Guido Curto è da due anni il direttore di Palazzo Madama |
Ciò è tutt'altro che scontato. Il 2017 di Palazzo Madama si è chiuso con una perdita secca di circa 80 mila visitatori, crollati a 228 mila dai 310 mila del 2016: quasi un quarto in meno. Però, mi garantisce Cibrario, la tendenza è cambiata, in questo inizio d'anno c'è stato un aumento del 45 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017.
Mi sembra un dato magnifico, e con una sua logica. A Palazzo Madama da due anni mancano le grandi mostre: l'ultima fu "Da Poussin agli Impressionisti", in collaborazione con l'Ermitage, che ebbe circa sessantamila presenze in due mesi. Neppure uno sfracello. Ma adesso quelle, piccoline e low cost, che il direttore Guido Curto propone a raffica cominciano a ingranare, e fare "massa critica": Odissee, che si è appena conclusa, è piaciuta tantissimo, solo nell'ultimo weekend d'apertura ha richiamato 2500 persone; è partita bene quella dei profumi nella storia; e va bene anche quella dei gioielli di Ferrè, sono arrivate diverse richieste per portarla all'estero e ciò frutterà anche un po' di soldi extra. È la politica delle "mostre di nicchia", a basso costo ma ben presentate e costruite con intelligenza. Di certo i turisti non verranno a Torino apposta per visitarle, ma quando sono qua le apprezzano; e le apprezzano i torinesi. In mancanza di soldi, è già un buon risultato.
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