Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, autore di titoli fondamentali come "Putin, vita di uno zar" e "Trump, un presidente contro tutti", e il presidente del Senato Ignazio Benito Maria La Russa, seconda carica dello Stato e storico illustre ("In via Rasella gli uccisi furono una banda musicale di semipensionati"), fra un paio d'ore inaugurano la trentacinquesima edizione del Salone del Libro.
Così ci siam tolti il dente. E poi, fino a lunedì, sarà per nostra fortuna il Salone di sempre: confronto e scontro e incontro, spazio delle idee - anche alle più bislacche o deprecabili - che finora ha saputo rimanere fedele a se stesso e alla sua missione di libertà intellettuale. È l'ultima edizione di Nicola Lagioia, il capitano che ha condotto la navicella del Salone fuori dalle secche e dagli scogli. A lui il merito, con i ringraziamenti di tutti i torinesi. Con l'augurio che Annalena Benini, che prende il suo posto, sia all'altezza di chi l'ha preceduta.
Il mio commento sul Corriere e a questo link.
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