Passa ai contenuti principali

BERTOLA SI PRESENTA: QUI COMINCIA L'AVVENTURA

 

Sospendo il giudizio. Non basta una presentazione di circostanza per dire quali e quante chance ha Chiara Bertola di riuscire nell'impresa di rilanciare la Gam. La prima uscita della neodirettrice davanti ai giornalisti e all'intero cucuzzaro cittadino dell'arte non mi ha detto granché. In concreto ho visto una signora ammodo e con un notevole curriculum professionale che, a quattro anni dall'età pensionabile (quattro come la durata dell'incarico direttoriale), ha avuto il coraggio (o l'incoscienza) di affrontare una sfida tale da intimorire il più audace biscaglino (cit. E. Salgari) nonché i possibili candidati (al bando hanno partecipato appena in diciotto...). L'impresa in questione consiste infatti nel dirigere un museo dimezzato che negli ultimi anni non ha brillato per successi di pubblico e che nei prossimi dovrà affrontare una radicale ristrutturazione e rimarrà aperto a settori, spizzichi e bocconi; sempre ammesso che i soldi per i lavori - al momento un preventivo di circa 27 milioni - arrivino per davvero, e non soltanto nella teoria di una largizione ministeriale che si fa attendere da un anno e che ancora dev'essere finanziata. Comunque l'assessore Purchia è stracerta che il soldi arriveranno, il presidente Broccio spera persino che all'impresa partecipino "altre forze del territorio", in sostanza che gli imprenditori locali contribuiscano, il che sarebbe un evento memorabile negli annali cittadini. Intanto, come al solito, c'è l'impegno economico della Compagnia di San Paolo, e cara grazia.

Ad ogni modo, aspettando il malloppo grosso, alla Gam cominceranno subito - dicono... - i lavori light: toglieranno cartongessi e altre puttanate architettoniche che nel corso dei decenni hanno stravolto il progetto originario dell'edificio. Con una spesa di 5/700 mila euro già in autunno anche il secondo piano, chiuso da ere geologiche, dovrebbe riaprire, più luminoso che pria. E pure quello sarebbe un evento. Specie se si invererà nei tempi previsti. 

Questo è quanto, sul piano concreto. Il resto è il progetto che la neodirettrice ha largamente illustrato, e che potrete leggere (oltre che su ogni gazzetta) anche nel comunicato che riporto integralmente in calce, a beneficio di quanti fossero realmente interessati. Io, personalmente, non m'entusiasmo per le affermazioni di principio: preferisco valutare i fatti. Anche perché le affermazioni di principio si somigliano un po' tutte, con i ricorrenti tormentoni che - ovviamente sciorinati anche dalla neodirettrice - vado di seguito a elencare, senza pretese di esaustività:

1) intanto c'è l'immancabile "inclusione", ovviamente dei "gggiovani" e dei "non inclini all'arte" (che mi figuro sempre la caccia ai "non inclini" stanati da pizzerie, centri commerciali e - ça va sans dire - "periferie" e trascinati a forza nei musei, nei teatri e all'opera). 

2) Il secondo must è l'eccellenza della collezione museale, ovvero "la Gam ha al centro una cosa pazzesca, la sua collezione"; che a me sembrerebbe più pazzesco se al centro avesse una sala scommesse...

3) Non dimentichiamo la "rete"; oggi bisogna fare "rete" con tutti, con gli altri musei, con le istituzioni culturali tutte, con il territorio, con il commercio l'industria l'underground le scuole le associazioni i circoli sociali le bocciofile... E dire che io già sono contento quando facciamo rete con Zirkzee.

4) E il "dialogo", dove lo mettete? Le opere devono dialogare con il pubblico, con le altre opere, con le mostre; un dialogare che nemmeno le carmelitane; sicché la Gam dovrà essere tutta una "risonanza" di dialoghi, nonché di...

5) ..."rigore" e "deragliamenti". Rigore perché "le cose vanno fatte bene" (dixit Bertola, e ci mancava che le faceva male...); quanto ai deragliamenti, anche detti "inciampi", se ho ben inteso si tratta di accostare gli opposti, il classico al moderno, l'artista affermato all'emergente, insomma l'abbinamento che non ti aspetti (tipo la giacca principe di Galles con la camicia a righe). Un'idea che a dirsela tutta non è poi quella gran novità: la differenza sta nel come la realizzi. 

Qui aggiungo una notazione. Mi pare che la neodirettrice abbia un particolare interesse per la "contemporaneità" (altra parola oggi irrinunciabile) e ciò non è male, ma con giudizio: Torino sovrabbonda di musei e fondazioni d'arte contemporanea che non brillano per affollamento, diciamo che non è quello un mare molto pescoso, mentre alla Gam farebbe un gran bene una sana iniezione di pubblico in coda. Ma vabbé, non mi perderò in simili distinguo: la neodirettrice afferma di aver imparato dalla sua precedente esperienza veneziana che "tutta l'arte è contemporanea", e poiché è lo stesso concetto che per lunghi anni ci ha ribadito dal tetto della Gam il neon di Nannucci "All art has been contemporary", e appreso con soddisfazione che quel neon tornerà al suo posto sul tetto, direi che il cerchio si chiude, almeno per il momento. In attesa di ulteriori approfondimenti.

Torino, 19 febbraio 2024

Chiara Bertola, nuova Direttrice della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino ha presentato oggi alla stampa le linee guida del suo mandato, la sua visione per il futuro del museo e il ricco e variegato programma espositivo del 2024.

Durante l’incontro, insieme al Presidente di Fondazione Torino Musei Massimo Broccio, sono stati delineati anche i primi interventi della revisione degli spazi, in previsione del prossimo concorso progettuale che interesserà l’intero edificio progettato nel 1959 da Carlo Bassi e Goffredo Boschetti.

 

Rilanciare il ruolo e il prestigio della GAM a livello nazionale e internazionale, riprendendo e sviluppando quello spirito avanguardistico che ne caratterizzò la nascita - ha dichiarato il Sindaco della Città di Torino Stefano Lo Russo - è uno degli obiettivi del nostro mandato. Per questo siamo davvero molto contenti dell’avvio del piano strategico di riqualificazione, durante il quale il Museo resterà sempre accessibile a torinesi e turisti, e di dare il benvenuto alla nuova direttrice Chiara Bertola, cui auguriamo buon lavoro. Per quella che è stata la prima Galleria d’arte moderna d’Italia si apre oggi un nuovo corso

 

Il Presidente di Fondazione Torino Musei Massimo Broccio, presentando la nuova Direttrice ai giornalisti e ai rappresentanti delle Istituzioni ha dichiarato “Oggi celebriamo un momento davvero importante per la GAM. Con la nomina di Chiara Bertola non solo prende avvio la sua nuova visione per il museo e il suo ricco programma 2024 ma anche il percorso di riqualificazione dell'edificio, in attesa di positive determinazioni del Ministero per la Cultura. Entro l'anno sarà esperito il Concorso internazionale di progettazione, ma annunciamo oggi come assoluta novità quello che abbiamo chiamato il Lotto zero, ovvero mirati interventi di temporanea rivisitazione dei locali, propedeutici al futuro cantiere, condotti nel foyer e al primo piano, a cui si accompagna la importante riapertura del secondo piano, dove troverà collocazione anche un Deposito vivente. La nomina di Chiara Bertola e le altre novità che riguardano l’edificio sono il primo concreto passo per una trasformazione attesa e necessaria, che investe sia il progetto culturale del Museo sia la sua architettura, tracciando un ponte tra una storia ormai antica del museo e la consapevolezza degli orizzonti culturali futuri che ne modificheranno il ruolo. Ringrazio la qualificata commissione di selezione per il prezioso lavoro svolto che ha consentito l’individuazione di una professionalità con una solida esperienza che garantirà il cambiamento necessario ad affrontare le future sfide, la Fondazione Compagnia di San Paolo per l’insostituibile confronto ideativo e per il supporto finanziario e il Sindaco per la sua preziosa vicinanza e sostegno per l’ambizioso Piano Strategico della Fondazione”.  

 

La GAM è la più antica istituzione museale d’Italia dedicata all’arte moderna e contemporanea – ha sottolineato Chiara Bertola –  e, in quanto tale, è il luogo ideale per mettere in atto la consapevolezza che conservare ed esporre le opere d’arte è una missione centrale e imprescindibile, ma non sufficiente a interpretare le nuove funzioni del Museo oggi. L’obiettivo è creare un’Istituzione in grado di mettersi in relazione con il mondo, dentro e fuori dalle proprie mura. Mi piacerebbe dunque che la GAM si trasformasse il più possibile in un luogo complesso, vivo e inclusivo, che riuscisse ad accendere e riattivare le opere e le idee del patrimonio ereditato, proponendole sotto una nuova luce e riposizionandole in una nuova costellazione di senso”.

 

 


RIFLESSIONI SULLA GAM DEL FUTURO

 

—        LA GAM COME ORGANISMO SAPIENTE E ACCOGLIENTE

Un Museo riesce ad essere complesso e vivo perché nella sua interezza ha fatto fare, a chi lo attraversa, un’esperienza culturale di condivisione. Immaginare un’istituzione che non solo venga visitata dalle persone (tradizione), ma che visiti essa stessa il territorio e le sue istituzioni culturali (il presente/futuro), che lo esplori, che lo permei con le proprie opere e le proprie forme espressive, diviene un agente attivo e un interlocutore familiare.

Il Museo, attraverso le proprie opere, è depositario di una identità plurale. Tramite questi fattori si apre alla comunità. Raggiunge pubblici eterogenei e diversificati. Attraverso le sue collezioni e i suoi allestimenti diventa strumento di cultura ed educazione. Poiché è inserito nel mondo, oltre a trasmettere i sedimenti della storia si affaccia su quel che avviene artisticamente intorno a noi a livello globale. Cosi acquisisce opere, realizza mostre, e amplia la nostra conoscenza,
la nostra sensibilità e volontà ricettiva. Il Museo è esperienza: fisica, culturale, emozionale.

 

 

—    CREDERE NELLA RETE

Il Museo deve porsi in stretta relazione con la rete istituzionale della città per evitare che diventi un’entità isolata e sganciata dalla vita sociale.

Torino e il Piemonte sono stati capaci di lavorare in modo sistemico sull’arte contemporanea e hanno già dimostrato di saper proporre un progetto comune e credibile. La Fondazione Torino Musei, con la GAM e le sue istituzioni, potrebbe diventare la porta principale di entrata nella città, e contribuire sia allo sviluppo dell’arte, sia alla creazione di una nuova consapevolezza, in seno alla propria comunità.

L’obiettivo sarà quello di coinvolgere il più possibile, con una partecipazione attiva, le associazioni culturali, le realtà dei piccoli musei, gli artisti, i curatori e il mondo underground…

 

 

—        LA COESISTENZA DI DUE ANIME:

           IL RIGORE E IL DERAGLIAMENTO

La GAM deve porsi come un luogo in cui si collezionano, si ospitano e si espongono opere importanti in modo corretto ed esemplare, ma è imprescindibile che un’istituzione storica come la GAM si renda capace di un “deragliamento” rispetto alle consolidate sicurezze e convinzioni. Nella programmazione di mostre di autori contemporanei e storici deve poter esistere, trasversale e sempre viva, un’anima sperimentale, vitale, gioiosa, che si sintonizzi con i fruitori, soprattutto i giovani, ma anche con il territorio, la sua storia, le sue ragioni, il suo presente, i suoi artisti e le sue creatività. Questo è ciò che significa per un Museo essere luogo di inclusione.

 

 

—    PROPORRE IN MODO DIVERSO
        L’EREDITÀ DELLE COLLEZIONI E

PROGETTARE PER RISONANZE

Il nuovo corso della GAM riparte dalla consapevolezza della storia dell’edificio e dell’Istituzione, facendone la radice immaginativa dello sviluppo culturale del Museo. Partendo da questa importante memoria, l’obiettivo è ARMONIZZARE a ogni stagione i diversi progetti espositivi presentati in contemporanea, dando vita, attraverso tutti gli spazi del museo, a una RISONANZA che sappia far vibrare tra loro, all’unisono, i suoi fulcri: le collezioni, le mostre e gli eventi.

Collezioni, mostre e progetti devono influenzarsi e rafforzarsi a vicenda all’interno di un disegno organico dell’intera attività del Museo. Il programma terrà conto delle risonanze che si possono innescare tra le opere, creando intrecci sotterranei e concettuali, ma soprattutto immaginari e visivi.

Ogni stagione espositiva ruoterà attorno a un ideale fil rouge che darà il tono all’accordo generale della Risonanza: si tratterà di evidenziare attraverso il tempo affinità poetiche, tematiche, linguistiche.

Si tratta di sottolineare, accendere e riattivare opere e idee, proponendole però in modo rinnovato, facendo emergere interpretazioni insolite di fatti abituali, lasciando che i linguaggi scivolino uno dentro l’altro e che soluzioni dimenticate possano tornare a sorprendere artisti delle nuove generazioni.

 

 

 

—        TROVARE UNO SPAZIO NUOVO
           A PARTIRE DALLA SUA ORIGINE

L’impianto architettonico della GAM, nato da un progetto intelligente e soprattutto “moderno” per un’istituzione che voleva distinguersi dalle altre gallerie civiche, è stato modificato nel tempo, perdendo quell’armonia e potenza che i suoi architetti avevano immaginato nel 1959. Una pratica dell’architettura contemporanea ci offre la possibilità di procedere per stadi di avvicinamento all’origine attraverso la tecnica dello STRIPPING. Si tratta di ripulire le stratificazioni successive per denudare lo scheletro dell’edificio iniziale.

 

 

 

—        PARTI VITALI DELL’ORGANISMO:
           LE ECCELLENZE E GLI ATTIVATORI

 

DIPARTIMENTO EDUCAZIONE: l’intero Museo deve essere un’esperienza formativa e condivisa. Deve coinvolgere tutte le tipologie di pubblico, per una didattica inclusiva, con azioni mirate e svolte dentro e fuori dal Museo contro la solitudine e la discriminazione.

 

GAM POLIFONICA: il museo come luogo dinamico dove si intrecciano i linguaggi e dove si presenta e ci si inventa in un flusso costante e vitale. La GAM polifonica presenta una programmazione interdisciplinare: dalla poesia alla letteratura, dalla danza alla performance, dal sound alla conversazione.

 

VIDEOTECA: la seconda più importante collezione di video d’artista d’Europa non raccoglie solo video ma anche dischi, sound, documentari e libri d’artista, che saranno fruibili dal pubblico in spazi più ampi e più immersivi.

 

BIBLIOTECA: una delle più importanti biblioteche specialistiche d’arte che deve veder riconosciuto il proprio ruolo sul territorio.

 

ARCHIVIO FOTOGRAFICO: un’imprescindibile raccolta documentaria di opere, mostre, periodi della storia artistica che Fondazione Torino Musei ha saputo documentare, raccogliere e conservare. È necessario sviluppare progetti che ne facciano un luogo vivo, di ricerca e di proposta.

 

 

 



IL PROGRAMMA ESPOSITIVO 2024

 

Ogni stagione la GAM presenterà una diversa RISONANZA di note legate tra loro da poetiche, linguaggi e tematiche che hanno attraversato l’arte degli ultimi secoli e che tuttora sono oggetto di attenzione da parte degli artisti contemporanei.  Ogni risonanza comprende grandi mostre e il riallestimento della collezione al 1°piano.

Collezioni, mostre e progetti devono influenzarsi e rafforzarsi a vicenda, all’interno di un disegno organico dell’intera attività del Museo, creando intrecci sotterranei e concettuali, ma soprattutto immaginari e visivi.  La prima Risonanza partirà nell’autunno 2024.

 


 

MOSTRE PRIMAVERA – ESTATE 2024

Programma Direzione di Riccardo Passoni


 

JACOPO BENASSI. Autoritratto criminale

27 febbraio - 1 settembre 2024

 

A cura di Elena Volpato, sarà aperta nello spazio Wunderkammer. Presenta la nuova acquisizione Panorama di La Spezia, 2022, della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT per la GAM: una grande installazione autoritratto in cui l’artista si specchia nella sua città natale attraverso dipinti, fotografie e calchi in gesso. La mostra è attraversata dal tema del ritratto e dell’autoritratto in confronto con la matrice culturale della fotografia criminale, per questa ragione sarà esposto il prezioso studio in gesso realizzato da Leonardo Bistolfi per il Monumento a Cesare Lombroso (1910 ca.) alla cui eredità si rifà anche il video di Jacopo Benassi “Autoritratto criminale”, 2024, in cui la collezione di maschere mortuarie e manufatti del Museo Lombrosiano di Torino sembra condensarsi in un unico moltiforme teschio di gesso modellato e rimodellato dall’artista in una continua metamorfosi della forma umana.

 


ITALO CREMONA. Tutto il resto è profonda notte

24 aprile - 15 settembre 2024

 

A cura di Giorgina Bertolino e Daniela Ferrari, in collaborazione con il MART – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. La mostra è dedicata all’intero arco della pittura di Italo Cremona, “surrealista indipendente”, come amava definirsi, e intellettuale eccentrico. A partire dal nucleo di opere della collezione GAM, l’antologica conta su una serie di prestiti da musei, tra cui il MART, partner del progetto, la Pinacoteca Civica di Vigevano, l’Accademia Albertina di Belle Arti e i Musei Reali - Galleria Sabauda di Torino.

Grazie a una ricerca capillare, la mostra presenta inoltre numerose opere provenienti da collezioni private e da Istituzioni ed è basata sullo studio e la rilettura dei materiali documentari, conservati nel Fondo Italo Cremona all’Archivio di Stato di Torino e in archivi privati.

 

 


EXPANDED – I paesaggi dell’arte

3 maggio - 8 settembre 2024

 

A cura di Elena Volpato, in occasione della prima edizione di EXPOSED, Festival di fotografia.

La GAM presenta, a partire dai propri fondi fotografici e dalla collezione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, una mostra che è parte di un progetto espositivo che osserva la fotografia da tre angolature diverse, rappresentate insieme con la mostra Expanded With al Castello di Rivoli, e Expanded Without alle OGR, frutto di una collaborazione tra Castello di Rivoli, GAM e OGR Torino. La mostra della GAM dà conto di alcuni importanti passaggi della storia italiana della fotografia dedicata all’arte: dalle prime documentazioni ottocentesche del paesaggio architettonico fino ad alcuni scatti di Armin Linke dedicati al Teatro Regio di Mollino, dalle immagini di Ghirri a quelle di Mulas, sino al lavoro di Gianfranco Gorgoni di cui, grazie ai fondi ministeriali dedicati alla fotografia la GAM ha acquisito 22 importanti opere. La GAM è inoltre felice di presentare due opere realizzate da Jacopo Benassi per l’esposizione.

 


SilenzioSuono – SoundSilence

21 giugno – 1 settembre 2024

 

A cura di Elena Volpato, in VideotecaGAM è la mostra con cui si presenterà al pubblico il nuovo capitolo collezionistico del Museo che, nel campo dei linguaggi di avanguardia, unisce alla raccolta di video d’artista e di libri d’artista anche una collezione di oltre 450 dischi d’artista raccolti negli anni da Giorgio Maffei, acquisita grazie ai fondi ministeriali del PAC 2022-2023. L’esposizione non solo permetterà di vedere le copertine dei dischi a cui già se ne sono aggiunti di nuovi in una logica di accrescimento futuro della raccolta, ma dal giorno della sua apertura sarà anche possibile ascoltare in mostra e sui monitor della Videoteca, rinnovata nel suo servizio di consultazione, tutte le tracce audio e leggere i documenti interni agli album. Un programma di performance musicali porterà nello spazio dell’Arena Paolini artisti visivi che hanno lavorato con il suono e consegnato al vinile una parte importante della loro opera.

 


Esterno GAM

LUCA BERTOLO. L’hesitation

15 giugno – 8 settembre 2024

 

Presso il CEAAC di Strasburgo e l’Atelier Meisenthaluna mostra ideata dalla GAM e curata da Elena Volpato con Alice Motard, Direttrice del CEAAC, che porta uno tra i più influenti pittori italiani della sua generazione con una grande antologica in due diverse sedi in Francia, grazie ai fondi ministeriali dell’Italian Council 2023. L’esitazione è un concetto cardine nel lavoro di Bertolo che da sempre nelle sue opere mette in scacco ogni possibile assertività dell’arte. Sotto questa egida si mostreranno per la prima volta 35 tra i suoi lavori più importanti, abbracciando un arco cronologico che va dal 2005 al 2023 e restituendo una panoramica completa delle sue serie pittoriche e dei suoi principali percorsi di ricerca. A Meisenthal si esporranno per la prima volta, insieme ad alcuni dipinti, alcune serie di suoi disegni e fotografie meno conosciute della sua pratica artistica, ma fondamentali nel suo percorso creativo in studio. La mostra al CEAAC permetterà anche di presentare Grande Corteo, opera monumentale dell’artista recentemente acquisita per la GAM dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.

 

 


 

PRIMA RISONANZA AUTUNNO 2024

Programma Direzione di Chiara Bertola

 


LA COLLEZIONE

16 ottobre 2024 – 30 giugno 2025

Manica lunga del primo piano e secondo piano

 

Una collezione storica e ricca come quella della GAM deve alimentare un nuovo lavoro interpretativo in grado di andare oltre le funzioni ordinarie di memoria storica e di cronologia. Deve essere un’eredità vitale che dà la propria impronta ai temi delle Risonanze e che, attraverso le mostre, tornino a riverberarsi nel tessuto delle Collezioni in paralleli allestimenti tematici. Questo sarà possibile anche grazie alla riapertura del secondo piano.

 


IL DEPOSITO VIVENTE

16 ottobre 2024 – 9 marzo 2025

Secondo piano

 

Una parte delle collezioni sarà presentata sotto forma di Deposito Vivente: saranno esposti alcuni fondi del patrimonio e aperti alla visione del pubblico, degli artisti e degli studiosi, come spazio di germinazione di idee e ricerca.

Il concetto di Deposito Vivente permette di allestire molte opere - poco o addirittura mai viste - in forma di dispaly contemporaneo. Il variare del suo allestimento, come per le collezioni, coinvolgerà l’apporto di artisti e giovani curatori, facendo del Museo un laboratorio in cui continuamente si sperimenta.

 


 

BERTHE MORISOT

Display di Stefano Arienti

16 ottobre 2024 – 9 marzo 2025

Primo piano, Manica corta


A cura di Maria Teresa Benedetti, Giulia Perin e Chiara Bertola, in collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi, l’istituzione con il più ampio nucleo di opere dell’artista, la mostra prodotta da 24 ORE Cultura celebra la pittrice per la prima volta in Italia, nell’anno internazionalmente dedicato all’Impressionismo. L’esposizione presenterà il suo legame con la poetica del movimento e il suo personalissimo timbro nel cogliere la labilità dell’attimo, a simbolo della fragilità dell’esistenza, capace di cogliere con grazia gli elementi della natura e della realtà.

L’allestimento della mostra sarà dato da un display di Stefano Arienti, artista italiano tra i più riconosciuti, che in alcune stanze creerà un confronto con Morisot e i valori del linguaggio impressionista.

 


L’INTRUSO: STEFANO ARIENTI

16 ottobre 2024 – 9 marzo 2025

Primo piano e Secondo piano


Figura principe della generazione di artisti italiani che trovò piena espressione a partire dagli anni ’90, sarà il primo Intruso: il primo artista chiamato a porsi in dialogo con la mostra storica e con le collezioni, elaborando la propria visione a contrappunto e insieme a sostegno dell’organismo espositivo museale.

 


MARY HEILMANN

30 ottobre 2024 – 15 marzo 2025

Primo piano, Manica lunga


A cura di Chiara Bertola, è la prima mostra in Italia a presentare in modo completo l'opera di questa straordinaria artista statunitense. L'esposizione attraverserà la sua gioiosa produzione, dai primi lavori degli anni Settanta alle ultime produzioni, toccando passaggi fondanti e nuclei tematici della sua opera, dove ogni capitolo – stanza propone l'emozione e un determinato suono cromatico di quel periodo. Heilmann ha scritto: "ogni mio dipinto può essere visto come un marcatore autobiografico, uno spunto, con il quale evoco un momento del mio passato o del mio futuro proiettato...".

 


MARIA MORGANTI

30 ottobre 2024 – 15 marzo 2025

Spazio del Contemporaneo


a cura di Elena Volpato, prima grande antologica museale dedicata a una delle più influenti artiste della scena pittorica italiana. Nello Spazio del Contemporaneo, l’intera mostra si svolgerà come un’unica installazione performativa fatta del lento depositarsi di tempo e cromie.

Nell’opera di Maria Morganti è l’esistenza che lascia segno del suo passaggio attraverso la materia cromatica. “Il mio lavoro ha in sé l’esperienza del colore, il colore inteso come entità fisica, come traccia della vita”. Nata a Milano, vive da molti anni a Venezia dove ebbe inizio la Scuola del colore in pittura, nutrita di luce e trasparenze. Quella tradizione veneziana, attraverso la lezione spagnola sei e settecentesca, è riconosciuta dalla storia dell’arte come prima matrice della moderna pittura francese di secondo Ottocento da cui prese avvio l’impressionismo di Morisot.

 

 

 

 


IL CONCORSO DI PROGETTAZIONE
DELL’INTERO EDIFICIO

INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE DELLA GAM.
UN MUSEO VERSO IL FUTURO

La nuova GAM 4.0 è il grande progetto di rigenerazione della prima galleria civica di arte nata in Italia e dell’avveniristica sede in cui è ospitata, attraverso principi di sostenibilità ambientale e risparmio energetico, innovazione architettonica e tecnologica e nuovi modelli di fruizione museale, che sappiano coinvolgere e attrarre il pubblico di domani. L’obiettivo è quello di ripensare e riposizionare il Museo a livello internazionale, rilanciandone il ruolo e il prestigio, con un percorso che riprenda e sviluppi lo spirito avanguardista che ne caratterizzò la nascita, facendone un raro esempio sul piano internazionale.

Grazie al supporto tecnico di Fondazione Compagnia di San Paolo e della sua partecipata, la Società Prisma, e con il contributo del Back Office Cultura Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” (CCR) si procederà attraverso un Concorso internazionale di progettazione finalizzato alla realizzazione per lotti della riqualificazioneEntro il prossimo mese di maggio la Fondazione pubblicherà il bando per la selezione del gruppo di professionisti a cui affidare la progettazione dell’intervento, con l’obiettivo di aggiudicare il concorso entro la fine del 2024.

Questo ambizioso progetto richiede importanti risorse per la sua realizzazione e non potrebbe essere portata avanti senza il fondamentale contributo degli Enti e Fondazioni ed in particolare della Fondazione Compagnia di San Paolo, che sosterrà gli investimenti per la progettazione dell’intero intervento e per l’esecuzione di una prima parte dei lavori. La Fondazione Torino Musei confida nel sostegno del Ministero della Cultura, a cui ha presentato candidatura, per il tramite del Segretariato Regionale del Piemonte, ai fondi nazionali previsti nel Piano Strategico Grandi Progetti Beni Culturali (PSGPBC) del MiC.

 

 

 


IL LOTTO ZERO

Nelle more dell’avvio del più complessivo progetto di riqualificazione, sarà realizzato un primo nucleo di lavori, definito LOTTO ZERO che sarà completato entro l’autunno del 2024 e che si concretizzerà in  mirati interventi di temporanea rivisitazione dei locali con la logica dello STRIPPING, propedeutici e anticipatori del futuro cantiere, condotti nel foyer e al primo piano, a cui si accompagna la importante riapertura del secondo piano dove troverà altresì collocazione anche un DEPOSITO VIVENTE

LO STRIPPING

Spesso in arte e in architettura le traiettorie verso il futuro sono percorsi simmetrici verso la conoscenza del passato. Restaurare gli spazi del Museo sarà un percorso di ritorno allo spirito e all’architettura che ne hanno informato la costruzione nel 1959, per liberarlo il più possibile dalle strutture che più fortemente ne hanno tradito l’impianto originario. Un’azione di STRIPPING, attitudine concettuale dell’architettura contemporanea nata per ripensare edifici di lunga storia, permetterà l’esposizione del palinsesto architettonico formatosi in diverse epoche, attraverso interventi sovrapposti.

 


INGRESSO AL MUSEO – FOYER

Nel progetto originario degli architetti Bassi e Boschetti il foyer del museo era uno spazio aperto e accogliente. Oggi, in attesa del definitivo restauro, si aprirà il Foyer il più possibile per favorire l’accesso e la sosta del pubblico restituendo l’ariosità originaria degli spazi.

 

IL PRIMO PIANO

Al primo piano del Museo, la Manica corta è attualmente dedicata alle mostre temporanee di natura storica. La Manica lunga, di 800 mq, ora senza alcun affaccio sull’esterno, sarà riconsegnata al dialogo con l’esterno: nelle due salette parallele che si affacciano con un balconcino su Corso Galileo Ferraris e sulla scala esterna, verso via Fanti. In ugual modo sarà RIPRISTINATA LA LUCE SOLARE aprendo la testata di fondo che dà su via Vela. Si tratta di TRASFORMARE LE STANZE DEL MUSEO IN QUALCOSA DI PIÙ INTIMO E PROFONDO.

 

IL SECONDO PIANO

Dopo anni di chiusura, nelle more della riqualificazione complessiva, riapre al pubblico il secondo piano della GAM, spazio espositivo imprescindibile per dare respiro alla straordinaria ampiezza delle Collezioni. LA RIAPERTURA ENTRO IL 2024 È UNA CONQUISTA RESA POSSIBILE DALLA SCELTA DI PROCEDERE ATTRAVERSO UN’AZIONE LEGGERA di semplice denudamento delle strutture architettoniche (STRIPPING). Mostrare lo scheletro dello spazio renderà evidente il rapporto originario tra le opere e il progetto di un edificio che fu disegnato per accoglierle. Sarà dunque una doppia esposizione: sull’architettura, sulle opere e sulla loro relazione storica.

Questo MOSTRARE PER VIA DI TOGLIERE, permetterà anche di sviluppare una più approfondita riflessione in vista del Concorso internazionale di progettazione.

Il secondo piano consente alla GAM di tornare a esporre un patrimonio che da tempo ha superato i volumi previsti dagli architetti nel 1959. L’arte è molto cambiata da allora ed è cambiata la relazione tra opere e spazio che le circonda, per questo il secondo piano non sarà fatto esclusivamente di un percorso espositivo ma anche di un DEPOSITO VIVENTE dove le opere saranno visibili dal pubblico attraverso uno sguardo dal di dentro, da dietro le quinte, così come sono abituati a vederle gli addetti ai lavori: appese alle rastrelliere, allineate sugli scaffale, custodite in casse, tutte cariche di un’energia potenziale che le scelte curatoriali devono portare alla luce e far parlare. Il contrappunto tra il display delle sale, la studiata mise en scene di mostra, e il giacimento grezzo delle opere, tipico invece degli spazi di deposito, sarà un ulteriore modo di far conoscere ai visitatori la macchina museale e gli innumerevoli modi in cui la GAM disvela il senso di ciò che custodisce.

 

Commenti

  1. Castagnoli propose di aprire una sala dedicata alla fotografia 30 anni fa. Da quando se ne andò tutto è rimasto morto e sepolto. Nei depositi giacciono dimenticati più di 100.000 negativi, lastre e stampe, che sono capolavori di maestri italiani della fotografia. Negli anni la Fondazione ha fatto di tutto pur di ignorare la fotografia che peraltro le è stata quasi tutta regalata: acquisire opere contemporanee le più strane possibili (vedi l'albero di Penone), le tazzine della zia di Massimo d'Azeglio (come farne a meno?), persino collezioni di dischi! Sappiamo tutti che Passoni era "allergico" alla fotografia, ma non mi pare che su questo argomento oggi si vogliano fare passi in avanti soprattutto se in programma ci sono iniziative banali come "I paesaggi dell'arte". I cittadini torinesi vogliono "nutrirsi" di fotografia, lo dimostrano i successi (grazie Guadagnini) di Camera con circa 1000 ingressi al giorno. Cara Direttrice in quei 27 milioni promessi c'è un progettino per una saletta espositiva che ospiti almeno 30 fotografie delle vostre collezioni? A rotazione, naturalmente. E magari cominciamo anche a catalogarle quelle fotografie, grazie.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la