Ready steady go! Samuel in camerino tra tecnici e amici - poco prima del concerto |
Ma al di là dei noti pregi subsonici, la differenza la fa la scaletta, sentimentale e affascinante. Ieri c'ero, alla prima ufficiale del tour "Una foresta nei club", e sono ben contento di esserci stato. I Subs nel 2016 compiono vent'anni, e per aprire i festeggiamenti hanno escogitato - con la complicità dei fans in rete - un concerto che quei vent'anni ripercorre attraverso i sette album ufficiali; da ciascuno, tre canzoni. E non necessariamente le canzoni più famose. Anzi. I Fab Five si tolgono lo sfizio di recuperare dalle pieghe della memoria brani belli e perdenti, quelli che si sono persi per strada, che non sono stati capiti o che, banalmente, da tanto tempo non riescono più a intrufolarsi nei concerti, scacciati dagli "hit irrinunciabili". Situazione quasi emozionante, per i vecchi fans - figuratevi poi quando sul palco si materializza persino il mitico Rachid - e istruttiva per i nuobi adepti. E prova di coraggio per i Subsonica: un live senza "Nuvole rapide" o "Discoteca labirinto" o altri titoli di quella categoria è un bell'azzardo; ma funziona, e alla fine il pubblico è felice, e la concessione finale di "Tutti i miei sbagli" - che in una Subs' story non può mancare a memoria imperitura della famigerata "operazione R.E.M.O." - è solo un regalo in più, non una concessione alle aspettative di una platea già ampiamente soddisfatta.
Insomma, il senso del post è questo: ieri sera sono andato a sentire i Subsonica a Venaria, e ho fatto bene. Imitatemi, se potete.
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