Passa ai contenuti principali

CON PAROLE LORO: COM'E' ANDATO IL CAPODANNO

Io a Capodanno non esco. E possibilmente sto in campagna. Per cui, premessa metodologica, devo ricorrere a testimonianze terze per esaminare com'è andato il Capodanno a Torino, forse unica fra grandi città ad aver rinunciato ai festeggiamenti in piazza. Alcune testimonianze su Fb mi dicono di una serata piuttosto sotto tono (a dirla educatamente), ma per non dare adito a penosi tentativi di smentita mi sono premurato di servirmi per quanto possibile di fonti ufficiali e non sospettabili di remare contro.
Per arrivare a un risultato, comincio a triturare i santissimi di buon mattino: alle 10 già chiedo a quelli della Fondazione Cultura quanta gente c'era stanotte al PalaAlpitour e allo Spazio 211. Mi rispondono che lo sa il Comune. 
Mi rivolgo allora all'ufficio stampa del sindaco: mi risponde che i dati saranno diffusi da Fondazione Cultura e Regio.
Mi reindirizzo alla Fondazione Cultura chiedendo se possono mettersi d'accordo.

Mi si è ristretta la capienza

Gli auguri sul sito del Comune di Torino: per motivi
che mi sfuggono il post è stato lestamente rimosso
A questo punto l'ufficio stampa del sindaco mi scrive che al PalaAlpitour c'erano 3500 persone, "capienza massima". Dev'esserci stato uno sprint finale, penso fra me e me, visto che fino a due giorni prima risultavano venduti circa mille biglietti (sempre da stime di Palazzo Civico). La "capienza massima" di 3500 mi stupisce un po', perché in conferenza stampa s'era parlato di 5500 o 6000. L'ufficio stampa del sindaco mi rivela che "è stata abbassata alla vigilia dalla commissione".
A questo punto verifico con una fonte interna al PalaAlpitour: mi conferma che in effetti sarebbe stata la prefettura a voler applicare parametri "più restrittivi", ovvero quelli in genere previsti per i dj set e non per la musica dal vivo.

Con 3500 biglietti, quanti erano a mezzanotte?

Il dato dei 3500 viene intanto ripreso dai quotidiani, che parlano di "bilancio positivo". Chi si contenta gode. Qualcuno che c'era, però, sostiene che 3500 persone al PalaAlpitour non le ha viste manco dipinte. Approfondisco con un testimone oculare fededegno. Va da sé che può soltanto fare una stima (soggettiva) delle presenze: mi parla di 1500/2000 persone in sala attorno alla mezzanotte.
Ci può stare: se io distribuisco - come da dichiarazione dell'ufficio stampa del sindaco - all'incirca 3500 tagliandi per una serata in cui la gente va e viene (qualcuno arriva tardi, qualcuno va via presto, qualcuno passa per curiosare e resta poco) è ben possibile che i presenti a mezzanotte fossero non più di duemila. Sai che allegria. Difatti il mio testimone oculare mi parla di "un'atmosfera un po' mesta". In compenso definisce "ottima" l'organizzazione. Di sicuro non hanno dovuto fronteggiare le masse scatenate.
Quanto al dato puntuale degli ingressi, ci sarà la verifica della beneficenza: per entrare si pagavano 3 euro, integralmente destinati all'Ugi. Se l'incasso devoluto all'Ugi sarà di 10.500 euro (3500 presenze per 3 euro) i conti torneranno.

In ottocento allo Spazio 211

E passiamo allo Spazio 211. In tarda mattinata, dalla Fondazione Cultura mi arriva un'indicazione di massima: dichiarano di aver distribuito "più di mille tagliandi gratuiti" (la capienza dello Spazio 211 era di duemila persone) e che "ne saranno venuti 800 a rotazione". "A rotazione" significa che qualcuno entrava e qualcuno usciva, per cui è difficile ipotizzare che, in un'area da 2000 persone, ne siano state presenti, in qualsiasi momento della serata, più di tre-quattrocento. Va', diciamo cinquecento per essere generosissimi.

Il successo del pianista

Del tram proprio non mi sono interessato, cerco di restare serio almeno io. Segnalo invece con piacere l'unico franco successo dello sfortunato Capodanno torinese, ovvero il concerto di classica questa mattina in Galleria Umberto I (a ingresso gratuito e senza tagliandi) che non a caso era stato considerato da lorsignori con molto scetticismo. Miei testimoni sul posto mi dicono di una folla compatta, che a seconda delle stime varia dalle quattrocento alle mille persone: di sicuro, la Galleria è piena. E tutto questo per ascoltare un giovane pianista torinese neppure famosissimo, Francesco Mazzonetto, e ovviamente poco costoso.

Quattro conti della serva

Già, vogliamo parlare di costi? L'intero ambaradan capodannesco sarebbe costato - dichiarazioni ufficiali del sindaco - trecentomila euro: uno dei Capodanni comunali più costosi dell'ultimo periodo. 
Da quei trecentomila togliamone millecinquecento per il pianista e diecimila per lo stravagante tram-discoteca: restano 287.500 euro. Provo a dividere tale cifra per il numero di persone che hanno usufruito dei due Capodanni al PalaAlpitour e allo Spazio 211: secondo le più che ottimistiche dichiarazioni degli organizzatori (Comune e Fondazione Cultura) sono in totale 4300 (3500  al PalaAlpitour e 800 allo Spazio 211). Quindi, 287.500 diviso 4300: fa circa 67 euro a persona. Tanto valeva darglieli direttamente, che andassero a divertirsi in qualche locale dove per quella cifra magari gli offrivano anche una fetta di panettone e una flute (in plastica) di spumantino.
Per fortuna hanno pagato gli sponsor - cioé la solita Iren - ma soprattutto, "in buona parte" (parole testuali di Chiarabella) i soldi per il Capodanno sono saltati fuori dai 124 mila euro che il Comune ha incassato per l'appalto dei mercatini di Natale coi fiocchi. Così almeno a qualcosa sono serviti.
Però non riesco ancora a capire - certo per mia carenza intellettiva - come si arriva a un preventivo di trecentomila euro.
Ora, si dà il caso che alcuni costi della belafesta siano noti, da fonte certa. L'intero "cast artistico" vale all'incirca 70 mila euro: 50 mila per il PalaAlpitour e 20 per lo Spazio 211, più qualche spicciolo per il pianista in Galleria Umberto I. Il tram costa 10 mila euro. L'allestimento tecnico allo Spazio 211 all'incirca 40-50 mila euro. Per l'affitto dal PalaAlpitour, compreso l'allestimento per la serata, la società Parco Olimpico si è accontentata di 10 mila euro. L'insieme di tutte le voci note non arriva a 150 mila euro. Certo, bisogna calcolare la Siae, la "promozione" (per chi l'ha vista...) e sicuramente tanto altro che non immagino. Però vorrei chiudere la pratica. Durante la conferenza stampa di presentazione qualche gentiluomo o gentildonna mi disse che "i conti si fanno alla fine". 
Benissimo. Adesso siamo alla fine. Facciamo i conti, grazie?

Omaggio a Farassino, ma senza la famiglia

Infine, è doveroso riferire il dispiacere manifestato (a mezzo Fb) dalla figlia di Gipo Farassino, Valentina, di fronte a un'iniziativa dedicata al padre (la serata al PalaAlpitour prevedeva un omaggio a Gipo) per la quale non è stata né interpellata né coinvolta. A questo link potete leggere il post.

Commenti

  1. Caro Gabo, grazie - mille grazie - per il tuo lavoro e davvero buon anno.
    Ti scrivo da Parigi. Qui i giornalisti entrano con la tessera e non stanno a dargli un biglietto (ossia nelle statistiche si segnano i paganti; distinguono anche tra biglietti "di gruppo" (scuole ed altre truppe cammellate).
    Pensa che la notte di capodanno la metropolitana è gratis; ci sono state sugli Champs Elysées oltre 300.000 persone. Sull'Arco di Trionfo è stato proiettato un cartone animato di 20 minuti (un gatto che visita Parigi, versione moderna e di grande qualità di Musette va a Parigi, lo ricordi?. La capitale dei monumenti e delle banlieu, dei mercati rionali, insomma dell'integrazione multietnica...)prima che partissero i fuochi d'artificio. Non ti sto a dire del discorso di auguri del Presidente Macron (ogni parola studiata e soppesata; con riferimenti espliciti o impliciti a JFK, De Gaulle e Mitterand - Napoleone sullo sfondo - nulla a che fare con le idiozie da bar sport cui ci hanno abituato i nostri).
    Vorrei dirti dell'ottima nuova esposizione permanente del Musée d'Orsay (studiata per oltre cinque anni, mi piacerebbe spiegartene le ragioni storico artistiche)e di tanto altro. Rinuncio per brevità, e per non dover decidere se bere la cicuta appena tornato a Torino o andarmene altrove. Un saluto molto cordiale e coraggio (non è che siamo anche un po' masochisti?) Piergiorgio Dragone

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

CIAO SERGIO

Sergio Ricciardone non c'è più. Se n'è andato così, ad appena 53 anni, dopo breve malattia. Venticinque anni fa, insieme con i colleghi deejay Giorgio Valletta e Roberto Spallacci, aveva fondato l'associazione X-Plosiva e inventato Club to Club. Il resto è storia. La storia di una piccola serata itinerante nei club torinesi che man mano cresce, evolve, cambia pelle, fino a diventare C2C, uno dei più importanti festival musicali d'Europa e del mondo . Sergio, che di C2C era il direttore artistico, era un mio amico. Ma era molto di più per questa città: un genio, un visionario, un innovatore, un pioniere. E un innamorato di Torino, che spesso non l'ha compreso abbastanza e ancor meno lo ha ricambiato. Un'altra bella persona che perdiamo in questo 2025 cominciato malissimo: Ricciardone dopo Gaetano Renda e Luca Beatrice. Uomini che a Torino hanno dato tanto, e tanto ancora potevano dare.   Scusatemi, ma adesso proprio non me la sento di scrivere altro.

ADDIO, LUCA

Luca Beatrice ci ha lasciati all'improvviso, tradito dal cuore all'età di 63 anni. Era stato ricoverato lunedì mattina alle Molinette in terapia intensiva. Non sto a dirvi quale sia il mio dolore. Con Luca ho condiviso un lungo tratto di strada, da quando ci presentarono - ricordo, erano gli anni Novanta, una sera alla Lutèce di piazza Carlina - e gli proposi di entrare nella squadra di TorinoSette. Non me la sento di aggiungere altro: Luca lo saluto con l'articolo che uscirà domani sul Corriere . È difficile scriverlo, dire addio a un amico è sempre triste, figuratevi cos'è farlo davanti a un pubblico di lettori. Ma glielo devo, e spero che ne venga fuori un pezzo di quelli che a lui piacevano, e mi telefonava per dirmelo. Ma domani la telefonata non arriverà comunque, e pensarlo mi strazia. Ciao, Luca. Funerale sabato 25 alle 11,30 in Duomo.

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz...