Passa ai contenuti principali

MUSEO DEL CINEMA, UN DIRETTORE COME LAURA COMANDA

Al Museo del Cinema è tutto un fervore bandistico. Fanno sapere che la settimana prossima sarà pubblicata la "call" per il nuovo direttore. Speriamo che sia la volta buona, e soprattutto che il risultato sia gradito a lorsignori, che altrimenti non ne usciamo più.
La presidente del Museo del Cinema Laura Milani
Di sicuro sarà gradito alla presidente Laura Milani, dato che il bando ricalca accuratamente i criteri che l'Assertiva mi aveva descritto il mese scorso
Questo riportavo io il 12 gennaio: "Laura Milani pensa a un manager culturale non necessariamente italiano, che apra al Museo maggiori prospettive internazionali. Dovrà anche avere provate capacità di marketing e fundraising. E magari che sappia di cinema?, azzardo io. Certo, ammette Laura, sarebbe utile, ma non è quello il punto: al Museo ci sono tanti esperti di cinema che possono benissimo affiancare il direttore nelle scelte artistiche, tipo organizzare le mostre e le retrospettive".
E questo trovo adesso scritto nel comunicato con cui il Museo annuncia il bando per il direttore: 
"Al nuovo direttore sarà chiesto in particolare di curare la gestione organizzativa, amministrativa e finanziaria della Fondazione, senza dimenticare l’organizzazione delle risorse umane e la gestione delle attività di carattere scientifico-culturale, predisponendo programmi annuali e pluriennali. Dovrà inoltre curare la comunicazione interna ed esterna, agire in qualità di Ambassador e promotore del brand, identità e immagine della Fondazione, al fine di espandere la visibilità e la riconoscibilità della struttura e delle attività connesse, consolidare e ampliare le relazioni con la comunità locale, nazionale e internazionale, nonché tracciare le linee guida e coadiuvare lo sviluppo delle attività di fundraising e gli accordi di sponsorizzazioni e partnership con soggetti privati e pubblici. Il candidato dovrà avere una laurea magistrale o specialistica conseguita presso università italiana o titolo di studio equivalente conseguito presso università estera, avere competenze di carattere scientifico-culturale-gestionale nei settori di interesse della Fondazione, aver ricoperto posizioni di responsabilità all’interno di strutture culturali pubbliche o private, aver maturato esperienze manageriali nella gestione e organizzazione di risorse umane ed economico-finanziarie, oltre a possedere un’ottima conoscenza, scritta e parlata, della lingua italiana e inglese".

Vogliono un manager, non un cinefilo

Insomma, come previsto l'accento è sulle competenze gestionali e di marketing, con qualche fuggevole e accidentale accenno ("senza dimenticare ... la gestione delle attività di carattere scientifico-culturale") alla preparazione in materia cinematografica. Ovvero: dopo un anno perso a farsi i pipponi mentali, hanno definitivamente rinunciato all'idea della doppia direzione (artistica e amministrativa), peraltro esclusa dallo Statuto del Museo, optando per il famoso "ragiunatt"evocato a corrente alternata da almeno tre anni. Un amministrativo che - magari - di tanto in tanto vede qualche film. Al Museo, sia sa, ci sono già "tanti esperti di cinema", e c'è la presidente che detta la linea
In effetti lo Statuto, all'articolo 14, prevede una direzione principalmente amministrativa, con un'unica concessione a una funzione artistico-scientifica laddove stabilisce che il direttore "predispone, sentito il Comitato Scientifico ove nominato, i programmi pluriennali e annuali da sottoporre al Comitato di Gestione". Peccato che al Museo del Cinema non ci sia traccia di Comitato Scientifico, se non sulla carta dello Statuto. A Torino i comitati scientifici non vanno di moda: non ce l'ha neppure la Fondazione Musei, e si vede.
Ad ogni modo, se in giro c'è qualche manager che parla l'inglese e sa distinguere Otto Preminger da Otto e mezzo, si faccia avanti: il termine per candidarsi è il 30 marzo, prorogabile al 30 aprile se non ci saranno candidature sufficienti a mettere insieme una decente short list. Il bando sarà gestito da Badenoch & Clark e sarà accessibile dai siti www.museocinema.it e www.badenochandclark.it.

Bando al Tff, ma per l'ufficio stampa; e Lovers ha già fatto

Ma vi dicevo che la Mole è un brulichìo di bandi: ne hanno lanciato uno - tecnicamente una "richiesta di preventivi" - per l'ufficio stampa del prossimo Tff (un bando per la direzione no, hanno optato per l'usato sicuro di Emanuela Martini perché di cazzimazzi ne abbiam fin troppi e non andiamo a cercarci altre grane). Se vi interessa affrettatevi, è un bando-lampo e scade l'8 febbraio
Ancora più sbrigativa la procedura per l'incarico di ufficio stampa di Lovers: se la sono risolta in meno di una settimana con una richiesta d’offerta mandata a dieci fornitori. Confermato quello che già c'era.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la