Un'altra settimana è andata, il Museo Egizio è ancora senza il nuovo Cda, e a tirare troppo la corda si rischia il commissariamento. Come scrivevo la settimana scorsa, il Consiglio d'amministrazione uscente è scaduto lo scorso 15 settembre e quello nuovo non può insediarsi perché incompleto: quattro dei cinque soci (Mic, Comune e le due fondazioni) hanno già indicato i propri rappresentanti, ma la Regione no. Mentre il presidente Cirio fa lo splendido in Giappone magnificando le nostre «eccellenze culturali», a Torino la sua maggioranza – lo scontro è tutto interno al centrodestra - s'accapiglia al gran mercato delle poltrone, e non riesce «a trovare una quadra» - parole loro – per dare una governance all'eccellenza culturale del Museo Egizio. Fossero almeno capaci di spartirsi la torta con un minimo di buona creanza. E qui parliamo di incarichi senza compenso: non oso immaginare quando ci sono in ballo stipendi e prebende. Ma l'indegna gazzarra deve finire in fretta: se quei gentiluomini non si daranno una smossa, a fine mese – decorsi i termini della prorogatio del vecchio Cda – il commissariamento sarà l'ineluttabile conseguenza di tanta sciatteria. Bel modo di gestire le eccellenze culturali...Cominciava così l'articolo usciti ieri sul Corriere nel quale facevo il punto sui ritardi delle nomine che paralizzano l'attività dei Consigli d'amministrazione in alcuni enti culturali. L'articolo proseguiva esaminando la situazione dei Cda di Film Commission e Polo del 900, dove a tardare è invece la nomina dei rappresentanti del Comune. Nello specifico, in Film Commission il Cda è scaduto ad aprile, con l'approvazione del bilancio 2024: la Regione ha indicato i suoi tre rappresentanti a fine luglio, mentre mancano ancora i due membri di nomina comunale. Va detto che - in virtù del nuovo regolamento che si è data l'amministrazione civica - oggi è dato di conoscere i nomi dei candidati alle cariche nelle partecipate. A differenza di quanto accade in Regione (lì le loro figurine se le giocano e se le scambiano nelle segrete stanze, senza che i cittadini-sudditi sappiano per tempo in quali mani potrebbero finire le loro proprietà, e i loro soldi) sul sito del Comune c'è quindi una pagina (http://www.comune.torino.it/amm_com/nomine/elenchi-candidati/index.shtml) dove chiunque può prendere visione delle candidature. Un provvedimento di civiltà e trasparenza che ci consente di sapere che i candidati al Cda di Film Commissione sono soltanto sette, e quattro non mi paiono eccellenti, almeno a giudicare dai curricula. Restano le due consigliere uscenti - la vicepresidente Giulia Carluccio (un'autorità indiscussa in materia di cinema) e la docente del Poli Tatiana Mazali - che si sono ricandidate; e una new entry di prestigio, la curatrice d'arte ed ex direttrice del Castello di Rivoli e della Gam Carolyn Christov-Bakargiev. Nell'articolo di ieri scrivevo che cinque mesi di ponzamenti per scegliere due nomi su tre sono decisamente troppi. Tanto più che, in Comune, è il sindaco a decidere chi nominare, senza passare - come accade in Regione - dal voto del Consiglio.
E a questo punto s'impone una puntualizzazione rispetto a quanto scrivevo ieri. All'inaugurazione di Portici di Carta (nella foto), ho incrociato Lo Russo, anche lui reduce dalla spedizione giapponese del GVP (Gruppo Vacanze Piemonte). Per nulla felice di vedersi associato ai perdigiorno regionali, il sindaco mi ha assicurato - con cortesia, va detto - che in realtà lui la scelta l'ha già fatta, ma c'è un problema burocratico: si attende ancora la lettera dell'attuale datore di lavoro di uno dei nominandi (anzi, direi che si può parlare di nominande) che l'autorizzi ad assumere la carica. Trattasi di pura formalità, ma intanto la procedura è ferma. A questo punto, si sbrigasse il datore di lavoro.
La procedura, dicevo: in pratica, per uno scrupolo di «condivisione» (di cui francamente io non vedrei la necessità), una volta operate le sue scelte il sindaco le sottopone ai capigruppo del Consiglio comunale che entro dieci giorni hanno facoltà di incontrare i nominandi, presumo per esprimere il loro alto (e superfluo, aggiungo) parere. 'Sta pantomima sarebbe anche la motivazione di quanto avviene al Polo del 900: pure in quel Cda manca il rappresentante del Comune. «Il sindaco lo ha già individuato ma per l'ufficializzazione si attende l'incontro con i capigruppo», mi avevano detto lo scorso 23 settembre. Oggi è il 5 ottobre, sono passati 13 giorni. Tempo scaduto, diamo al Polo il consigliere mancante e facciamola finita.
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