E' primavera, tornano a fiorire gli accampamenti circassi nelle piazze auliche torinesi. Cambiano le amministrazioni e cambiano le motivazioni, ma lo sfregio non cambia mai. L'altro giorno, per mia malasorte, mi sono spinto fino in piazza San Carlo, scoprendola come al solito ingombra degli inguardabili attendamenti bianchi che in genere preannunciano volgari kermesse, levantini bazar e superflui caravanserragli. Non so, né m'interessa sapere, se nel caso specifico stiano già allestendo qualche puttanata di contorno alla maxiputtanata dell'Eurovision Song, o se invece si tratti di imprescindibile genialata autonoma e indipendente. Sta di fatto che sindaco dopo sindaco, assessore dopo assessore, da anni e anni quei bei tomi promettono rispetto per le piazze più belle di Torino, e intanto da anni e anni consentono, e spesso promuovono, gli orridi gazebi che trasformano il centro di Torino da gioiello barocco a vergognosa baracca. Posso dire una cosa, con il dovuto rispetto? Adesso hanno davvero scassato la minchia.
William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h
Commenti
Posta un commento