Passa ai contenuti principali

IL TFF DI STEVE OMAGGIA IL GRANDE REPUBBLICANO

John Wayne con Lee Marvin in una scena di "I tre della Croce del Sud" di John Ford

In questo giorno per me gaudioso, un paio di buone notizie cinematografiche: tanto per cambiare, visto e considerato che le notizie dimmerda, ultimamente, non ce le siamo fatti mancare.
Cominciamo le anticipazioni del prossimo Torino Film Festival, il secondo e ultimo diretto da Steve Della Casa. Già tremo al pensiero delle pantomime svizzere che accompagneranno la scelta del prossimo direttore, con la consueta alta probabilità di sbagliarla: intanto, però, apprendo con soddisfazione che il Tff 2023 (24 novembre-2 dicembre) celebrerà il novantesimo della nascita di Sergio Citti con una retrospettiva curata da Stefano Boni, Grazia Paganelli, Matteo Pollone e Caterina Taricano, accompagnata da un convegno e da un volume edito dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, nel quale saranno raccolti contributi di David Grieco (nello staff del Tff), Giancarlo Scarchilli, Carlo Verdone, Claudio Amendola, Silvio Orlando, Fiorello, Malcom McDowell, Maurizio Ponzi, Harvey Keitel, Jodie Foster, Giancarlo Giannini e dei tanti altri autori e attori che hanno lavorato con Citti.
Ma soprattutto plaudo all'ultima zampata dell'uomo con lo Stetson: il direttore Della Casa ("finché ci sarò io, al Festival ci saranno i western") dedicherà l'intera sezione "Mezzogiorno di fuoco" al cowboy assoluto, John Wayne, in occasione del sessantesimo anniversario dell'uscita di "Donovan's Reef" (I tre della Croce del Sud), film che riassume il perfetto sodalizio tra Wayne e John Ford, il suo regista di riferimento. Oltretutto, l'omaggio al "Duke", per tutta la vita repubblicano militante duro e puro, è la miglior risposta possibile ai bei tomi che sparavano minchiate sulla presunta minaccia rossa rappresentata dalla direzione di Steve Della Casa. Quei poverini proprio non ce la fanno a capire che al Tff l'unica ideologia vincente è quella del bel cinema: e, come disse una volta Jean-Luc Godard, “come posso odiare John Wayne, perché simpatizza per Goldwater (oggi direbbe "per Trump", NdG), e poi amarlo teneramente, quando prende improvvisamente tra le braccia Nathalie Wood, negli ultimi minuti di "Sentieri Selvaggi"?”.

Seconda notizia: la Film Commission ha presentato il consueto rapporto annuale sulle sue attività. Tutto bene, mi sembra, anzi, benissimo. Basti dire che nel 2022 le produzioni a Torino e in Piemonte sono state in totale 217, in media tre al giorno. Ecco, se anziché 217 le produzioni fossero state 216, così da non infangare la memoria di Lidia Poët con quella brutta serie antistorica, beh, eravamo contenti lo stesso. Precisato ciò, vi riporto il comunicato con tutti i dati.

Con 217 produzioni per oltre 1.000 giornate di riprese sul territorio piemontese (ovvero una media di 3 set attivi ogni giorno) e l’assegnazione di contributi – attraverso i propri 3 bandi – a 58 progetti, nel 2022 Film Commission Torino Piemonte ha confermato il numero di opere audiovisive sostenute nell’anno precedente che già aveva rappresentato il miglior risultato in termini assoluti dalla nascita della Fondazione nel 2000.
L’intensità produttiva dell’industria dell’audiovisivo consolida la posizione che Torino e il Piemonte rivestono nel panorama italiano e internazionale – con una continuità di progetti, set e lavoro di altissimo livello - posizionando il territorio tra i più attivi a livello nazionale.
Sono stati 16 i lungometraggi e 12 le serie TV realizzati grazie ai vari strumenti di sostegno messi a disposizione insieme ai fondi che, nel corso dell’anno, hanno prodotto la contemporaneità di numerosi set a Torino e in Piemonte e una spesa qualificata sul territorio di circa 24 milioni, con periodi di evidente intensità produttiva: 5 produzioni in partenza ad inizio settembre e ben 9 grandi set simultanei a metà ottobre, senza contare l’impatto economico derivato dalle 2 settimane di riprese del global blockbuster “Fast X” - e dalle precedenti 20 settimane dedicate alla preparazione - e da lunghe serialità come le seconde stagioni di “Cuori” e “Il Re”.
Sono state 116 le settimane di riprese e 107 le settimane di preparazione complessive per lungometraggi e serie TV, un dato determinante per quantificare il peso produttivo di progetti che hanno spaziato dal cinema indipendente a titoli internazionali come “L’Amica Geniale”, “Enzo Ferrari”, “2Win”, “La legge di Lidia Poet”, oltre al già citato “Fast X”.
Parallelamente a film e serie TV, FCTP ha inoltre sostenuto la realizzazione a Torino e in Piemonte di 27 cortometraggi, 29 documentari, 48 spot, 20 programmi TV, 11 videoclip e 54 tra reportages, photoshootings, video istituzionali.
L’azione di sostegno che la Fondazione garantisce alle società di produzione – dalle majors alle indipendenti, dalle no profit alle scuole, attraversando tutti i generi produttivi - si è concretizzata nei servizi messi a disposizione dall’ufficio produzione, negli spazi concessi presso la sede della Fondazione, così come Attraverso 34 operazioni di sopralluoghi, ovvero i location scouting organizzati sul territorio anche grazie alla Rete regionale avviata da FCTP nel 2017 che ad oggi riunisce 100 Comuni, con 38 nuovi protocolli d’intesa siglati nel corso del 2022.
I Film Fund di Film Commission Torino Piemonte
Attraverso i 3 fondi destinati alla produzione di cortometraggi, allo sviluppo e alla produzione di documentari, allo sviluppo di film e serie TV, Film Commission ha inoltre assegnato 760.000 € di contributi a 58 progetti: 7 cortometraggi attraverso lo Short Film Fund, 40 documentari attraverso il Piemonte Doc Film Fund, e il sostegno alla fase di sviluppo di 9 lungometraggi e 2 serie TV attraverso il Piemonte Film Tv Development Fund.
Comunicazione, Promozione, Eventi
Anche l’attività di comunicazione e promozione - sul territorio, in Italia come all’estero - ha continuato a rivestire un ruolo trasversale e centrale per la Fondazione, garantendo sempre maggiore visibilità alle eccellenze del comparto locale. La presenza ai maggiori Festival europei ha visto la presenza di 21 progetti sostenuti da FCTP selezionati nelle principali rassegne, tra cui vale la pena ricordare il Premio della Giuria a “Le otto montagne” in concorso a Cannes, e due successi prodotti da Società di produzione piemontesi: il Best Film Award a “After a Revolution” al Biografilm Festival e la vittoria agli European Film Award di “Manodopera”, già precedentemente presentato e premiato in vari contesti internazionali.
Sul fronte locale sono state 9 le anteprime organizzate in città (tra queste “Corro da te”, “5 minuti prima”, “Amanda”), insieme a 9 set visit su alcuni dei progetti più importanti ospitati sul territorio (“Non morirò di fame”, “Animale Umano”, “La Bella Estate”, tra le altre) e a mirate attività industry tra cui spicca certamente la 5^ edizione di TFI Torino Film Industry, iniziativa coordinata dalla Fondazione sin dalla sua nascita nel 2018.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la