Passa ai contenuti principali

I PASSAGGI DI FABIO GEDA


Fabio Geda
E' un periodo che esco poco,  malvolentieri. Ma quando ho letto che stasera a Collegno (Villa 5, Parco Dalla Chiesa, via Torino 9, ore 21, ma occhio, è già sold out) c'è "Passaggi", uno spettacolo di (e con) Fabio Geda, mi sono incuriosito. Fabio non è soltanto un caro amico; è anche uno scrittore molto bravo, e una bella persona. Per cui  penso che valga la pena di andare a sentirlo. Però non so nulla dello spettacolo: così ho chiesto a Fabio di spiegarmelo. Ecco la sua risposta.

Restare umani

di Fabio Geda

La storia è questa: durante l’edizione 2015 di Biennale Democrazia Giorgio Li Calzi (trombettista ma non solo), Alessandra Ballerini (avvocatessa combattente) e il sottoscritto (umile narratore) si ritrovano su un palco a raccontare storie di migrazione e a indagare le contraddizioni delle leggi e delle pratiche di accoglienza. Sul palco si crea una bella atmosfera e abbiamo l’impressione di mettere insieme emozione e informazione - la prima affidata alle musiche di Giorgio e ai miei racconti, la seconda agli interventi puntuali e alla straordinaria esperienza di Alessandra. Ora, che la gestione dei flussi migratori sia una delle grandi sfide dell’occidente e che su questo tema ci si giochi la possibilità di restare umani, be’, è chiaro a tutti. A noi piace pensare che solo mettendo insieme etica e politica, cuore e testa, empatia e conoscenza sia possibile schierarsi e comportarsi di conseguenza. Passaggi - ossia ciò che portiamo in scena stasera nella sala polivalente di Villa5 nel Parco Generale dalla Chiesa a Collegno - è un’evoluzione di quella serata di Biennale Democrazia, un’evoluzione dovuta all’esperienza di Paola Farinetti e delle Produzioni Fuorivia. Passaggi vuole essere il nostro contributo alla riflessione su un tema per noi fondante, null'altro. E lo porteremo in giro con piacere laddove ce lo chiederanno.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la