Ripubblico l'articolo uscito ieri sul Corriere e non disponibile on line:
Se non è zuppa è pan bagnato. La Regione ha pubblicato ieri un «avviso pubblico per la presentazione delle candidature» alla presidenza del Circolo dei Lettori. Ma attenzione: l'incarico, che lo Statuto del Circolo stabilisce sia triennale, durerà invece soltanto un anno.
Tutto come previsto, insomma: ma ancor più stravagante del previsto. Ricapitoliamo. Il mandato di Giulio Biino (foto), presidente uscente del Circolo, è scaduto a giugno, in aprile era uscito il bando per trovargli il successore, ma quel bando è desaparecido: si è chiuso il 23 maggio, e poi il silenzio. Come se non fosse mai esistito.
Incuriosito dalla misteriosa sparizione, giusto un mese fa scrivevo sul Corriere che «la Regione avrebbe deciso di prorogare di un anno il mandato di Biino: anzi, pare che una delibera in tal senso sia già pronta». E m'interrogavo: «Se intendevano tenere Biino alla presidenza, non era più logico rinnovargli il mandato triennale? Che senso ha la proroga di un anno?».
La risposta, a mio avviso, dipendeva dalla volontà del ministero della Cultura di intrufolarsi nella governance del Salone del Libro (di cui fa parte il Circolo): progetto caldeggiato dalla Regione (e da Biino) ma che non piaceva né al Comune, né ai privati proprietari del marchio del Salone. Ecco spiegata, scrivevo allora, la proroga di un anno: se Cirio & Co vogliono ad ogni costo far entrare il Mic, gli sarà sembrato brutto farlo entrare in corsa, con un presidente e un comitato di gestione già in carica per i prossimi tre anni. Molto meglio con un presidente in prorogatio. Solo quando Giuli si sarà accomodato, nomineranno tutti insieme appassionatamente un nuovo comitato di gestione e un nuovo presidente.
Un mese è passato, e oggi i fatti confermano le ipotesi. Con una variante che dimostra ancora una volta quanto, specie in politica, la realtà superi ogni fantasia: anziché una banale proroga, lorsignori (sbattendosene beati delle regole dello Statuto, tanto poi le cambieranno...) hanno preferito inventarsi questo strambo «avviso» per un mandato annuale. Chissà, magari sono convinti che faccia più chic, o più «legale». Ovviamente, sbrigate le scartoffie, il titolo di «presidente annuale» andrà a Biino, che da esperto notaio gestirà l'ingresso del ministero della Cultura. Così l'azzimato ministro Giuli porterà in dote un pacco di soldi (nostri), e potrà fare i comodi (suoi) al Circolo e di conseguenza al Salone: compreso scegliersi il presidente triennale di suo gradimento.
E saranno tutti felici e contenti, perché loro sono i marchesi del Grillo.
Se non è zuppa è pan bagnato. La Regione ha pubblicato ieri un «avviso pubblico per la presentazione delle candidature» alla presidenza del Circolo dei Lettori. Ma attenzione: l'incarico, che lo Statuto del Circolo stabilisce sia triennale, durerà invece soltanto un anno.
Tutto come previsto, insomma: ma ancor più stravagante del previsto. Ricapitoliamo. Il mandato di Giulio Biino (foto), presidente uscente del Circolo, è scaduto a giugno, in aprile era uscito il bando per trovargli il successore, ma quel bando è desaparecido: si è chiuso il 23 maggio, e poi il silenzio. Come se non fosse mai esistito.
Incuriosito dalla misteriosa sparizione, giusto un mese fa scrivevo sul Corriere che «la Regione avrebbe deciso di prorogare di un anno il mandato di Biino: anzi, pare che una delibera in tal senso sia già pronta». E m'interrogavo: «Se intendevano tenere Biino alla presidenza, non era più logico rinnovargli il mandato triennale? Che senso ha la proroga di un anno?».
La risposta, a mio avviso, dipendeva dalla volontà del ministero della Cultura di intrufolarsi nella governance del Salone del Libro (di cui fa parte il Circolo): progetto caldeggiato dalla Regione (e da Biino) ma che non piaceva né al Comune, né ai privati proprietari del marchio del Salone. Ecco spiegata, scrivevo allora, la proroga di un anno: se Cirio & Co vogliono ad ogni costo far entrare il Mic, gli sarà sembrato brutto farlo entrare in corsa, con un presidente e un comitato di gestione già in carica per i prossimi tre anni. Molto meglio con un presidente in prorogatio. Solo quando Giuli si sarà accomodato, nomineranno tutti insieme appassionatamente un nuovo comitato di gestione e un nuovo presidente.
Un mese è passato, e oggi i fatti confermano le ipotesi. Con una variante che dimostra ancora una volta quanto, specie in politica, la realtà superi ogni fantasia: anziché una banale proroga, lorsignori (sbattendosene beati delle regole dello Statuto, tanto poi le cambieranno...) hanno preferito inventarsi questo strambo «avviso» per un mandato annuale. Chissà, magari sono convinti che faccia più chic, o più «legale». Ovviamente, sbrigate le scartoffie, il titolo di «presidente annuale» andrà a Biino, che da esperto notaio gestirà l'ingresso del ministero della Cultura. Così l'azzimato ministro Giuli porterà in dote un pacco di soldi (nostri), e potrà fare i comodi (suoi) al Circolo e di conseguenza al Salone: compreso scegliersi il presidente triennale di suo gradimento.
E saranno tutti felici e contenti, perché loro sono i marchesi del Grillo.
Questo è solo un tassello di un grande puzzle disegnato da una politica becera e invadente. Ne riparliamo alle prossime elezioni....
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