Son soddisfazioni. Piccole, d'accordo. Ma è sempre una soddisfazione sentire un assessore comunale di Torino dichiarare che gli spettacoli dal vivo li devono organizzare i professionisti, e il Comune non deve giocare a fare l'impresario bensì limitarsi a "indirizzare, sostenere e accompagnare" con il sistema dei bandi. L'ha detto ieri in Commissione l'assessore Caretta - riferendosi nella fattispecie al caso di Todays - e non è la prima volta. Caretta e la sua sodale Purchia l'hanno più fiate dichiarato e ripetuto, e di per sé non è più una notiziona se il concetto viene ribadito ancora una volta. Eppure fa comunque un bell'effetto, se appena uno ricorda che tale banalissimo concetto (ognuno faccia il suo mestiere, ovvero offelee fa el tò mestee) è stato tenuto in non cale - e anzi sbertucciato - da ben due successive amministrazioni civiche di diverso colore ma accomunate da un'insana voglia di barnumismo.
Tale soddisfazione, da sola, dà un senso a un fatto altrimenti inutile quanto può esserlo una Commissione comunale come quella odierna, nella quale due seri professionisti dell'intrattenimento/cultura musicale - Sergio Ricciardone e Maurizio "Giuni" Vitale, direttori artistici rispettivamente di C2C e di Kappa FuturFestival - riferiscono davanti a uno sparuto drappello di consiglieri comunali (record d'assenze in Commissione, tanto chissenefrega di 'sta roba...) sugli enormi risultati delle proprie iniziative e sui conseguenti benefici per la città in termini di visibilità, internazionalizzazione, turismo, commercio, eccetera eccetera. E ne riferiscono, badate bene, senza nulla chiedere alla pubblica amministrazione, se non un un minimo di rispetto e di collaborazione sul piano logistico.
Pochi gli astanti, ma attenti. Nessuna domanda idiota (evento non frequente in una Commissione) ma segnali d'interesse e disponibilità all'ascolto. Un paio di consiglieri ha addirittura lasciato intendere di conoscere, o persino di aver frequentato, uno o entrambi i festival. Ecco, anche questa, se vogliamo, è una seconda soddisfazione mica male. Stavolta i consiglieri presenti sembrano afferrare e magari apprezzare il valore autentico - economico e non soltanto culturale - di C2C e Kappa. In simili momenti urge un flashback alle tante Commissioni del passato, allorché il crescente fenomeno dei due festival veniva bellamente ignorato, inascoltate le richieste d'attenzione e supporto, sottovalutati i rischi della pubblica negligenza. Succedeva con Fassino, succedeva con Chiarabella. Eh beh, è stata dura, ma - cambiate le capocce - alla fine persino la politica ha visto la luce. Alleluja.
Alcuni dati di C2C 2023:
35 mila presenze di cui: 29.257 certificate Siae, più 5 mila circa per gli eventi collaterali; 30% da Torino e Piemonte, 50% dal resto d'Italia, 20% dell'estero; 83% under 35, 15% (di cui 47% stranieri) a Torino per la prima volta; circa il 61% del pubblico ha anche visitato una venue turistica di Torino (musei, luoghi storici), e il 20% ha visitato Artissima; un totale di 30 mila pernottamenti; una ricaduta economica sul territorio di circa 7,7 milioni, con un ROI di 8 volte il costo dell'investimento (in soldoni, ogni euro investito nell'organizzazione, ne ha generati 8).
Alcuni dati di Kappa FuturFestival 2023:
85 mila presenze in tre giorni al Parco Dora; 35-40% di pubblico straniero proveniente da 118 nazioni; il 36% del pubblico ha pernottato a Torino per 3 o più notti, con un'occupazione media degli hotel nei tre giorni del festival superiore all'80%.
Il Festival Kappa Futur Festival è uno dei piu' dannosi e insostenibilii festival, che danneggia una parte di verde rubata dopo decenni di industria e ogni anno fà danni. I suoi post sono i soiliti da paraculo che non ha neanche il coraggio di ricevere su pubblica piazza (blog) i commenti. Facile così fare i grandi intellettuali, scappando dai commenti e punti di vista diversi dal suo.
RispondiElimina... Disse il cuor di leone che manco si firma. A proposito di grandi intellettuali: "fa" si scrive senza l'accento.
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