Scene di vita in Comune: si tracciano le linee guida per le politiche culturali |
La lezione del principe di Salina
Ma non dimentichiamo che il 2017 ci porterà il nuovo festival municipale, pensato per ossequiare ancora una volta l'aurea lezione del Gattopardo: "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi". Per cui si cancella la musica classica in piazza - il famigerato "Classical Music" del passato regime - rimpiazzandola con il multitasking Festival dell'Estate, o Festival d'Estate che dir si voglia. Immaginare il titolo dev'essere costato uno sforzo titanico a quelle menti oberate: ma val la pena di ricordare che il festival si chiamerà "Tutta mia la città" - wow! moderno! - nelle sue propaggini dei quartieri. Il main stage, mi risulta, sarà in Piazzetta Reale. Prima si parlava dei Giardini, la location è ancora liquida. E' evidente l'originalità del modello (gli inediti Punti Verdi, perché solo ciò che piace diventa tradizione); ma soprattutto riluce la conferma della volontà del Comune di Torino a perseverare nella sua brillante carriera d'impresario e local promoter.Chiusa quindi la stagione eroica dei fustigatori Appendino & Bertola che stigmatizzavano gli assessori Barnum e la loro smania di organizzare in proprio festival d'arte varia in aperta - e in fondo sleale, beneficiando di soldi pubblici - concorrenza con analoghe iniziative dei privati che rischiano in proprio.
Come prima, più di prima
La misura era colma. era urgente di cambiare se si voleva che tutto restasse uguale a prima. E così è stato. Il criticatissimo Torino Jazz Festival è stato soppresso soltanto per risorgere dalle ceneri con lo stesso direttore, la metà dei soldi e un nome nuovo, Narrazioni Jazz; ma nel logo, secondo le suggestioni del momento, dovrebbe persino comparire, sotto forma di fumetto, la storica sigla Tjf, tanto per far capire anche ai più tonti che a Torino il principe di Salina è tuttora alive and kicking, e Gattopardo rules.E poi c'è, per l'appunto, il Festival dell'Estate. Organizzato in proprio dal Comune, esattamente come Narrazioni Jazz, per mezzo della Fondazione Cultura, che non è mai stata in salute come dal giorno in cui il potere è finito nelle mani di chi la voleva uccidere.
E per fortuna, aggiungo io: ci mancava ancora che affidassero l'incarico a qualche apprendista stregone che piantava un altro casino tipo Natale coi fiocchi. Perlomeno quelli della Fondazione Cultura sanno il fatto loro, e non si faranno prendere in braccio dal primo manager senza scrupoli che considera suo diritto inalienabile uccellare gli sprovveduti.
Paola Turci |
Niccolò Fabi |
Fabi & Turci in Piazzetta Reale
Ad ogni modo: quelli della Fondazione Cultura stanno lavorando al cartellone del Festival d'Estate. Non è previsto un direttore artistico, pare non se ne avverta il bisogno. Comunque - nell'attesa che s'inventino un titolo meno gaggio - il cartellone prende forma, e posso anticiparvi che, per quanto riguarda il pop, hanno già fissato i primi nomi: Niccolò Fabi e Paola Turci.Vabbè. Tutto cambia, quindi non cambia nulla. E vi risparmio il finale del quarto capitolo, ove si parla di leoni e sciacalletti.
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