Passa ai contenuti principali

IL PREZZO DEL DISONORE: 4831 EURO

Dato che il non indispensabile assessore Gallo non mi ha risposto a proposito del prezzo pagato per l'occupazione/devastazione del suolo pubblico in piazza Vittorio con il Grande Bubbone, ho fatto un po' di telefonate in Comune. Sono stato rimbalzato da un assessorato all'altro senza cavare un ragno dal buco. Nessuno sa (o vuole) dirmi niente.
Eppure la cifra circola: a quanto mi riferiscono varie fonti non ufficiali, la cifra incassata dal Comune per consentire uno dei peggiori sfregi subiti dalla città dopo l'assedio del 1706, e per affondare le residue speranze di rielezione di Fassino, sarebbe... tenetevi forte... 4300 euro. Poi mi arriva via tweet la precisazione ufficiale dell'assessore Curti: sono in realtà 4831 euro. QUATTROMILAOTTOCENTOTRENTUNO EURO. Siamo salvi. Curti spiega anche che queste sono le tariffe ufficiali. Parbleu.
Questo, a casa mia, si chiama vendere il culo per una ciliegia.

P.S. Comunque resto dell'idea che il funky Gallo andrebbe messo alla porta subito. Se Fassino lo fa, può ancora sperare. Altrimenti la sua corsa è finita ancora prima di cominciare.

Commenti

  1. in ogni caso non dimentichiamoci pure delle isole pedonali (ex. Via Lagrange) invase da gazebo di concessionari d'auto, rivenditori di Bimby, ecc.... o di Piazza San Carlo, una delle piazze più belle di Italia, con i banchetti all cioccolato da fiera di quart'ordine, per non parlare di Piazza Solferino con le casette di Birra-Fest (non potevano lasciargli i 'gianduiotti'?!).

    RispondiElimina
  2. Vabbé allora le piazze lasciamole vuote per l'estetico piacere degli algidi residenti. Un conto è opporsi all'orrida papalla, altro è predicare la desertificazione delle Piazze con la scusa che sono belle, tanto "I Povevi possono andave alle Gvu, nevvevo Anna Cavla? Concovdi Anna Cavla?". Sono piazze, che vivono nell'uso dei cittadini. Non pezzi da museo.

    Riflettiamo sul fatto che per centinaia di ragazzi delle periferie con la Papalla montata piazza Vittorio ha un senso, diventa un luogo con uno scopo che riconoscono come facente parte delle cose vive.
    Senza Papalla per loro Piazza Vittorio è un luogo morto, dove si può solo guardare senza poter mai fare.

    Detto ciò, il miracolato rampollo made in PSI - che come il noto sicofante non deve essere nominato per non fargli un favore - sarebbe da cacciare su 2 piedi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo che le piazze possono e devono essere vive. Ma ci vuole criterio. Anche i "povevi" - per usare un termine che non condivido - hanno diritto a proposte dignitose. Il livellamento al peggio non è né rispettoso, né educativo. Perché se per qualcuno piazza Vittorio con Papalla ha un senso, abbiamo un problema. Nessuno deve restare indietro, d'accordo. Ma la società deve mettere tutti in condizioni di crescere, non incanaglirsi per un malinteso egualitarismo al ribasso. Altrimenti, di questo passo, finiremo con l'assumere a modello di civiltà gli stadi.

      Elimina
    2. Caro Ferraris, senza voler polemizzare faccio solo un paio di riflessioni:
      1) Riflettiamo non vuol dire accettiamo.

      2) cerchiamo di confrontarci con il paese per com'è: a parte quei 4 gatti che vanno al classico, nessuno esce dalla scuola pubblica con gli strumenti per cogliere la bellezza delle nostre piazze.
      Gelmini & Tremonti, ce li siamo dimenticati?
      Grazie a quei due (+ attuali degni eredi) non spieghiamo ai nostri allievi quando il sesso rischia di ammazzarli, figuriamoci se c'è il tempo di insegnargli cos'è bello e cos'è brutto. Una volta raccontavo di Raffaello che distrugge gli affreschi di Piero della Francesca, pur amandoli, per FARE qualcosa di suo. E i ragazzi ne parlavano per ore, e soprattutto iniziavano a capire cos'è veramente il paese in cui sono nati.

      3) una piazza in cui non c'è niente da fare per loro è una piazza morta. E' un non luogo.
      Il problema è aiutarli a trovare un "fare" che non sia consumare alcolici ai tavolini o giocare a calcio dentro l'orrida papalla. Ma chiedergli di sentire come proprio un luogo che è solo da guardare, dove non hanno ricordi, è utopia pura... giusto il figlio di Anna Cavla.

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la