"They will have to kill us first": musica resistente |
La seconda edizione del festival propone, accanto alle tre sezioni di
concorso internazionale, una sezione intitolata
"Music is the weapon" e dedicata "alla forza della musica come arma di aggregazione di
massa e al potere della macchina cinematografica contro l’indifferenza
sociale". Tra i titoli in programma, "Don’t think I’ve Forgotten: Cambodia’s Lost Rock and Roll",
dedicato alla musica che ha saputo resistere alla furia
omicida dei Khmer Rossi; "They Will Have to Kill Us First", sulla resistenza
dei musicisti del Mali contro il divieto di fare musica
imposto dagli islamisti radicali; "Sumé – The Sound of a Revolution", la storia della prima rock band che, nel 1973, decise di
cantare nella lingua dei nativi di Groenlandia, diventando il catalizzatore della protesta che voleva l’indipendenza
dalla Danimarca;
"The Night James Brown Saved Boston", sul concerto che doveva essere annullato a Boston il 5 aprile 1968,
subito dopo l’assassinio di Martin Luther King, e che invece fu trasmesso dalla tivù scongiurando così i disordini in città; "Mama Africa" del documentarista Mika Kaurismaki -
fratello del famoso Aki - un ritratto non agiografico di Miriam Makeba.
Alla selezione per le tre sezioni di concorso internazionale hanno partecipato 374 opere da tutti i continenti, dalla Nuova Zelanda alla Norvegia, dall'Iran all'Ucraina, dalla Russia al Libano.
Alla selezione per le tre sezioni di concorso internazionale hanno partecipato 374 opere da tutti i continenti, dalla Nuova Zelanda alla Norvegia, dall'Iran all'Ucraina, dalla Russia al Libano.
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