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SALONE 1: TRA CARICHE E INCARICHI, MILELLA BATTE MADIA E RESTA PRESIDENTE


Stamane presentazione di Bookstock: da sinistra Luca Remmert (Compagnia di S. Paolo), Milella e Ferrero (accudito dal felpato Gallino)
Sono felice perché mi si è finalmente svelato l'arcano. Ho capito in base a quali valutazioni Giovanna Milella prevede di restare presidente del Salone del Libro oltre il prossimo luglio, quando sarà trascorso un anno dal suo insediamento presidenziale.

Cosa dice la legge Madia

La legge Madia (n. 114/2014) prevede infatti il divieto per i pensionati (quale è Milella) di avere "incarichi dirigenziali o direttivi o cariche" negli enti pubblici o sotto controllo pubblico (qual è il Salone) per più di un anno; ciò senza possibilità di proroga; e svolgendo comunque la funzione a titolo gratuito. Il testo definitivo della legge all'articolo 6 sembra chiaro: "Incarichi e collaborazioni sono consentiti, esclusivamente a titolo gratuito e per una durata non superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile, presso ciascuna amministrazione". Mentre il paragrafo precedente stabilisce: "Sono comunque consentiti gli incarichi e le cariche conferiti a titolo gratuito". Insomma: nel comma che riguarda il divieto di proroga è scomparsa la parola "cariche". E questo, se ho ben capito, cambia tutto.

Carica e incarico: le parole sono importanti

In pratica, a luglio Milella dovrà lasciare la carica di presidente? No, mi ha spiegato stamattina Milella, che in quanto Milella è senz'altro persona informata sul fatto. Si è consultata con fior di avvocatoni; e gli avvocatoni sulla legge Madia ci hanno fatto un lavoretto d'interpretazione che Papiniano je spiccia casa. Se ho afferrato il ragionamento, Giovanna resta per via di quella paroletta, "cariche", mancante nel testo definitivo dell'articolo 6: per cui - questa mi sembra la tesi degli avvocati milelliani - le "cariche" sono sì gratuite, ma non è vietato prorogarle
"Io in realtà ho due ruoli – ha detto Milella. - Ricopro la carica di presidente del Salone, e ho l'incarico di direttore esecutivo. Ora, la carica non ricade nell'ambito della legge Madia (penso si riferisca al divieto di proroghe e rinnovi, NdG), mentre l'incarico sì. Quindi, a luglio non dovrò lasciare la presidenza, mentre non potrò più svolgere l'incarico di direttore operativo; esattamente come Ernesto Ferrero che non sarà più direttore artistico”.

Aspettando (domani) i nuovi soci

Con la differenza che Ferrero non vede l'ora di scappare, dopo un anno extra di lavoro non pagato – e un anno di emme, per di più. 
Giovannona invece direi che resta volentieri presidente, benché civetti sospirando “ma chi me lo fa fare...”.
Quanto alla scelta del direttore esecutivo, le faccio crudelmente notare che potrebbe essere l'ora di Marco Pautasso. Lei non reagisce come Dracula in un campo d'aglio, però svicola con maestrìa: “Adesso pensiamo al Salone, poi dovremo ridiscutere l'intera struttura con i vecchi e i nuovi soci”.
Nuovi soci che si appaleseranno domani, con l'apertura delle buste del “call”. Intesa San Paolo c'è. Unicredit non s'è fatta avanti. Come previsto.
Ma questa è un'altra storia. Continua al  post "Il Salone cerca soci ma Unicredit se la squaglia".

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