Ricevo dall'ufficio stampa dello Stabile il comunicato sugli spettacoli estivi, e volentieri lo pubblico. Volentieri perché - a prescindere dall'iniziativa, che mi pare buona - il comunicato in sé è significativo e dunque interessante: contiene tutti gli elementi, i tic e le parole d'ordine delle "politiche culturali" volute dall'amministrazione civica torinese. Quelle, per intendersi, caldamente raccomandate anche per il Regio. Per comodità del lettore, ho evidenziato in neretto i passaggi più significativi.
Va da sé che in un simile progetto - come in qualsiasi progetto teatrale, d'altronde - il discrimine fra idea fighissima e puttanata velleitaria sta nel valore degli spettacoli proposti. E questo dipenderà dai registi e dalla compagnia, formata da "undici giovani attori torinesi". Essere giovani e torinesi, di per sé, non equivale ad essere bravi: ma confido nel rigore dello Stabile, che tradizionalmente tende a non scivolare nella filodrammatica. Ad ogni buon conto, per le valutazioni tecniche e critiche sarò incline come d'abitudine a fidarmi del parere dei compententi, più che dei giudizi social del pubblico twittante.
Quest'estate il Teatro Carignano si trasforma in una piazza incantata, incorniciando con gli ori ed i velluti della sala un grande prato all'inglese, che ricoprirà parte della platea. Dal 26 giugno al 22 luglio in questa arena, a metà tra giardino e palazzo, debutteranno due nuovi spettacoli prodotti dal Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, tratti dal grande repertorio shakespeariano. “Sogno di una notte di mezza estate” con la regia di Elena Serra e “Romeo e Giulietta” con la regia di Marco Lorenzi si alterneranno di sera in sera per offrire al pubblico un’occasione unica per vivere il teatro con tempi e modi diversi, tra innovazione e tradizione.
Aperti per ferie
Consultando i nostri archivi storici emerge che sarà la prima volta nella vita plurisecolare del Carignano che la stagione teatrale proseguirà per tutto il mese di luglio. Una scommessa o forse semplicemente la constatazione che le abitudini dei torinesi sono mutate negli ultimi tempi e quello che veniva considerato un mese poco adatto per il teatro al chiuso può contare oggi su un pubblico potenziale molto esteso, composto dalla comunità di cittadini che restano a Torino anche d’estate e dai numerosi turisti in visita. A conferma di questa tendenza sia il fatto che ad oggi più della metà dei biglietti disponibili per le 24 recite programmate è già stata venduta.
Perché “Prato inglese”?
Abbiamo intitolato così il nostro progetto perché l’autore scelto per questa prima apertura estiva è un’icona inglese come William Shakespeare. Perché il Carignano è stato trasformato in una sorta di Globe Theatre elisabettiano, dove si modificano le geometrie interne e si accorciano le distanze tra esecuzione e fruizione grazie agli attori “avvolti” dal pubblico. Perché il palcoscenico, esteso su buona parte della platea, è rivestito da un verdissimo prato all’inglese che diventa scenario delle vicende comiche e tragiche recitate, in uno spiazzante scarto estetico e semantico tra natura e architettura, arte e artificio. Un prato indoor, al riparo dalla pioggia e dalle temperature canicolari, per garantire ad attori e spettatori un confort totale ma a impatto ridotto sull’ambiente, grazie a un nuovo sistema di gestione energetica che ottimizza la climatizzazione e abbatte i consumi gestiti da una apposita App, facendo del Carignano il primo teatro green d’Italia.
Un teatro per tutti
La scelta di due lavori ormai entrati a far parte dell’immaginario collettivo come "Romeo e Giulietta" e "Sogno di una notte di mezza estate" non è casuale. L’iniziativa infatti è volta non solo ad offrire ai turisti l’opportunità di visitare uno dei più bei teatri italiani come il Carignano, ma soprattutto ad ampliare il pubblico verso fasce di residenti sul territorio che abitualmente non seguono la nostra attività, per motivi diversi. Per intercettare spettatori giovani e famiglie e per garantire un intrattenimento di qualità ad adulti e anziani che restano in città d’estate, i biglietti hanno prezzi molto vantaggiosi: 15 euro per l’ingresso a uno spettacolo (con riduzioni a 10 euro per determinate categorie), 20 euro per vedere entrambi i titoli, 5 euro per i giovani under 18. Prezzi popolari per titoli popolari, con l’obiettivo di proporre anche fuori stagione un’occasione di svago intelligente e accessibile, all’insegna del grande teatro d’arte, offrendo al pubblico l’opportunità di scoprire una nuova passione e al Teatro Stabile il contesto in cui sviluppare nuove funzioni a impatto formativo e sociale.
Giovani alla ribalta
Per proporre due titoli così noti abbiamo scritturato una compagnia di giovani artisti torinesi con un’età media di trent’anni, alcuni già affermati a livello nazionale altri emergenti, con l’intento di valorizzare e affermare i loro talenti. La direzione di "Romeo e Giulietta" è affidata a Marco Lorenzi, quella di "Sogno di una notte di mezza estate" a Elena Serra, alla guida di un cast di undici attrici e attori pieni di energia che con la loro freschezza, il loro entusiasmo e la loro intensità interpretativa daranno vita a messe in scena innovative e stimolanti, moderne e appassionate, senza tradire l’essenza e lo spirito del genio inglese.
Shakespeare Social - #pratoinglese
Per la prima volta lo Stabile sperimenta un’iniziativa social che prevede la disponibilità gratuita di un palco coperto da wi-fi che permetta a spettatori selezionati di portare, in diretta, sui social gli spettacoli corredati dall’hashtag #pratoinglese. L’iniziativa è aperta a tutte le persone che comunicano abitualmente tramite social, interessate a seguire proattivamente l’esecuzione delle recite, riscoprendo un senso critico e una visione innovativa del teatro da condividere coi loro follower. Sul sito e sulla pagina Facebook del Teatro Stabile saranno disponibili le modalità per inviare la propria candidatura e i criteri di selezione.
Quasi tutte le date sono già esaurite
RispondiEliminaLa Compagnia teatrale che si occupa dei due spettacoli (il Mulino di Amleto) è un concentrato di bravura e capacità di rilettura dei classici. Mi è capitato di assistere a due spettacoli curati da loro (Ruy Blas al Castello di Rivoli e il recente Platonov per il Festival delle colline torinesi) e sono rimasto colpito dalla loro modalità di rottura della quarta parete scenica, scelta che favorisce un maggiore coinvolgimento del pubblico. Sicuramente queste rappresentazioni saranno all'altezza delle aspettative.
RispondiEliminala ringrazio
EliminaEcco perché fonsatti NON é stato voluto al regio...
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