Due cose mi piacciono in particolare dell'imminente ventiseiesima edizione di Sottodiciotto - che da quest'anno diventa "Sotto18+" a indicare la volontà di rivolgersi sempre più (appunto...) a tutti, non soltanto ai giovanissimi. Due cose, intendo, oltre a tutto il resto, dato che da sempre ho molti ottimi motivi per apprezzare Sottodiciotto.
Prima cosa, la serata di sabato 13 dicembre: per la proiezione di "Marcel et monsieur Pagnol", l'ultima opera di Sylvain Chomet, saranno presenti in sala il regista - a mio avviso il massimo genio vivente dell'animazione - e l'autore delle musiche, il meraviglioso Stefano Bollani. Se considerate che quella sera, in sala, ci sarà pure un pianoforte, dovrete convenire che un festival può essere grande anche senza un grande budget. Come non è grande il buget di Sottodiciotto: 60 mila euro in totale dal Comune, 65 mila dalla Compagnia di San Paolo, 20 dalla Fondazione Crt, qualcosa - ma non si sa ancora se e quanto e quando - da Regione e ministero. Vabbè, è la solita storia: tutti a cianciare sui giovani, e poi per un festival che parla ai giovani trovano soltanto gli spiccioli.
La seconda cosa che mi piace del Sotto18+ di quest'anno è la bella campagna pubblicitaria ideata dall'Aiace per il suo festival, con quei manifesti - molto in stile Oliviero Toscani - che riprendono lo storico slogan "Non fidarti di nessuno sopra i 30 anni" che fu di Jerry Rubin e della protesta americana degli anni Sessanta. Uno slogan che riesce ancora - dopo oltre mezzo secolo - a suonare provocatorio, suscitando in taluni anziani della politica stizzite reazioni e regalandomi così momenti di sano e onesto divertimento.
Dal canto mio, i trent'anni li ho passati da mo' e dunque non pretendo di essere creduto se affermo che Sotto18+ è un festival che merita. E allora, che siate grandi o piccini, provate per credere: dal 10 al 15 dicembre andate al cinema Massimo. Non vi costa niente, l'ingresso è gratuito. E giudicate voi.
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