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LE GRANDI DOMANDE DELLA SALA ROSSA: MA STEVE DELLA CASA NE CAPISCE DI CINEMA?

Il consigliere comunale Enzo Liardo
Ho un nuovo idolo in Sala Rossa: si chiama Enzo Liardo e già ho avuto modo di apprezzare un suo fondamentale intervento in Commissione cultura.

Domani in Consiglio comunale Liardo si produrrà in una bellissima interpellanza con la quale dichiara di aver "appreso dagli organi di stampa che sarebbe stato individuato come Direttore Artistico della 40° edizione di Torino Film Festival Stefano Della Casa" (davvero sul pezzo, direi) e di non comprendere "quali siano stati i criteri e le procedure per la selezione della figura tecnica che avrà la responsabilità di rilanciare il Tff in un momento così delicato". Pertanto Liardo "interpella il Sindaco e l’Assessore competente al fine di conoscere se sia stato espletato un bando o una qualsiasi altra procedura di evidenza pubblica per individuare il nuovo Direttore Artistico del Tff nel pieno rispetto dei principi di trasparenza e meritocrazia".

Lecitissima domanda, alla quale dovrà rispondere l'assessore Purchia. Io mi permetto soltanto di ricordare che non c'è obbligo giuridico di ricorrere a un bando per determinate cariche in ambito artistico, e sono infiniti i precedenti di designazione senza bando, per chiamata diretta. Ma soprattutto mi prendo la libertà di far notare al consigliere Liardo che la domanda delle cento pistole è un'altra: s'è preso la briga, lui, di verificare se i bandi con i quali sono state assegnate nel passato, anche recente, importanti cariche ai vertici delle istituzioni culturali torinesi, si siano svolti tutti "nel pieno rispetto dei principi di trasparenza e meritocrazia"? O se non si siano risolti spesso in ignobili papocchi rispettosi soltanto dei principii del servaggio politico, degli interessi di bassa bottega, e della prevalenza del mediocre? E aggiungo: se avessero scelto un direttore gradito a Fratelli d'Italia, Liardo si sarebbe dato tanto pensiero per il bando? Chissà: magari sì, benché non mi sia mai accaduto di incontrare un politico che si preoccupasse della "trasparenza e meritocrazia" di una nomina di suo gusto. 

Ma dal testo dell'interpellanza mi par di capire che il bravo consigliere nutra qualche dubbio sulla "figura tecnica" del nuovo direttore del Tff. Insomma, siamo sicuri che Della Casa sia all'altezza? Meritocraticamente parlando, è in grado di dirigere un festival cinematografico? 

Ah, saperlo! I dubbi di Liardo non vanno presi sottogamba, lui non è uno qualsiasi, è un politico esperto: il suo curriculum, visibile sul sito del Comune, è essenziale (titolo di studio scuola media superiore; professione impiegato), ma il percorso nelle istituzioni è ricco e variegato, lo troviamo consigliere di circoscrizione dal 2000 al 2011, in Consiglio comunale dal 2011 al 2016 con il Popolo della Libertà (ma altrove è definito capogruppo Ncd), e adesso di nuovo in Sala Rossa con Fratelli d'Italia.

Quindi, per restare su un piano puramente tecnico, mi sono documentato, e ho compulsato il profilo di Steve Della Casa, che qui riproduco, su Wikipedia:

Critico  cinematografico, allievo di Gianni Rondolino, tra i co-fondatori del Movie Club, esperto di cinema popolare italiano, dopo aver curato la sezione "Spazio Italia" di Cinema Giovani sin dalle prime edizioni, dal 1999 al 2002 ha ricoperto la carica di direttore del Torino Film Festival. Dal 1994 conduce Hollywood Party, programma radiofonico di Radio 3 (programma spesso condotto con Francesco De Gregori, suo vecchio amico e grande appassionato di cinema), e dal 2004 al 2006 il contenitore notturno La 25a ora - Il cinema espanso su LA7. Dal 2008 è direttore artistico del Roma Fiction Fest, un festival interamente dedicato al mondo della televisione. Dal marzo 2014 è Direttore Artistico del BA Film Festival di Busto Arsizio.
Autore di numerosi saggi e volumi cinematografici, ha curato le retrospettive "La commedia italiana" al Festival internazionale del cinema di San Sebastian (1998) e "Capitani coraggiosi. Produttori italiani 1945-1975" alla 60ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (2003). Collabora con il quotidiano La Stampa e con numerose riviste di cinema (FilmTv, Cineforum). Ha dedicato una biografia in tre volumi all'opera di Mario Monicelli. 
Dal 2006 presiede la Torino Film Commission. Il 27 maggio 2013, a scadenza del secondo mandato, lascia la presidenza a Paolo Damilano.
Ha curato la regia di alcuni documentari tra i quali "Anni luce" (in concorso nel 2005 a Venezia), "Uomini forti" (selezionato al Festival di Roma nel 2007), "Flaiano: il meglio è passato" (fuori concorso alla Mostra di Venezia 2010) e "I tarantiniani" (fuori concorso al Festival internazionale del film di Roma 2013). Il documentario "Perché sono un genio!" sulla vita di Lorenza Mazzetti, firmato insieme a Francesco Frisari, è selezionato nel 2016 alla Mostra di Venezia, in concorso nella sezione Venezia Classics. Il documentario "Nessuno mi può giudicare" sui musicarelli italiani, realizzato insieme a Chiara Ronchini e prodotto dall'Istituto Luce, è selezionato nella sezione Festa Mobile del Torino Film Festival 2016. Anche il successivo "Bulli e pupe - storia sentimentale degli anni '50", realizzato ancora una volta con Chiara Ronchini e prodotto dall'Istituto Luce, è stato presentato nella sezione Festa Mobile al Torino Film Festival nel 2018. Nel 2019 "Boia, maschere e segreti - l'horror italiano degli anni Sessanta", è stato selezionato alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Venezia Classics. Nel 2021 il documentario "Django&Django - Corbucci Unchained", diretto insieme a Luca Rea, è proiettato alla Mostra di Venezia in selezione ufficiale.
Dal 4 marzo 2015 cura la serie "Lezioni di cinema", 20 dvd sulla storia del cinema (nel cui primo e nono volume parla rispettivamente del cinema muto e della commedia all'italiana) in edicola con Repubblica e L'espresso. Sempre per la stessa edizione ha curato nel 2016 la collana "l cinema di Pier Paolo Pasolini". Il 31 gennaio 2014 ha vinto il Nastro d'argento, assegnato dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici, per il miglior documentario sul cinema con "I tarantiniani". Dal 2015 è autore televisivo per la serata dedicata ai David di Donatello.

Basterà quanto sopra a tranquillizzare il consigliere Liardo almeno sul rispetto della meritocrazia nella selezione del nuovo direttore del Tff?
Io, intanto, conservo le mie riserve sul rispetto della meritocrazia nella selezione della classe politica.

Seconda puntata a questo link

Commenti

  1. Bando o non bando Steve Della Casa è un'autorevole conoscitore del cinema, l'unico suo peccato mortale è il suo trascorso ideologico degli anni della sua e mia gioventù.

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  2. Ma Liardo non è indagato per "Accesso illecito ai dati personali di possibili elettori"? Già che ci siamo la prossima volta chiedetegli se l'inchiesta di settembre è stata archiviata o no. Magari è stato scagionato e nessuno lo sa.

    RispondiElimina

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