Come sempre, il mondo si divide in due categorie: quelli che banfano, e quelli che pagano. Sono passati tre anni dai solenni impegni governativi (era ministro della Cultura l'impareggiabile Sangiuliano) di finanziare la ristrutturazione della Gam; come al solito, le banfate sono rimaste banfate; e alla fine della fiera i soldi - 27 milioni e mezzo - per la nuova Gam li metterà la Compagnia di San Paolo. Che se stavamo ad aspettare i banfoni romani, la Gam la ristrutturavamo la settimana dei tre giovedì.
Vabbè, ora che i soldi veri ci sono, comincia il viaggio verso la nuova Gam. Nel 2026 si avrà il progetto esecutivo, il cantiere aprirà (speriamo) nel 2027. Ieri la prima tappa, la proclamazione del progetto vincitore del concorso internazionale (nella foto, il render). Ecco il comunicato:
La Fondazione Torino Musei e la Fondazione Compagnia di San Paolo, in collaborazione con la Città di Torino e con il supporto della Fondazione per l’architettura / Torino, annunciano il vincitore del Concorso Internazionale di progettazione per il grande Piano di riqualificazione, rilancio e valorizzazione della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.
Il gruppo di progettazione composto da MVRDV, BALANCE Architettura, EP&S Group, Dott. Michelangelo Di Gioia e il Prof. Filippo Busato si è aggiudicato il primo posto. La Commissione ha riconosciuto una proposta capace di interpretare con visione, qualità progettuale e coerenza funzionale il futuro della GAM.
La Fondazione Compagnia di San Paolo mette a disposizione le proprie competenze e professionalità per seguire tutte le fasi della realizzazione del progetto al fianco della Fondazione Torino Musei, oltre a coprire - nell’ambito delle risorse destinate ai progetti ad impatto - il costo dell’intervento che ammonta a 27.5 milioni di euro.
Un progetto strategico per il futuro della GAM e di Torino
Il progetto di rigenerazione della GAM si inserisce nel percorso delineato dal Piano Strategico della Fondazione Torino Musei, con l’obiettivo di restituire alla città di Torino e al pubblico un museo capace di coniugare innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e valorizzazione dell’identità architettonica e storica dell’edificio.
La riqualificazione della GAM si configura come un modello avanzato di intervento sul patrimonio culturale moderno, concepito per rinnovarne le funzioni, ampliare l’accessibilità, ottimizzare l’esperienza del visitatore e ridefinire il ruolo del museo come una piazza culturale aperta, accessibile e pienamente integrata nel tessuto urbano, capace di offrire nuovi spazi di relazione e di partecipazione attiva delle comunità.
A orientare questo processo concorre un ritrovato sguardo verso le origini della GAM: la storia della sua nascita e la genesi di un edificio ideato fin dall’inizio con una marcata vocazione avanguardistica.
E oggi, come ieri, si intende proporre un museo concepito come laboratorio di sperimentazione, come spazio capace di accogliere nuovi linguaggi e costruire modalità inedite di relazione con la comunità.
Lo stesso impulso innovativo delle origini torna a essere un riferimento strategico, guidando la trasformazione del museo verso una nuova fase della sua storia. La riqualificazione proposta intende dunque raccogliere ed evolvere quello spirito sperimentale, trasformandolo in una leva per il riposizionamento internazionale della GAM e per la costruzione di un’istituzione capace di interpretare, con lucidità progettuale e visione di lungo periodo, le sfide culturali della prossima generazione.
Il concorso internazionale
Il Concorso internazionale di progettazione per la riqualificazione della GAM si è articolato in due fasi distinte, concepite per garantire trasparenza, qualità progettuale e pari condizioni di partecipazione. Per assicurare un accesso uniforme ai candidati, l’intero rapporto tra l’ente e i concorrenti si è svolto esclusivamente per via telematica attraverso la piattaforma concorsiarchibo.eu dell’Ordine degli Architetti di Bologna.
La prima fase
La prima fase, a svolgimento palese, ha avuto la finalità di valutare i curricula, i titoli e l’esperienza professionale dei candidati, con l’obiettivo di individuare raggruppamenti da ammettere alla fase finale. La partecipazione è stata ampia e fortemente internazionale: quarantanove gruppi di architettura e ingegneria provenienti da Francia, Germania, Giappone, Italia, Libano, Paesi Bassi, Spagna, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti hanno presentato istanza di partecipazione, confermando l’interesse della comunità progettuale verso un intervento strategico come quello della GAM. La selezione dei finalisti è stata affidata a una commissione tecnica chiamata a valutare la solidità delle candidature e la qualità dei profili presentati.
La prima fase ha portato all’individuazione di cinque raggruppamenti di progettisti, selezionati per qualità, esperienza e coerenza con gli obiettivi del bando, ammessi alla seconda fase della procedura concorsuale, dedicata allo sviluppo delle proposte progettuali.
La Commissione giudicatrice era composta da Emanuela Carpani, Francesco Novelli, Cristina Becchio.
La seconda fase
La seconda fase, svolta in forma completamente anonima, ha rappresentato il cuore del Concorso. Ai cinque gruppi finalisti è stata richiesta la redazione degli elaborati progettuali secondo le indicazioni del bando e gli obiettivi di rigenerazione e sviluppo della Galleria.
Le proposte sono state esaminate considerando la qualità architettonica, l’innovazione e la sostenibilità ambientale, la fattibilità tecnico-economica e la coerenza con le esigenze funzionali e identitarie della GAM, con particolare attenzione alla capacità di interpretarne la vocazione contemporanea e il ruolo del Museo nel sistema museale cittadino.
La Commissione giudicatrice, composta da cinque esperti di riconosciuta esperienza nei campi dell’architettura, dell’urbanistica e della progettazione museale, ha garantito un processo valutativo rigoroso e indipendente, fondato su competenze multidisciplinari e su una lettura attenta delle esigenze future del museo.
La Commissione della seconda fase è stata composta da Marco Gilli - Presidente della Compagnia di San Paolo, nonché della Giuria - Chris Dercon, Marco Filippi, Francesca Torzo, Esmeralda Valente.
Graduatoria finale del Concorso
Ad esito della seconda fase, dedicata allo sviluppo progettuale, la Commissione giudicatrice ha esaminato e valutato le proposte presentate dai gruppi finalisti, definendo la graduatoria di merito che individua il progetto vincitore.
(in ordine di graduatoria)
- MVRDV (Rotterdam), Balance Architettura, EP&S Group, Dott. Michelangelo Di Gioia, Prof. Ing. Filippo Busato
- Kengo Kuma & Associates Europe, Ralph Appelbaum Associates, Arch. Sonia Beatrice Calzoni, Deerns Italia SpA, CEAS srl, VDLA Vladimir Djurovic Landscape Architecture, Arch. Vincenzo Incardona, Arch. Anass Faid, Arch. Tommaso Mazzega, Arch. Francesco Patetta
- Guillermo Vázquez Consuegra Arquitecto SLP, PROAP - Estudos e Projectos de Arquitectura Paisagista, GTRF - Tortelli Frassoni Architetti Associati, SEINGIM Global Service srl, 3ti Progetti Italia Ingegneria Integrata S.p.A., Diapason Ingegneria S.r.l., Geologo Dott. Marco Giovannozzi, Ing. Alessandro Zichi
- Mario Cucinella Architects, Manens, Gae Engineering S.r.l., Milan Ingegneria SpA, WAU architetti, DOTDOTDOT, Dott. Alessandro Biglia
5. ACPV Architects (architetti Antonio Citterio e Patricia Viel), DBA SpA, LAND Italia srl, Metis Lighting, Artcloud Network International, FIONDA srl, Arch. Alberto Artioli, Dott.ssa Beatrice Zanelli
Presentazione del progetto vincitore
Il progetto vincitore sarà presentato al pubblico, ad esito delle ordinarie verifiche previste dalla normativa vigente, nel corso di un grande evento dedicato, in programma a inizio 2026. L’occasione rappresenterà un primo momento di restituzione pubblica della visione progettuale selezionata e dell’impianto strategico che guiderà le successive fasi di sviluppo. L’obiettivo mirato sarà quello di coinvolgere gli stakeholder e di condividere il percorso con il territorio, la scena nazionale e internazionale e le comunità artistiche e culturali, contribuendo al rafforzamento del posizionamento del Museo e alla costruzione di una visione partecipata della sua trasformazione
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