Passa ai contenuti principali

TFF, NUMERI DA INTERPRETARE

Com’è andato il Tff? Ecco l’analisi - aliena da superficiali entusiasmi - uscita ieri sul Corriere: non essendo reperibile on line, ripubblico anche qui. 

Miracolo a Torino: a quanto sembra (e sottolineo sembra) quest'anno il Tff ha moltiplicato gli incassi, balzando a 152 mila euro (dichiarati dai molteplici uffici stampa del Festival) a fronte dei 127.900 (dato a bilancio) dell'edizione 2024, la prima diretta da Giulio Base. Ricordo che nel 2023 l'incasso fu di 134 mila euro, ma con più film e più sale.
Bella cifra, 152 mila euro. Cifra che magicamente quasi coincide con i 151 mila euro che qualche giorno fa, su queste pagine, scrivevo essere la somma iscritta dal Museo del Cinema nel suo bilancio preventivo 2025 come incasso previsto del Festival.
E qui mi tocca una contrita confessione: ho commesso un errore. L'altro giorno, documentandomi per il mio articolo, ho letto male il documento di bilancio: da un'ulteriore verifica, infatti, ieri ho appurato che in realtà 151 mila euro sono la cifra complessiva che all'inizio dell'anno il Museo prevedeva di incassare con i suoi due festival a pagamento: nel preventivo 2025, insomma, ci sono 23 mila euro di biglietteria per Lovers, e 128 mila per il Tff. Totalone, 151 mila. Però, alla luce dei fatti, non è straordinario? Sommando per errore gli incassi previsti di due festival ho azzeccato l'incasso (reale, garantisce l'ufficio stampa) di uno solo. Roba da strano ma vero, manco fossi io a decidere gli introiti del Tff.
Mi scuso comunque con i lettori e con gli interessati, e mi consola il pensiero di aver portato bene al Tff: la pressoché perfetta coincidenza fra la mia cifra (sbagliata) e quella (sicuramente veritiera) dichiarata dagli uffici stampa è il tocco fatato per un festival nato sotto una buona Stella (della Mole).
Scherzi a parte, vi svelo l'arcano: quei 152 mila euro sono al lordo di Siae e Iva. Quindi il dato, raccontato così, è fuorviante. Non c'è stato nessun boom. Per un confronto credibile con il passato sarà necessario attenersi alle cifre del bilancio, che si sapranno soltanto fra un paio di mesi. Tuttavia qualche ipotesi è possibile. A metà Festival parlavano di una crescita del 4% alla biglietteria, e già pareva tanto. Senza voler smentire nessuno, a parer mio i 128 mila euro (per la precisione 128.500) preventivati a suo tempo dal Museo sembrerebbero già un incasso netto ragionevole, in linea con i 127.900 euro del 2024. Di sicuro qualcosa in più (ma solo qualcosa) sarà entrato in cassa grazie alla crescita, seppur moderata, delle presenze: era decisamente ottimistico il +34% circolato nei giorni del Tff, però le 38 mila presenze dichiarate per quest'ultima edizione migliorano le 36.700 del 2024 e superano d'un soffio anche le 37.600 dell'edizione del quarantennale nel 2022.
Ottima l'occupazione delle sale: 83% (con 65 proiezioni sold out) è il dato ufficiale, a fronte del 53% dell'era pre-Base, sempre ricordando che allora c'erano tre sale in più, e 200 film anziché 121.
I molteplici uffici stampa sottolineano inoltre il «forte impatto social», con record di visibilità (7,3 milioni di impression e 3,3 milioni di persone) e «un interesse sempre più attivo». Spero che l'«interesse attivo» si manifesti anche andando al cinema, non solo smanettando sullo smartphone.

Commenti

Post popolari in questo blog

ADDIO, LUCA

Luca Beatrice ci ha lasciati all'improvviso, tradito dal cuore all'età di 63 anni. Era stato ricoverato lunedì mattina alle Molinette in terapia intensiva. Non sto a dirvi quale sia il mio dolore. Con Luca ho condiviso un lungo tratto di strada, da quando ci presentarono - ricordo, erano gli anni Novanta, una sera alla Lutèce di piazza Carlina - e gli proposi di entrare nella squadra di TorinoSette. Non me la sento di aggiungere altro: Luca lo saluto con l'articolo che uscirà domani sul Corriere . È difficile scriverlo, dire addio a un amico è sempre triste, figuratevi cos'è farlo davanti a un pubblico di lettori. Ma glielo devo, e spero che ne venga fuori un pezzo di quelli che a lui piacevano, e mi telefonava per dirmelo. Ma domani la telefonata non arriverà comunque, e pensarlo mi strazia. Ciao, Luca. Funerale sabato 25 alle 11,30 in Duomo.

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz...

CULICCHIA DIRETTORE DEL CIRCOLO

Uscito sul Corriere e non disponibile on line. È andata come era previsto, e logico: Giuseppe Culicchia è il nuovo direttore del Circolo dei Lettori. Nomina scontata, se solo si considera il curriculum: scrittore affermato in Italia e pubblicato anche all'estero; solidi legami sia con la scena culturale cittadina, sia con l'editoria nazionale; esperienza nel mondo dei giornali; una lunga collaborazione con il Salone del Libro; apprezzato anche al Circolo, dove dirige un festival letterario, «Radici», di ottima qualità. Insomma, il perfetto kit del candidato naturale alla successione di Elena Loewenthal, anche a prescindere dall'endorsement – alquanto sfacciato – del fratello d'Italia Maurizio Marrone; endorsement che a Culicchia ha fatto più male che bene, facendone involontario oggetto di scontri di potere e appiccicandogli addosso un'etichetta «politica» che dubito gli appartenga e comunque non s'è avvertita nelle sue scelte alla direzione di «Radici», onestam...