Passa ai contenuti principali

SUPER BOMBER? NO GRAZIE. PREFERIREI UN MEDIANO


Leggo sulle gazzette che il nuovo sindaco sta cercando "tre super bomber" cui affidare tre assessorati che ritiene altamente strategici.
Fra tali assessorati c'è anche la Cultura.
Di conseguenza le gazzette si sbizzarriscono a indicare i possibili "super bomber della Cultura".
Leggo pure che il nuovo sindaco tifa Juventus. Nessuno è perfetto. Ma in quanto tifoso della Juventus, Stefano Lo Russo dovrebbe aver imparato sulla propria pelle che non sempre un super bomber fa vincere gli scudetti (men che meno le Champions), specie quando viene paracadutato in un ambiente che non conosce e che non gli si confà.
Lo ammetto: in quanto tifoso del Bologna non sono la persona più adatta a discettare di super bomber, ma se parliamo di assessori alla Cultura mi permetterei di rilevare che non è la prima volta che un sindaco (o un presidente di Regione) decide di darsi una lustratina al blasone affidando l'assessorato alla Cultura a qualche personaggio egregio per meriti culturali, a un'eminenza dell'arte o dello spettacolo.
In genere non funziona. Sgarbi assessore a Milano è durato due anni prima di essere cacciato dalla Moratti, Zichichi e il povero Battiato molto meno come assessori della giunta Crocetta in Sicilia.
I super bomber sono tali anche perché uomini liberi e ribelli. Un intellettuale, un artista, se è davvero tale, non si adatta agli ineludibili lacci e lacciuoli imposti dall'azione politica e/o amministrativa. Può avere grandi idee, ampie visioni: ma s'impantana nella quotidianità mediocre delle scartoffie, della burocrazia, delle mediazioni. Alla fine, il disastro è inevitabile.
Aggiungo: un assessore alla Cultura deve conoscere la realtà con cui si confronta. Che ne sa un super bomber - magari d'importazione - delle mille e mille realtà che formano l'humus culturale di Torino?
E poi, diciamocelo: se proprio voleva il super bomber, Lo Russo ce l'aveva in casa, e - a differenza di altri - era un super bomber che poteva funzionare: Paolo Verri quelle mille e mille realtà torinesi le conosce bene, è un super bomber versatile cresciuto nel vivaio locale. Ma quel super bomber lì a Lo Russo non piace (anche questo è un vezzo molto bianconero...) e allora lasciamo perdere. Ma, per carità, lasciamo anche perdere l'idea del super bomber preso senza un vero disegno tattico, ma soltanto per entusiasmare i tifosi perché il nome fa sensazione (dico bene, tifoso juventino?). 
La cultura torinese oggi non ha bisogno, a mio avviso, di assessori super bomber pescati sull'album delle figurine Panini. Piuttosto di un mediano. Un medianone di una volta, l'Oriali della situazione, uno che porta palla, che difende e suggerisce, tiene insieme la squadra e manda in gol gli altri. Un mediano umile e tenace, che ha un'idea di gioco e la costruisce passaggio dopo passaggio, e se capita segna pure, senza tentar veroniche né colpi di tacco acchiappa-applausi ma sempre inutili e spesso dannosi. Un mediano, appunto, che sa far giocare i super bomber. Perché i super bomber solo quello sanno e devono fare: andare in gol. A tutto il lavoro preparatorio, alla fatica di portare palla, prendere e dare legnate, sputar l'anima su e giù per il campo, ci pensano i mediani.
Il mediano - pardon, l'assessore - che sogno io è uno venuto su dalla gavetta, che conosce vita morte e miracoli della sfaccettata scena culturale torinese, sa quali sono i genii e quali i truffatori, sa come funzionano gli ingranaggi della macchina e come la macchina può rendere al meglio. Uno senza pregiudizi ma neppure un boccalone che si fa intortare dal primo venditore di fumo che passa (e ne passano a legioni, negli ambulacri degli assessorati alla Cultura...). Uno con le palle, pronto a battere i pugni sul tavolo quand'è il momento, e a usare la diplomazia quando conviene. Non un avanzo di salotto, e neppure un bovaro delle fiandre recuperato dalla palude dei trombati. Io sogno un competente con un cervello e un cuore, con una visione ma non un visionario.
Esiste? Io penso di sì. Ne ho in mente almeno due o tre. Sono sotto gli occhi di tutti, ma nessuno li vede. Com'è ovvio, non compaiono nelle varie liste del toto-assessore. E com'è altrettanto ovvio, non ne scrivo i nomi, per non fargli del male. Tanto non cambierebbe nulla, sanno sempre tutto lorsignori, con le conseguenza che ben conosciamo. Sono quasi certo che alla fine ci beccheremo la scelta peggiore. E' la Legge di Murphy, bellezze.

Commenti

Post popolari in questo blog

SUI COLLI FATALI SORGE IL FESTIVAL ROMANISSIMO

Oggi a Roma c'è stata la conferenza stampa del Torino Film Festival prossimo venturo. Da tempo ormai il Tff ha dismesso la civile consuetudine della doppia conferenza stampa, a Roma e a Torino. E con sto piffero che io mi scapicollo fino a Roma scialando tempo e denaro per assistere all'inutile pantomima. Tanto l'unica novità che rivesta un qualche interesse è l'elenco dei selezionatori scelti da Base: in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione (alcuni li vedete nelle foto in alto, presa da Fb). Per me sono illustri sconosciuti, ma io sono ignorantissimo. Da un rapido giretto in rete mi è parso di capire che, casualmente e salvo abbagli, sono tutti romani, nativi o stanziali. Altre imprese d'alto profilo al momento mi sono sfuggite: garantisco che appena possibile e con la massima sollecitudine porrò rimedio alle mie lacune. Ma l'unica cosa davvero notevole e divertente

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz

L'EGIZIO MILIONARIO DI CHRISTIAN SUPERSTAR, MA CRESCONO ANCHE GLI ALTRI

Siamo al solito consuntivo di fine anno delle presenze nei musei torinesi (a questo link  trovate i dati del 2022). La notiziona riguarda, come da copione, l' Egizio che mette a segno un altro record straordinario. Infatti è il primo museo torinese a superare la soglia psicologica del milione di visitatori: nel 2023 sono stati 1.061.157 ( cifra che comprende anche gli eventi istituzionali e privati) a fronte degli 898.500 del 2022. L'ufficializzazione delle notizia è arrivata nel pomeriggio; e, per un curioso destino, proprio nel preciso istante in cui il superdirettore Christian Greco  ( nella foto, con Alba Parietti conduttrice dello spettacolo ) , chiamato sul palco di piazza Castello  durante il concerto di musica classica dedicato per l'appunto al bicentenario dell'Egizio, riceveva dai seimila e rotti spettatori un'ovazione da autentica popstar. Mai s'era visto - a mia memoria - il direttore di un museo, in questa o in qualsiasi altra città, circondato da