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E ADESSO PIANTIAMOLA DI ROMPERE IL CAZZO (UN SECONDO PACATO COMMENTO SULLO STALLO AL SALONE DEL LIBRO)

La balcanizzazione della procedura per la nomina del nuovo direttore del Salone del Libro, procedura inopinatamente (beh, mica tanto inopinatamente...) degenerata in guerra per bande in cui chiunque - avente e non avente causa - dichiara, caldeggia, sostiene, candida, avversa, pretende, suggerisce, mormora in una nobile e strenua tenzone alla minchiata più sesquipedale, tale balcanizzazione, dicevo, mi aveva ispirato qualche giorno fa un pacato commento intitolato, su questo blog, "Hanno rotto il cazzo". Nel frattempo, però, la pantomima è ulteriormente scaduta: candidati che rilasciano interviste come se già avessero la nomina in tasca (cala, Trinchetto, cala...); politici con competenza in materia culturale equiparabile a quella del ministro in  carica, anche in versione guida tv, belli come il sole sponsorizzano questo o quel candidato e dettano le linee brematurate con scappellamento a destra per due come se fosse antani; mentre i giornali non si dan pace e investigano alacremente sul nulla di un processo che s'è da mo' impantanato.

L'amara consapevolezza di un certo grado di correità, in tale papocchio, della categoria alla quale appartengo, e anche mia personale, mi ha suggerito un secondo commento con il quale auspico una belle calmata da parte di tutti; commento pubblicato stamattina sul Corriere (ecco il link) sotto un titolo che, per quanto corretto e coerente con il testo, non poteva - essendo il Corriere un giornale per famiglie - esprimere appieno il mio stato d'animo. Stato d'animo invece perfettamente rispecchiato dal titolo di questo post: davvero, piantiamola tutti di rompere il cazzo, e ripartiamo dai fondamentali. Con calma, saggezza e lungimiranza. In silenzio, per caritadiddìo.

Oppure, in alternativa...



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