"#CalpestaPinottiChallenge"di Marrone |
Anziché limitarsi, come alcuni suoi affini, all'affissione notturna di striscioni francamente un po' banali, il geniale Marrone s'è inventato questa che, nel suo comunicato, definisce "una mia personale rappresentazione artistica, senza patrocini e finanziamenti pubblici: la #CalpestaPinottiChallenge dove al posto delle icone sacre finisce, per giusto e ironico contrappasso, l'immagine del cosiddetto artista Mauro Pinotti, autore della fotografia blasfema". Adoro l'urgenza di spiegare la barzelletta ("per giusto e ironico contrappasso"). Prosegue Marrone: "Non si può rimanere in silenzio quando ad una squallida operazione pubblicitaria fondata sull'oltraggio alla religione cristiana e ai suoi simboli si presta l'Amministrazione comunale di una capitale europea come Torino, reagire è imperativo". Mi compiaccio che Torino sia tornata capitale, e per di più europea. Registro con dispiacere che Marrone non sia andato fino in fondo nella citazione, astenendosi da posare nudo. Non concordo invece sul fatto che la "personale rappresentazione artistica" di Marrone sia "senza patrocini e finanziamenti pubblici". Marrone, come ogni consigliere comunale, riceve un gettone di presenza di circa 120 euro a seduta, il che secondo un calcolo medio, equivale a uno stipendio mensile di circa 1400 euro netti. Nulla di eccessivo o immorale: è però un fatto incontrovertibile che, in quanto giovane creativo (e cabarettista) emergente, pure Marrone è un artista che gode di finanziamenti pubblici.
Dobbiamo comunque riconoscere che il vero miracolato della vicenda è Mauro Pinotti
Il manifesto che ha ispirato l'artista-cabarettista |
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