Nello screenshot: Liardo denuncia "l'attacco" subìto |
L'assessore Purchia aveva risposto all'interpellanza con argomenti all'incirca uguali a quanto già avevo sottolineato nel mio post. Ma al momento della replica, Liardo s'è riservato un minutino de fuego per riversare la sua ira funesta sulla Cioria. Trascrivo parte della registrazione dell'intervento liardico: "Ho ritrovato un clima in questa sala molto molto dittatoriale, voglio solo ricordarvi che siete stati votati dal 2,5 per cento... eh... su dieci torinesi vi ha votati due virgola cinque... Non si permetta mai più di contingentare il tono dei consiglieri, soprattutto quando sono stati educati... lei non si permetta più... la sto solo riprendendo per un fatto di democrazia".
Esaurita l'invettiva, Liardo si rivolge garbatamente alla Purchia e spiega di essere deluso perché si aspettava che ella avrebbe portato delle novità e invece è stato scelto "un personaggio" (questa l'espressione usata da Liardo) che dirigeva il Tff nel 2002, vent'anni fa.
Già, vent'anni fa: più o meno quando Liardo era già in politica come consigliere di circoscrizione.
A quel punto Liardo sembra aver terminato la sua replica. E invece si riscuote e, sempre rivolgendosi alla Purchia, aggiunge (stenografico): "Tra l'altro, per condire un po' la situazione, mi è arrivato un attacco da parte, non si firma ma è lui, proprio da parte dell'incaricato, che adesso non mi sovviene neanche il nome, è un po' l'agitazione, poi glielo farò leggere in separata sede, non mi sembra corretto, qui non si può più fare opposizione, fra un po' dovranno dirci sotto dettatura (o sarà "dittatura"? NdG) come dobbiamo rispondere, comunque le farò leggere l'attacco che mi sono preso stamattina".
Va bene. Tenterò di illuminare il consigliere Liardo. In primis, io mi chiamo Gabriele Ferraris detto Gabo, non sono "l'incaricato" di una bella fava di niente, non sono Steve Della Casa (sono più magro e più bello di lui), non ho mai diretto un festival e vado poco al cinema; in compenso non sono uno che "non si firma", i miei articoli sul Corriere li firmo tutti (e c'è pure la mia faccina), e anche il mio blog, che si intitola GabosuTorino, è regolarmente dotato di profilo dell'autore con nome, cognome, professione e fotografia.
In secondo luogo io non "attacco", non sono un dobermann o un centravanti della Nazionale: io riferisco fatti e cerco di capirli e spiegarli, e mi dispiace se a qualcuno ciò dispiace, ma questo è il mestiere di giornalista che pratico da oltre mezzo secolo con dignità e amore. In quello che Liardo definisce "un attacco" mi sono semplicemente premurato di riportare alcuni dati, tipo il curriculum di Steve Della Casa, a beneficio del consigliere Liardo che mi era sembrato un po' all'oscuro; e di esprimere pacate opinioni esattamente come le esprime Liardo e qualsiasi altro cittadino di una democrazia occidentale. E anch'io, come il consigliere Liardo, non permetto a nessuno di dirmi cosa e come scrivere, e da tempo immemorabile scrivo quel cazzo che mi pare, esercitando un mio diritto costituzionale, senza falsità e senza reticenze. Trovo inquietante che ciò venga definito, da un rappresentante del popolo, "un attacco".
Pertanto il consigliere Liardo non si permetta mai più (per usare l'educato ammonimento che egli ha rivolto alla vicepresidente del Consiglio comunale) di trattarmi da vigliacco che non si firma, di confondermi con qualcun altro, e di bollare come "un attacco" il mio pieno diritto di giudicare il suo operato di consigliere comunale compensato con le tasse mie e dei miei connazionali per rappresentarmi e tutelare il pubblico bene.
Pertanto il consigliere Liardo non si permetta mai più (per usare l'educato ammonimento che egli ha rivolto alla vicepresidente del Consiglio comunale) di trattarmi da vigliacco che non si firma, di confondermi con qualcun altro, e di bollare come "un attacco" il mio pieno diritto di giudicare il suo operato di consigliere comunale compensato con le tasse mie e dei miei connazionali per rappresentarmi e tutelare il pubblico bene.
Firmato
Gabriele "Gabo" Ferraris (che sono io)
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