"Il cacciatore" apre martedì 27 il ciclo di proiezioni per i 50 anni dell'Aiace |
Cinquant'anni sono trascorsi anche dalla nascita dell'Aiace, l'Associazione degli Amici del Cinema d'Essai, a Torino. L'Aiace nazionale era stata fondata sei anni prima a Roma, ma una volta tanto fu Torino a "scippare" qualcosa a un'altra città: nel 1993 la sede nazionale dell'associazione fu spostata sotto la Mole, e affidata all'indimenticabile Gianni Volpi. Né poteva essere altrimenti: la sezione torinese nei sui primi anni, tra il '68 e il '91, fu diretta da gente con i controcazzi, prima Federico Peiretti e poi Alberto Barbera; e diventò un modello, e in Piemonte si formò la più fitta rete di sale d'essai d'Italia, e il leggendario Centrale d'essai - che proiettava film bellissimi anche al mattino - divenne un porto sicuro per chiunque tagliasse da scuola. Motivo per cui un'intera generazione di torinesi, la mia, s'è portata dietro per tutta la vita qualche lacuna sugli aoristi e gli storici latini della decandenza, ma anche un immenso amore per il cinema.
Cinquant'anni dopo l'Aiace è ancora qui, con la sua tessera irrinunciabile per i cinefili, con il suo festival Sottodiciotto, con le sue iniziative - le rassegne, i corsi, il blog - che continuano a raccontare il cinema e a dirci che c'è vita oltre i marvelmovie.
E per festeggiare il suo primo mezzo secolo l'Aiace regala ai suoi tesserati dieci film, dieci classiconi che hanno segnato - e formato - l'idea stessa di "cinema di qualità" negli ultimi cinquant'anni, e che è tempo di rivedere - o finalmente vedere per la prima volta - sul grande schermo: perché vederli sul grande schermo, quei film, è tutta un'altra cosa. Saranno proiettati - ovviamente - al Centrale con ingresso gratuito per i soci Aiace (ma potete anche tesserarvi sul posto). Ogni proiezione sarà preceduta da una breve presentazione affidata non ai classici espertoni da cineforum, bensì a giovani cineblogger e studenti di cinema.
Si comincia martedì 27 alle 21,30 con "Il cacciatore" di Michael Cimino. Seguiranno "Manhattan" di Woody Allen, "Le notti della luna piena" di Rohmer, e poi "C'era una volta in America" (è il 27 marzo, non devo assolutamente perdermelo), "Bianca" di Moretti, "Il cielo sopra Berlino" di Wenders (uno dei titoli ancora oggi più citati e meno visti da chi cerca facili assonanze, specie qui in città), e poi ancora "Fuoco cammina con me" di Lynch, l'imprescindibile "Il grande Lebowsky", "In the mood for love" di Wong-kar Way, per finire in gloria, l'8 maggio, con "Bande à part" di sua santità Jean-Luc Godard.
il centrale, ricordo quando uscì Tout va bien di Godard, praticamente il movimento studentesco si riunì al centrale per un mese
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