al discorso del presidente in "Independence Day" manca la colonna sonora: ma l'effetto è niente male. Peccato che si tratti di far volare duecento droni, non di respingere l'attacco degli alieni.
L'assessore Paola Pisano |
Dopo qualche incidente di percorso, persino la notte di San Giovanni diventa una notte d'esami. Le premesse però sono buone: andrà tutto benissimo, i droni - garantisce Intel - hanno già fatto meraviglie negli altri continenti, da Seul a Las Vegas. Qui c'è il video delle prove dell'altra sera, giusto per capire di che cosa si tratta: a me, vista così, pare una solenne minchiata, ma io non capisco un cazzo. Funzioneranno alla grande pure a Torino, i droni: non c'è dubbio. E confermeranno che Torino è - ripete più volte Chiarabella - una città all'avanguardia nell'innovazione e nella tecnologia. Per cui mi chiedo perché alla conferenza stampa del Famoso Spettacolo nessuno riesca a far funzionare decentemente il microfono wireless.
Io, personalmente, non sono mai andato a vedere i fuochi di San Giovanni, quindi non li rimpiangerò. Né andrò a vedere i droni, quella sera ho di meglio da fare. Ho sempre di meglio da fare, la sera di San Giovanni. Avevo di meglio da fare quando potevo vedere i fuochi da mezza Torino; tanto più adesso che per vedere i droni dovrei penetrare nella zona chiusa Castello-Roma-San Carlo passando i controlli che ti becchi al concerto di Springsteen. Però senza il concerto di Springsteen.
Ho peraltro ho appreso con soddisfazione che il costoso technoshow (le cifre ballano, alcuni giornali dicono 300 mila, altri 250 mila euro, per 12-14 minuti, nel migliore dei casi oltre 18 mila euro al minuto, qualcosina più di Springsteen) sarà completamente pagato dagli sponsor; e che ci sono sponsor nuovi, non soltanto la solita, immancabile e rassegnata Iren, che stavolta si farà carico dello spettacolo di son et lumière sulle facciate dei palazzi storici. Gli sponsor nuovi sono sponsor di grido, e tecnologici assai. A parte il produttore dei droni, Intel, e la torinese AizoOn, primeggiano Ericsson e Tim, che in conferenza e pure nella cartella stampa si premurano di sottolineare la loro ambizione di "digitalizzare Torino attraverso il 5G e l'IoT" così da "rendere Torino una delle prime città in Europa ad avere una rete mobile di nuova generazione". Un business benedetto da San Giovanni.
La stessa cosa che ho pensato guardando il video!
RispondiEliminaE dopo aver guardato le lampadine colorate, pardòn i droni, per 12-14 minuti si può andare a prendere una bibita al distributore automatico, pardòn robot barista. Non so se giubilare per le magnifiche sorti e tecnologiche della nostra città o mettermi in un angolo a piangere sommessamente...
RispondiEliminaLa seconda, Lucilla, nello stesso angolo in cui piango io :(
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