Oggi è giornata piena di cose, e mi tocca scrivere assai. Prima di affrontare i pezzi difficili, risolvo le questioni semplici come la ricerca sui fruitori dell'Abbonamento Musei con un lesto "ricevo e volentieri pubblico", rinviando al post del 20 gennaio scorso per tutto ciò che riguarda l'andamento delle adesioni.
Questo il comunicato odierno:
In occasione della consueta riunione del Coordinamento Musei, l’Associazione Abbonamento Musei.it ha presentato una ricerca sugli abbonati, realizzata in collaborazione con il Centro Studi Silvia Santagata - CSS EBLA, con un focus sui residenti in provincia di Torino da cui sono scaturite interessanti informazioni.
In particolare è emerso che i possessori dell’Abbonamento Musei hanno una più elevata propensione all’acquisto dei cosiddetti “servizi aggiuntivi” quando visitano un museo o una mostra utilizzando la propria tessera. L’85% di essi dichiara di spendere in media 13 euro nel corso di una visita, il doppio della spesa media dei visitatori dei musei statali in Italia: un dato che può trasformarsi in fonte di fatturato per l’intero sistema museale piemontese. L’ipotesi del fatturato totale dell’insieme dei musei derivante dalle spese dei soli abbonati elaborato sui dati del 2016 farebbe infatti registrare una cifra quasi raddoppiata in presenza (6.606.983 euro) rispetto all’assenza dell'Abbonamento Musei (3.831.140 euro).
Fra i servizi aggiuntivi desiderati emergono quelli che consentono un miglior uso del tempo e l’approfondimento dei contenuti, tra cui visite guidate, audioguide ma soprattutto gli acquisti presso i bookshop e le consumazioni nelle caffetterie e nei ristoranti.
“Questo studio – dichiara Dino Berardi, presidente dell’Associazione Abbonamento Musei.it – ci ha fornito alcune conferme come la presenza di un pubblico “maturo” molto fidelizzato, ma anche qualche scoperta interessante. Una su tutte la maggiore propensione dei nostri abbonati nel compiere acquisti aggiuntivi che può diventare una leva su cui lavorare nel futuro, anche per le importanti ricadute economiche per il sistema museale che abbiamo ipotizzato. Gli abbonati rappresentano un pubblico importante per tutta la rete, con una fruizione culturale superiore alla media e che richiede sempre di più un’offerta su misura e servizi aggiuntivi che gli consentano di vivere la propria voglia di scoperta in maniera più personalizzata.”
Anche l’analisi sociodemografica degli abbonati residenti in provincia di Torino offre alcuni spunti di riflessione. In particolare l’Abbonamento Musei è maggiormente acquistato dalle donne, nonostante le statistiche riportino come il tempo libero delle donne sia inferiore a quello degli uomini in tutte le classi di età e in generale dalle persone tra i 50 e 69 anni.
Gli abbonati, in maggioranza residenti a Torino e poco inclini a esplorare il resto del territorio regionale, sono forti consumatori di cultura legati alla lettura di libri e alla fruizione di concerti e di spettacoli a teatro e al cinema e dichiarano apertamente che compirebbero un numero minore di visite senza la propria tessera: il numero di visite medie all’anno degli abbonati è circa di 6,5 nel 2017 e in totale sono state compiute 896.308 visite nello stesso anno (su un totale di tessere vendute pari a 136.064).
Per la maggior parte di essi il rinnovo è un’abitudine consolidata: si tratta di uno strumento per la fruizione culturale cui si sono abituati nel tempo e non potrebbero farne a meno. Inoltre, la maggior parte di essi individua come vantaggi principali la possibilità di tornare nei musei ogni volta che si desiderae la scoperta di nuovi musei e istituzioni.
Questo il comunicato odierno:
In occasione della consueta riunione del Coordinamento Musei, l’Associazione Abbonamento Musei.it ha presentato una ricerca sugli abbonati, realizzata in collaborazione con il Centro Studi Silvia Santagata - CSS EBLA, con un focus sui residenti in provincia di Torino da cui sono scaturite interessanti informazioni.
In particolare è emerso che i possessori dell’Abbonamento Musei hanno una più elevata propensione all’acquisto dei cosiddetti “servizi aggiuntivi” quando visitano un museo o una mostra utilizzando la propria tessera. L’85% di essi dichiara di spendere in media 13 euro nel corso di una visita, il doppio della spesa media dei visitatori dei musei statali in Italia: un dato che può trasformarsi in fonte di fatturato per l’intero sistema museale piemontese. L’ipotesi del fatturato totale dell’insieme dei musei derivante dalle spese dei soli abbonati elaborato sui dati del 2016 farebbe infatti registrare una cifra quasi raddoppiata in presenza (6.606.983 euro) rispetto all’assenza dell'Abbonamento Musei (3.831.140 euro).
Fra i servizi aggiuntivi desiderati emergono quelli che consentono un miglior uso del tempo e l’approfondimento dei contenuti, tra cui visite guidate, audioguide ma soprattutto gli acquisti presso i bookshop e le consumazioni nelle caffetterie e nei ristoranti.
“Questo studio – dichiara Dino Berardi, presidente dell’Associazione Abbonamento Musei.it – ci ha fornito alcune conferme come la presenza di un pubblico “maturo” molto fidelizzato, ma anche qualche scoperta interessante. Una su tutte la maggiore propensione dei nostri abbonati nel compiere acquisti aggiuntivi che può diventare una leva su cui lavorare nel futuro, anche per le importanti ricadute economiche per il sistema museale che abbiamo ipotizzato. Gli abbonati rappresentano un pubblico importante per tutta la rete, con una fruizione culturale superiore alla media e che richiede sempre di più un’offerta su misura e servizi aggiuntivi che gli consentano di vivere la propria voglia di scoperta in maniera più personalizzata.”
Anche l’analisi sociodemografica degli abbonati residenti in provincia di Torino offre alcuni spunti di riflessione. In particolare l’Abbonamento Musei è maggiormente acquistato dalle donne, nonostante le statistiche riportino come il tempo libero delle donne sia inferiore a quello degli uomini in tutte le classi di età e in generale dalle persone tra i 50 e 69 anni.
Gli abbonati, in maggioranza residenti a Torino e poco inclini a esplorare il resto del territorio regionale, sono forti consumatori di cultura legati alla lettura di libri e alla fruizione di concerti e di spettacoli a teatro e al cinema e dichiarano apertamente che compirebbero un numero minore di visite senza la propria tessera: il numero di visite medie all’anno degli abbonati è circa di 6,5 nel 2017 e in totale sono state compiute 896.308 visite nello stesso anno (su un totale di tessere vendute pari a 136.064).
Per la maggior parte di essi il rinnovo è un’abitudine consolidata: si tratta di uno strumento per la fruizione culturale cui si sono abituati nel tempo e non potrebbero farne a meno. Inoltre, la maggior parte di essi individua come vantaggi principali la possibilità di tornare nei musei ogni volta che si desiderae la scoperta di nuovi musei e istituzioni.
Commenti
Posta un commento