Enrica Pagella direttrice del Polo: ha preso servizio il 1° dicembre |
Vuoi entrare gratis? Torna martedì
Quindi, ciò che il Polo Reale incassa dai biglietti resterà disponibile per le necessità del Polo medesimo. La saggia Enrica, a questo punto, non ha avuto dubbi. E ha deciso di aggirare la populistica pretesa del ministro Franceschini di imporre ai musei statali l'ingresso gratuito la prima domenica di ogni mese. In effetti, da come la vedo io, rinunciare all'incasso di una domenica al mese non è esattamente l'ideale per assicurare a un museo un bilancio sano.Ne ho parlato stamane con la Pagella. Mi ha detto che, secondo lei, non necessariamente il giorno d'ingresso gratuito deve essere la domenica. A suo avviso, anzi, la gratuità è un benefit che si rivolge alla "comunità locale", cioé ai torinesi che devono essere invogliati a entrare nei loro musei. Non ai turisti che arrivano da fuori Torino nei giorni festivi, e che sono comunque motivati alla visita. L'astuta Enrica ha quindi deciso che l'ingresso gratuito al Polo Reale resterà: ma non più la prima domenica del mese, bensì il primo martedì. Anche perché, mi fa notare la prudente Enrica, la domenica gratis porta a un sovraffollamento del museo insieme fastidioso per il pubblico, che s'assiepa e vede poco e male, e pericoloso perché ai limiti dell'agibilità. Domenica 6 dicembre, per dire, il Polo Reale ha avuto ben ottomila visitatori aggratis: una massa difficilissima da assorbire, aggiunge Enrica.
Il broncio di France
Facile da prevedere l'imbronciato malumore del ministro per caso Franceschini. Malumore, secondo voci dell'ultima ora, già manifestatosi. A quanto mi riferisce la valorosa collega Minucci - che appena letto il blog s'è con molta professionalità premurata di consultare un portavoce di quell'uomo sceltissimo e immenso - il France dice che nel decreto c'è scritto "domenica", come giorno gratis, e che lui "non apprezza l'effetto patchwork". Tutti buoni a fare gli splendidi con la pelle (rpt. pelle, ho scritto pelle) degli altri. Come ben ricorderete, il France avrebbe preteso che pure i musei civici si allineassero al suo diktat: ma qui a Torino lo hanno mandato benevolmente a stendere.Vedremo se l'Enrica e il buon senso la spunteranno. Io mi auguro che, con buona pace del ministro per caso, nel prossimo (spero molto prossimo) futuro i torinesi possano visitare gratis il Polo Reale un martedì al mese. E i turisti della domenica paghino sempre il biglietto. Tanto arrivano lo stesso, mica che uno parte da Bari e viene a Torino in un dato giorno apposta per risparmiare 12 euro di ingresso.
Più soldi, servizi migliori?
Potendo così contare su un incasso domenicale in più ogni mese (il martedì si sbiglietta molto di meno, ovviamente), il Polo Reale avrà più soldi sul conto in banca. Soldi che serviranno alla manutenzione, e a garantire un servizio migliore. Ho chiesto alla direttrice Pagella se nel concetto di "servizio migliore" rientri anche l'apertura nei lunedì di ponte, per evitare altre figure da cioccolatai come quella dell'Immacolata: Pagella mi conferma che è in corso il confronto con il sindacato per consentire lo spostamento del giorno di riposo dei dipendenti, in quei casi particolari.Mai sazio, chiedo a Enrica se ci sono speranze anche per assicurare l'apertura di tutte le sale del Polo - specialmente quelle della Sabauda - in tutti i periodi dell'anno. Come sapete, spesso, e soprattutto in tempo di ferie, per mancanza di sorveglianti si è costretti a chiudere alcuni degli spazi espositivi.
La pragmatica Pagella mi spiega che sì, dall'anno prossimo saranno possibili nuove assunzioni; lei, però, non è convinta che sia quella la soluzione. Attualmente il Polo ha 112 sorveglianti. E' fisiologico che - tra ferie, malattie, maternità e permessi - il 30 per cento di questi non sia in servizio; però, sostiene Pagella, quei 112 sono già molti, gestirne di più - tipo 150 - diventerebbe molto pesante.
Un nuovo allestimento per la Sabauda
Inolte, mi fa notare la direttrice, il Polo è talmente vasto che pure in condizioni di normale agibilità il pubblico spesso non riesce a visitarlo tutto. Le faccio notare che è normale, nei grandi musei: nessuno pensa di visitare "tutto" il Louvre. Pagella concorda. Conviene creare percorsi tematici e aree omogenee, riflette, specie per la Sabauda. Le domando se sta pensando a un riallestimento. La direttrice Pagella conferma: sì, il prossimo passo sarà il riallestimento della Galleria.Poi si lascia sfuggire che ha altri progetti innovativi, "però non te li dico, altrimenti tu lo scrivi sul blog". Non so come le vengano in testa certe idee.
La scelta di aprire gratuitamente i musei una domenica al mese ha l'obiettivo di permettere al più ampio numero possibile di persone di fruire di un bene pubblico come un museo, indipendentemente dall'età, dalla situazione lavorativa e dal paese di provenienza, ad esempio offrendo a una famiglia con figli di trascorrere tutti insieme una domenica diversa dal solito. Immagino quindi che il Ministero abbia scelto la domenica anche perchè rappresenta l'opzione meno discriminante. Ma come sappiamo gli italiani sono sempre insofferenti a scelte fatte dall'alto e quindi appena insediati bisogna lasciare il segno chiedendo l'eccezione, distinguendosi dagli altri e facendo di testa propria (e immediatamente indebolendo il senso di un'inizativa). Offrire l'apertura gratuita il martedì, a meno di orari più estesi, significa automaticamente tagliare fuori tutti quelli che hanno orari di lavoro fissi, ovvero offrire l'opportunità tendenzialmente a pensionati e disoccupati, forse a studenti universitari, difficilmente a famiglie con figli. A questo punto se si è deciso di favorire questi gruppi lo si faccia apertamente garantendo l'ingresso gratuito tout-court a pensionati, disoccupati e studenti, come era fino a poco tempo fa.
RispondiEliminaA proposito di meccanismi per risanare i bilanci, sono sicuro che se si offrissero servizi davvero accattivanti come bar e caffetterie degni di nota (questa volta sì aperti a tutti e non solo ai possessori del biglietto), bookshop ben forniti e audioguide interattive molti dei visitatori gratuiti della domenica sarebbero disposti a spendere in questi posti anche più di quello che avrebbero speso per il biglietto d'ingresso.
Cordialmente,
Emanuele Bobbio
Ma semplicemente pagare un biglietto (oltre tutto modesto) per visitare un museo, come persone civili, no? Al cinema, in pizzeria e allo stadio nessuno pretende di non pagare. Ma insomma, fate come preferite. Tanto quei soldi escono comunque dalle vostre tasche, italiani belli.
EliminaPerché sposta i termini della discussione in questo modo? Semplicemente ho evidenziato alcune ragioni per cui a (mio) buon senso l'ingresso gratuito nei musei (deciso dal ministero, non da un privato cittadino che non vuole pagare i biglietti di ingresso ai musei) ha più ragione d'essere la domenica che il lunedì in termini di equità di accesso all'iniziativa. Sperando che la dott.ssa Pagella ne tenga conto nelle valutazioni che farà.
RispondiEliminaNon credo di spostare i termini della questione. A mio avviso la questione si pone così: uno dei più dannosi ministri della Cultura che la storia repubblicana ricordi ha assunto motu proprio una decisione populistica e inutile, che non tiene conto delle ristrettezze di bilancio del suo ministero. Ristrettezze che fanno sì che i servizi museali italiani siano i più miserevoli dell'Europa Occidentale, oltre a mettere spesso a serio rischio la conservazione stessa del nostro patrimonio culturale. Il dannoso barbudo fa ricadere la sua personale fabbrica del consenso sulle spalle dell'erario, ovvero dello Stato, ovvero dei contribuenti. Che così pagano comunque il biglietto con le proprie tasse, sottraendo quelle risorse a interventi che garantirebbero meno visibilità al barbudo, ma che sono certo più urgenti: tipo tenere aperti i musei (anche al Polo spesso molte sale restano chiuse per carenza di personale), assicurare la manutenzione ordinaria e straordinaria, restaurare, studiare ed esporre il patrimonio. E altre cosette che non finiscono sui giornali e non portano voti, ma che per un museo sono vitali. Ancor più vitali che aumentare il pubblico: il quale pubblico, grazie a dio, non manca, stando a quel che vedo. Direi che il problema del Polo Reale, per restare a noi, oggi non sia lo scarso affollamento (tutt'altro) bensì la mancanza di addetti, l'insufficienza di alcuni servizi, e l'impossibilità di portare a termine nuovi progetti di restauro, studio, didattica, esposizioni e acquisizioni a causa, per l'appunto, della scarsità dei fondi ministeriali. Non credo che in queste condizioni un ministro vero considererebbe una sensata politica diminuire gli incassi; così come un buon padre di famiglia, se in casa manca il pane, non pensa di andarsi a giocare al videopoker i quattro soldi che ha in saccoccia. Di più: il barbudo esiziale ha dato autonomia amministrativa ai musei, per poi levar loro il diritto di assicurarsi le risorse con la vendita dei biglietti. Un sopruso di Stato concepibile soltanto nella Corea del Nord. Forse.
RispondiEliminaGrazie, adesso mi sono più chiare le sue ragioni. Di recente avevo letto che quest'anno a seguito della riorganizzazione delle tariffe e degli orari sono aumentati sia i visitatori sia gli introiti dei musei statali, nonostante la domenica mensile gratuita. Ma non mi addentro in questo argomento perché non lo conosco a sufficienza e come sappiamo anche i crudi numeri a volte non raccontano del tutto la verità. A questo punto però il vero gesto di coraggio e di equità da proporre alla dott.ssa Pagella sarebbe allora di eliminare il giorno mensile gratuito. In fondo chi, a differenza mia, ha la fortuna (beato lui) di non lavorare il martedì probabilmente come me può permettersi di contribuire con un biglietto a sostenere il lodevole lavoro che svolgono i nostri musei quotidianamente nonostante (e su questo mi trova d'accordo) le ristrettezze economiche cui sono sottoposti.
RispondiEliminaGentile Ferraris il suo articolo è molto interessante e scritto in maniera gradevole da renderlo interessante anche a chi queste cose le conosce bene perché in quel Museo ci lavora . A questo proposito le sarei tanto grato per una precisazione lessicale. I dipendenti del Museo non sono sorveglianti. Non nel senso che non vigilano sulla sicurezza di cose e persone ma perché sono chiamati a fare qualcosa in più. A favorire la fruizione del patrimonio culturale, ad accogliere il pubblico,a collaborare ad organizzare iniziative e a comunicarle (per quanto consentito dai mezzi). Ci chiami assistenti. Perfino il vecchio custodi è meglio..
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