La presidente Laura Milani |
Difatti. Oggi su Gaynews, "quotidiano di informazione Lgbtq" on line, trovo una presa di posizione inequivocabile del Coordinamento Torino Pride contro qualsiasi ipotesi di "snaturamento" di Lovers. Come dire? L'hanno presa bene. Qui trovate linkato l'articolo di Gaynews, e a seguire vi ricopio il comunicato del Coordinamento.
Il Coordinamento Torino Pride ... ha da sempre a cuore le sorti del Festival Lovers già Cinema Gay: la manifestazione culturale che, più di ogni altra, è stata e rimane il riferimento per la comunità LGBT non solo torinese.
Leggendo quanto scrivono alcuni media (che sarebbero poi il vostro amatissimo Gabo, NdG) rispetto a Lovers e, più in generale, rispetto ai due festival “minori” del Museo Nazionale del Cinema di Torino, siamo francamente tutte e tutti in forte apprensione e, per questo, nei giorni scorsi abbiamo scritto alla presidente del museo Laura Milani che ci riceverà volentieri a partire dal 5 dicembre dopo che il suo piano sulla riorganizzazione del Museo e dei suoi festival sarà già stato presentato.
Progressisti, come necessariamente sono tutti coloro che fanno attivismo, siamo apertissimi all’idea di un festival in evoluzione che però mantenga intatta la sua autonomia e la sua declinazione. Per evitare che, con un sol colpo di pennello, vengano cancellati i due più importanti atout della più che trentennale manifestazione:
- il valore sociale, oltre che culturale, e il ruolo che ha, non solo per la comunità ma per tutte le persone intelligenti;
- e la storia che porta con sé e che ora è patrimonio, non solo del Museo del Cinema ma di tutte le cittadine e i cittadini. Un valore che il festival ha e che gli è riconosciuto a livello mondiale. Snaturarlo, trasformarlo in una sezione o chissà cos’altro, farebbe evaporare un patrimonio acquisito - al netto di edizioni più o meno riuscite - che sarebbe folle disperdere.
Si abbia piuttosto il coraggio politico di sostenerlo davvero o di prendere la decisione di chiuderlo. Invece di condannarlo a un’agonia lenta e a spese dei contribuenti.
La Comunità LGBT - come il Festival, il Museo e la politica sanno bene - è pronta a fare la sua parte qualora voluta.
Leggendo quanto scrivono alcuni media (che sarebbero poi il vostro amatissimo Gabo, NdG) rispetto a Lovers e, più in generale, rispetto ai due festival “minori” del Museo Nazionale del Cinema di Torino, siamo francamente tutte e tutti in forte apprensione e, per questo, nei giorni scorsi abbiamo scritto alla presidente del museo Laura Milani che ci riceverà volentieri a partire dal 5 dicembre dopo che il suo piano sulla riorganizzazione del Museo e dei suoi festival sarà già stato presentato.
Progressisti, come necessariamente sono tutti coloro che fanno attivismo, siamo apertissimi all’idea di un festival in evoluzione che però mantenga intatta la sua autonomia e la sua declinazione. Per evitare che, con un sol colpo di pennello, vengano cancellati i due più importanti atout della più che trentennale manifestazione:
- il valore sociale, oltre che culturale, e il ruolo che ha, non solo per la comunità ma per tutte le persone intelligenti;
- e la storia che porta con sé e che ora è patrimonio, non solo del Museo del Cinema ma di tutte le cittadine e i cittadini. Un valore che il festival ha e che gli è riconosciuto a livello mondiale. Snaturarlo, trasformarlo in una sezione o chissà cos’altro, farebbe evaporare un patrimonio acquisito - al netto di edizioni più o meno riuscite - che sarebbe folle disperdere.
Si abbia piuttosto il coraggio politico di sostenerlo davvero o di prendere la decisione di chiuderlo. Invece di condannarlo a un’agonia lenta e a spese dei contribuenti.
La Comunità LGBT - come il Festival, il Museo e la politica sanno bene - è pronta a fare la sua parte qualora voluta.
Solo gli appassionati di Pratt noteranno la citazione da Una Ballata del Mare Salato ;-)
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