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Il cap. Barbieri fa buona guardia a Leonardo |
Domani, venerdì 22, mi hanno invitato a
Palazzo Madama (per la precisione mi ha invitato la Fondazione Torino Musei, devo riconoscere con
grande sportività...) per un incontro che secondo me vale la pena: alle 18 infatti "intervisto" (mi piacerebbe scrivere "interrogo") il mitico capitano Guido Barbieri, il Maigret dell'arte. Barbieri comanda il Nucleo dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale: è quello, insomma, che difende le nostre opere d'arte, e riesce pure a recuperarle quando i birbaccioni le rubano. Oltretutto è un tipo molto simpatico, e ha storie davvero interessanti da raccontare ("rispettando i doveri di riservatezza", mi ha raccomandato mille volte). Ad ogni modo, il nostro incontro si intitola "I predatori dell'arte perduta" (davvero, quando l'ho letto non ci potevo credere).
L'incontro è il primo di
due che Palazzo Madama organizza "intorno a Leonardo". Il 26 maggio il direttore del Museo Galileo di Firenze, Paolo Galluzzi, parlerà delle "macchine impossibili" di Leo da Vinci.
Per il vecchio Leo meno visitatori del previsto
Sono iniziative che servono per rianimare un po' l'affluenza del pubblico: il celebre "Autoritratto" di Leonardo, che a Palazzo Madama è esposto eccezionalmente fino al 2 giugno, sta attirando meno visitatori di quanti era lecito sperare. Credo che sia colpa della scarsissima informazione: non è che un turista (e men che meno un pellegrino) all'arrivo in città venga subissato di manifesti che lo invitano ad ammirare pure questa preziosa testimonianza del Genio al quale - guarda caso -
alcuni tipi stravaganti attribuiscono anche la Sindone.
Insomma, non ci voleva un cervello leonardesco per farsi due ragionamenti e due collegamenti: "Visit Turin and two Leonardo's masterpieces" è uno slogan che spacca. Ma comincio a sospettare che le riserve cittadine di cervelli - anche non leonardeschi - siano un po' esaurite. E noi continuiamo a farci del male.
Ma voi correte a vederlo, che poi Franceschini se lo porta a Roma
Ad ogni modo: voi domani venite a Palazzo Madama e vi vedete l'Autoritratto, finché potete (
dopo il 2 giugno il dannoso Franceschini se lo porta a Roma e con quella gente lì non si sa mai, la roba che prende, se e quando la restituisce). E poi, alle 18, venite ad ascoltare il capitano Barbieri. L'aggancio leonardesco è, ovviamente, il celebre furto della Gioconda: ma parleremo di crimini ben più recenti e ancor più clamorosi; di ciò che avviene in Piemonte; e chiederò al capitano qualche consiglio pratico per proteggere le preziose collezioni d'arte che ovviamente ognuno di noi possiede. Quasi quasi gli domando anche se c'è modo di difendersi dai ministri e dai loro cari. Ma temo che non mi risponderebbe. I carabinieri sono così, fedeli alle istituzioni sempre e comunque.
L’immagine del volto sindonico, confrontato con l’autoritratto di Leonardo, anch’esso custodito a Torino, indicherebbe che Gesù e Leonardo da Vinci avrebbero avuto un volto somigliante verso il termine della vita, come l’ebbero Leonardo e Michelangelo, se guardiamo al ritratto del Buonarroti che ne fece da anziano Daniele da Volterra. Oltre ad avere un intelligenza simile nel metodo con Gesù, basata su giochi specchi, processi inclusivi, ricorsivi, i due grandi artisti verso il termine della loro vita avrebbero un volto tendente a quello di Gesù, che di fatto ha valenza archetipa. I santi hanno lo sguardo del Signore, i geni il volto. Questo sarebbe vero sia se la Sindone è vera reliquia sia se è un falso veritiero ad opera dell'arte di Leonardo. La Sindone come un quadro rinascimentale, (es. l'immagine della ferita al costato ricorda il volto del guerriero della Battaglia di Anghiari, ecc...). Le opere del rinascimento come icone. Cfr. ebook. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.
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