Passa ai contenuti principali

CHE FAI, LO SCULACCI? LE "INEVITABILI CONSEGUENZE" DELLA TEMPESTA MARRONE

Cittadini monelli: quando la misura è colma, arrivano le sculacciate

Posso dire? Adesso mi fanno proprio cagare. Ma tanto. Non che prima li stimassi un granché; eppure, nell'a
rco di appena tre giorni, una straordinaria congiunzione astrale di pisciate fuori dal vaso ha fatto sì che la mia considerazione della sedicente classe politica locale precipitasse ai livelli dove usualmente relego i batteri dell'escherichia coli.
Prima le bischerate di un consigliere comunale di destra, quindi le indignazioni pavloviane di sinistra, e infine le intemerate fuori tempo dell'area ex cinquestelle, mi hanno regalato, sommando minchiate a minchiate, la suggestiva foto di gruppo di una compagnia di giro a dir poco imbarazzante per chi li vota e li paga - ovvero i cittadini tutti.
Mancava, in un così nobile coro, il tenore di Fratelli d'Italia Maurizio Marrone, assessore regionale dalle molte deleghe fra cui l'Emigrazione ma da sempre aspirante alla Cultura.
Marrone è un uomo dal multiforme ingegno: giuristateologo, fustigatore di costumifine critico d'arte  e a sua volta artista creativoincompreso crociato dei diritti delle donne ed esperto di toponomasticaprotettore delle arti e paladino delle pari opportunità nonché impavido condottiero, questo talento leonardesco ha atteso, per esprimersi, un'occasione degna di lui.
Occasione che s'è presentata allorché, in coda alle polemiche per il manifesto della Regione per il Giorno del Ricordo, è stata diffusa la lettera (qui a fianco) con la quale Paolo Borgna, presidente dell'Istoreto (Istituto Storico per la Resistenza) in data 23 dicembre si opponeva all'utilizzo della graphic novel "Anime in transito" per una riedizione a cura della Regione con una nuova prefazione in cui, secondo Borgna, "conoscenza e studio... sono inquinati dall'utilizzo nella prefazione di concetti errati (genocidio, pulizia etnica) propri della polemica politica indifferente alle ragioni degli Esuli e allo studio degli spostamenti forzati di popolazione, di cui l'esodo giuliano dalmata costituisce il caso italiano".
Pronti via: alla diffusione della lettera di Borgna segue immantinente l'indignazione di Marrone, espressa con apposito comunicato stampa: "La vera notizia di oggi è che secondo il presidente dell’Istoreto il massacro delle foibe non sarebbe stato una pulizia etnica: negazionismo allo stato puro che mina alle fondamenta qualsiasi ulteriore fiducia istituzionale nei suoi confronti. Incontrerò al più presto l’assessore alla cultura Poggio per valutare insieme la gravità di questa dichiarazione e le inevitabili conseguenze perché la misura è colma. Lo esige il ricordo, sancito dalla legge dello Stato, delle migliaia di nostri connazionali infoibati o costretti all’esilio proprio perché Italiani".
Ora, fammi capire. Quali sarebbero "le inevitabili conseguenze" promesse da Marrone? E a quale titolo? 
Si noti che Borgna ha sùbito precisato il suo pensiero, richiamandosi a terminologie scientifiche che forse Marrone non maneggia alla perfezione: "Dire che gli infoibamenti del '45 non furono pulizia etnica non significa essere 'negazionisti'. Non significa sminuire la gravità di quei fatti. Significa, semplicemente, fare corretto riferimento alle categorie storiografiche. Gli uomini e le donne uccisi e gettati nelle foibe non lo furono in quanto italiani ma essenzialmente per motivi di preventiva epurazione politica; in quanto ritenuti (a torto o a ragione, non importa) collaborazionisti del regime fascista o comunque potenziali nemici nel nuovo ordine che si stava instaurando. Ciò non significa per nulla giustificare quei fatti. Furono crimini di guerra e contro l'umanità. Ma non fatti di pulizia etnica".
Figurarsi se simili sottigliezze professorali valgono a chetar l'ira funesta del Marron Furioso. Per cui si torna alle domande di prima: quali sarebbero le "invitabili conseguenze"? E a quale titolo? Borgna dovrà chiedere scusa inginocchiato sui ceci? Dovrà abiurare come Galileo (in alternativa, si passa al metodo Giordano Bruno), oppure sottoporsi a un autodafè dell'Inquisizione, o ancora andare in pellegrinaggio d'espiazione a Santiago di Compostela?
Mi paiono ipotesi difficilmente praticabili, benché pittoresche. Restano, come "inevitabili conseguenze", le classiche dimissioni forzate, imposte dal potere al rappresentante di un'istituzione culturale: insomma, un "che fai, mi cacci?" che a Maurizio Marrone forse non suscita lieti ricordi. Alternativa al cacciare, ci sarebbe lo sculacciare: ma fra adulti occorre una certa disponibilità dello sculacciando che ritengo complicato ottenere da Borgna. Quindi gli osservatori più accreditati propendono per il taglio dei contributi regionali all'Istoreto, coniugando felicemente la sanzione morale al risparmio economico. 
La faccenda diventa più spinosa se si cerca di capire a quale titolo tali sanzioni verrebbero applicate. Il presidente Borgna, già procuratore aggiunto a Torino, figura storica della magistratura piemontese, ha espresso una sua opinione. Opinione lecita, benché controversa e che certo contrasta con quella di Marrone. E allora? L'articolo 21 della Costituzione afferma che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. In ossequio a tale diritto, da oltre due anni sopportiamo le più immonde cazzate sul covid e sui vaccini, urlate a gran voce anche da docenti universitari che continuano a insegnare all'università, senza che nessuno - men che meno Marrone - minacci di cacciarli. E senza che nessuno tagli i fondi alle università dove insegnano. E ciò, si badi, a fronte di pubbliche dichiarazioni ben più insostenibili di quella di Borgna che non tocca temi scientificamente dimostrati, bensì valutazioni storiche tutt'altro che unanimi. E vogliamo parlare degli imbecilli che sfilano ai cortei No Vax travestiti da deportati nei lager? A quelli, quali "inevitabili conseguenze" dovrebbero toccare? 
Certo, è facile riconoscere la libertà di espressione del pensiero a chi la pensa come noi. Purtroppo per Marrone, non tutte le teste sono uguali. 
Ma poi, per favore, questa faccenda che tu dici qualcosa che non mi sta bene e io ti tolgo i soldi, lasciatemelo dire, è proprio una poveracciata, una ripicca da bambini prepotenti, ah dici così e allora io mi porto via il pallone.
Trovo ridicolo che simili atteggiamenti da regime (o da ragazzino vendicativo) s'aggirino nella scatola cranica di un esponente delle istituzioni nell'Italia repubblicana del 2022. Il pensiero è libero purché si adegui al pensiero dominante? E lo dicono proprio quelli che in teoria si ribellano al "pensiero unico"? Guarda, Marry, che a Berlino, nel 1937, c'era un tale che diceva: "L'arte è libera e deve mantenersi libera, fino a quando si adegua a determinate convenzioni". Si chiamava Joseph Goebbels e non è finita per niente bene.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la