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SALONE, PER I LAVORATORI SOLO CHIACCHIERE E PROMESSE A VUOTO

Gioco di squadra. Dipendenti e collaboratori fanno il Salone, mentre i ciarloni ciarlano. Ma promesse e pacche sulle spalle non si pagano le bollette
I ciarloni ciarlano, l'acqua scarseggia e la papera non galleggia. Ieri si è aperta la trattativa sul futuro dei dodici dipendenti dell'ex Fondazione per il Libro che da mesi e mesi lavorano per il Salone senza nessuna garanzia sul futuro. Finora li hanno coperti di promesse a vanvera e contraddittorie puttanate, mentre lorsignori s'accapigliano e i giorni, le settimane e i mesi scivolano via verso il destino prescritto. Anche ieri, a quanto pare, non s'è cavato un ragno dal buco: in pratica, gli hanno detto che da lunedì possono rimanersene a casa, "sospesi" e senza stipendio, in una specie di anticamera del licenziamento. Così i tapini, lievemente incazzati, hanno rotto il loro sabaudo e dignitoso silenzio e hanno scritto il cahier de doléances che qui tristemente pubblico:
Sei mesi e nulla è cambiato. Nessuna proposta concreta è stata portata dalla Regione Piemonte e dalla Città di Torino (che nel frattempo se l'è squagliata all'inglese... NdG) a noi dipendenti della Fondazione per il Libro, ora in liquidazione, al tavolo di crisi dello scorso lunedì 25 giugno, se non quella irricevibile e inconcepibile della sospensione dei contratti, senza percepire alcuno stipendio. Il quadro prospettato dalle istituzioni, cinque giorni prima del termine dei distacchi presso la Fondazione per la Cultura e la Fondazione Circolo dei lettori, non presenta alcuna novità rispetto alle vaghe premesse e promesse con cui era stata avviata la liquidazione della Fondazione per il libro, lo scorso dicembre. La trattativa sindacale al tavolo di crisi di lunedì ha portato al possibile prolungamento di un mese del distacco, che dovrà essere riconfermato il prossimo 29 giugno, ma da comunicazione informale ricevuta dal rappresentante sindacale Dante Ajetti, in data odierna, questa via non sarà percorsa
A questo punto chiediamo chiarezza e trasparenza in tempi brevi per capire le nostre sorti future e quelle del Salone del Libro. In ogni uscita pubblica le istituzioni si sono premurate in questi sei mesi di assicurare un futuro lavorativo a noi dipendenti, ci è stata chiesta fiducia, cui abbiamo risposto con il lavoro e il senso di responsabilità. Ora ci chiediamo se la fiducia sia stata ben riposta.
A partire dall'estate 2017 abbiamo preparato le basi del Salone di quest’anno e non abbiamo mai smesso di impegnarci nel corso dell'autunno, quando si è profilata all'orizzonte la liquidazione dell'ente per cui stavamo lavorando; non abbiamo smesso quando la liquidazione ha rallentato di molto la nostra operatività con le complicazioni dei passaggi di consegne; non abbiamo smesso neppure quando ci siamo trovati a subire i ritardi consistenti nell'erogazione degli stipendi che ci hanno costretti a sacrifici personali e famigliari notevoli; e neppure ora, che, malgrado tutte le rassicurazioni precedenti, ci troviamo nella dolorosa situazione di non avere alcun orizzonte occupazionale certo, riusciamo a venire meno al nostro senso di responsabilità nei confronti di tutti i progetti che con il nostro lavoro e la nostra passione abbiamo contribuito a realizzare.
Le linee guida del Salone che verrà devono essere tracciate a luglio. Un progetto editoriale deve essere pronto per la Buchmesse di Francoforte e per i singoli appuntamenti con gli editori che si terranno nel corso dell'autunno e dell'inverno. Tra luglio e settembre si preparano le comunicazioni alle scuole per consentire ai docenti di tutta Italia di prevedere una eventuale visita al Salone; si lavora alla nuova edizione di Portici di Carta, in programma tradizionalmente il primo weekend di ottobre; si prosegue l'attività iniziata a gennaio per il Premio Mondello che prevede la cerimonia finale nel mese di novembre; partono i progetti come Adotta uno scrittore, il Premio nazionale Nati per leggere, il Concorso Comix Games e tutti i progetti di alternanza scuola-lavoro di cui siamo promotori e capofila. 
Tutte queste attività, fondamentali per il futuro delle iniziative che sono sempre state organizzate dalla Fondazione per il libro, sono ovviamente condizionate dal processo di liquidazione in corso.
Con la correttezza che ha sempre contraddistinto il nostro operato, non chiediamo altro che la possibilità di continuare il nostro lavoro, in condizioni di regolare tutela contrattuale e con la corresponsione del nostro compenso nei tempi e nei modi dovuti. 
Auspichiamo un disegno ben definito del trasferimento delle nostre competenze all'interno del nuovo soggetto che si occuperà dell'organizzazione del Salone e contestualmente un piano di ricollocamento di chi tra i dipendenti non dovesse esservi coinvolto. 
Nuovo appuntamento venerdì 29 giugno al Palazzo della Giunta Regionale in piazza Castello alle ore 9. Al termine della trattativa i sindacalisti e i dipendenti rilasceranno dichiarazioni su quanto avvenuto.

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