I Kraftwerk non hanno resistito al fascino delle Ogr |
Ok, è una notizia ottima: Kraftwerk e Giorgio Moroder sono i primi nomi annunciati per il cartellone musicale autunno-inverno delle nuove Ogr.
Sabato 30 settembre Giorgio Moroder darà il via al “Big Bang”, la festa inaugurale e gratuita delle Ogr, presentando in esclusiva italiana e in prima europea il progetto "An Evening with Giorgio Moroder", con la partecipazione dell'Heritage Orchestra e dell'Ensemble Symphony Orchestra.
Quanto ai Kraftwerk, saranno alle Ogr dal 4 al 7 novembre, nel periodo di Artissima, e presenteranno la loro serie di concerti "The Catalogue – 1 2 3 4 5 6 7 8": otto show diversi in quattro sere, due per sera. I biglietti saranno in vendita da domani 13 maggio in esclusiva su www.ogrtorino.it.
Fin qui la notizia. Ma il discorso è più ampio. Considerate intanto la portata degli spettacoli. Né lo show di Moroder, né quelli dei Kraftwerk, sono spettacoli di giro, roba da tournée: sono, intanto, due esclusive italiane, e per Moroder addirittura una prima europea, dopo il debutto assoluto alla Sidney Opera Hall nel 2014.
Per i Kraftwerk la storia è ancora più interessante. "The Catalogue" è un monumento che la band ha eretto alla propria storia, un viaggio cronologico lungo quarant'anni, da "Autobahn" a "Tour de France", con nuove improvvisazioni, proiezioni e animazioni 3D. A partire da "Autobahn" e in ordine cronologico, ogni sera i Kraftwerk rivisitano integralmente due loro album, accanto ad altri brani del loro repertorio. Insomma: è la retrospettiva completa della band che più di qualunque altra ha aperto nuove prospettive alla musica elettronica, favorendone l'incontro con altre discipline contemporanee, come l'arte e il design. Una "retrospettiva" che non a caso è andata in scena per la prima volta nel 2012 al MoMa di New York. Da allora, ogni performance di "The Catalogue – 1 2 3 4 5 6 7 8" si è tenuta soltanto in sedi artistiche d'alto prestigio, dalla Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Düsseldorf alla Tate Modern di Londra, dall'Akasaka Blitz di Tokyo alla Sydney Opera House, dal Burgtheater di Vienna alla Fondation Louis Vuitton di Parigi, dalla Neue Nationalgalerie di Berlino al Guggenheim Museum di Bilbao. Mai in Italia. E non per caso, né per mancanza di soldi. In molti ci hanno provato, a portare "The Catalogue" nel nostro Paese, a Roma o a Milano: tentativi tutti falliti, perché le sedi proposte non convincevano la band, non sembravano adeguate. Non ispiravano nulla.
Quelli di Club to Club - già, gli artisti sono portati da chi organizza Club to Club, e non a caso proprio quei professionisti sono stati coinvolti dalla Fondazione Crt nella progettazione del palinsesto delle Ogr - quelli di Club to Club, dicevo, hanno mostrato ai Kraftwerk le immagini della "cattedrale industriale" nel cuore di Torino e gli hanno descritto il visionario progetto di ristrutturazione, e i Kraftwerk, realmente impressionati, hanno detto sì, in un posto così non possiamo non suonare.
Morale della favola: a certi livelli, e per raggiungere certi obiettivi, non è vero che basta avere i soldi. Servono anche strutture, progettualità, talento, professionalità. Quando si gioca la Champions, conviene mettere in campo gente da Champions. Il centravanti della Viterbese, tanto bravino, magari lo convochiamo un'altra volta, ok?
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