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VI TAGLIAMO I FONDI: IL DIKTAT DI FRANCESCHINI

Nella puntata di stasera di "GabosuTorino Radio Edit", in onda su Gru Radio 93.3 dalle 19 alle 20, intervisto Jimi Muttoni dell'agenzia Set Up Live che racconta il piano per portare Madonna a Torino; Angela Larotella, direttrice della Fondazione Cultura, parla della raccolta, in crescita, di finanziamenti privati per la cultura; mentre Marco Grimaldi, consigliere regionale di Sel, ricostruisce la deprecabile vicenda della prevaricazione del ministro Franceschini che ha imposto alla Regione il soprintendente Mario Turetta come nuovo direttore della Reggia di Venaria senza ricorrere al regolare bando.
Dal racconto di Grimaldi, che ha visto i verbali della riunione decisiva fra ministero e Regione, arriva la conferma di quanto si è detto nei giorni scorsi: ovvero che i coboldi di Franceschini, per averla vinta, fecero quella che in termine tecnico si chiama "una proposta che non si può rifiutare". Risulta infatti a verbale - riferisce Grimaldi - che i messi franceschinici dissero all'assessore regionale Parigi che, se la Regione non avesse accettato l'imposizione di Turetta, il ministero avrebbe "rivisto il proprio impegno sulla Reggia". Ovvero, tradotto dal ministerialese: "O mangiate 'sta minestra, o vi tagliamo i fondi statali". Davanti a tale prospettiva, la Regione ha trangugiato il rospo. In compenso, lo stanziamento statale per la Reggia non solo è confermato, ma pare che verrà anche aumentato.
Prima di cedere su tutta la linea, aggiungo io, la Parigi avrebbe ancora voluto tentare un compromesso: accettare il diktat e prendersi Turetta come direttore, riservandosi però di scegliere, tramite bando, anche un "direttore scientifico" per gestire la programmazione della Reggia: spettacoli e attività per il pubblico che negli anni scorsi, sotto la direzione di Alberto Vanelli, hanno consentito a Venaria di superare le 600 mila presenze annue, con incassi pari a circa metà dell'intero bilancio. Ma Chiamparino ha preferito rinunciare a questa ipotesi, per non accollarsi un secondo stipendio.

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